WhatsApp vietato agli under 16

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WhatsApp sarà vietato ai minori di 16 anni in Europa. Almeno in teoria. Il colosso della messaggistica si allinea alle normative Ue in materia di trattamento dei dati, alzando l’età minima degli utenti da 13 a 16 anni.

La normativa che entra in vigore il 25 maggio, come riferisce l’agenzia Dpa, non prevede però l’esibizione di un documento da parte dell’utente e non impone alla società un rigido controllo. Agli utenti, vecchi e nuovi, l’App che fa parte della galassia Facebook sostanzialmente chiederebbe di dichiarare se la propria età è superiore ai 16 anni.

NDR lo stato italiano ha deciso di abbassare l’età a 14 anni
( Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni e del Ministro della giustizia Andrea Orlando, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo che, in attuazione dell’art. 13 della legge di delegazione europea 2016-2017 (legge 25 ottobre 2017, n. 163), introduce disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento europeo relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati.
A far data dal 25 maggio 2018, data in cui le disposizioni di diritto europeo acquisteranno efficacia, il vigente Codice in materia di protezione dei dai personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, sarà abrogato e la nuova disciplina in materia sarà rappresentata principalmente dalle disposizioni del suddetto Regolamento immediatamente applicabili e da quelle recate dallo schema di decreto volte ad armonizzare l’ordinamento interno al nuovo quadro normativo dell’Unione Europea in tema di tutela della privacy.
il parere del Garante per la protezione dei dati personali, adottato nell’adunanza del 22 maggio 2018;
Acquisiti i pareri delle competenti Commissioni parlamentari della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica; Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione dell’8 agosto 2018; Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e dei Ministri per gli affari europei e della giustizia, di concerto con i Ministri per la pubblica amministrazione, degli affari esteri e della cooperazione internazionale, dell’economia e delle finanze e dello sviluppo economico.)

Per processare i dati degli utenti europei, “WhatsApp -si legge sul blog della compagnia in un post – ha istituito una società all’interno dell’Unione europea per fornire là i tuoi servizi e per rispettare nuovi standard di trasparenza elevati relativi a come proteggiamo la privacy dei nostri utenti”.

“Attualmente, non condividiamo le informazioni dell’account per migliorare il tuo prodotto e la tua esperienza relativa alle inserzioni su Facebook -prosegue il messaggio-. Come abbiamo dichiarato in passato, in futuro vogliamo collaborare in maniera più stretta con le altre aziende di Facebook e continueremo ad aggiornarti a mano a mano che sviluppiamo i nostri progetti”.

La società definisce ”molto importanti” i temi relativi a privacy e sicurezza: “Tutti i messaggi e le chiamate sono protetti dalla crittografia end-to-end così che nessuno, nemmeno WhatsApp, possa leggerli o ascoltarle”. Nelle prossime settimane, sarà possibile “scaricare e vedere il numero limitato di dati che raccogliamo. Questa funzione sarà disponibile per tutti gli utenti nel mondo nella versione più recente dell’App”.

Facebook, “vietata iscrizione ai minori di 16 anni”. Lo vuole Bruxelles

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La proposta è stata presentata da Jan Albrecht, parlamentare del partito tedesco dei Verdi. I 28 Paesi membri dell’Ue avranno tempo fino al 2018 per recepire l’emendamento dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale

 

NDR:

A tutti i genitori in ascolto:

Non ‘ regalate ‘ un telefono cellulare a vostro figlio. Prestategli il vostro. Ritenete che sia in età da cellulare? Non fategli un regalo che poi, in caso di punizione, sareste tentati di requisire, fareste un gran torto a vostro figlio. Volete regalargi centinaia di euro di dispositivo? Bene, compratelo voi e poi prestateglielo.

Prendete seriamente in considerazione la possibilità di installare o far installare un software di parental control sul dispositivo di vostro figlio.

Si ricorda che tranne Tim (con tim tribù) gli altri operatori richiedono per gli utenti la maggiore età, perciò il traffico dati, voce ed sms di quel dispositivo sarà responsabilità del genitore, che dovrà intestarsi l’utenza. Nel caso di ragazzi più grandi, è necessario responsabilizzarli sul fatto che essendo l’intestatario il genitore, sarà quindi responsabile in prima persona del dispositivo utilizzato dal figlio

/NDR

Dal Fatto Quotidiano

I governi dell’Unione europea e l’Europarlamento hanno deciso di innalzare a 16 anni il limite d’età per aprire un account su Facebook. NDR 2019 (il governo italiano ha deciso di far scendere questa soglia a 14) Dal 2018, termine ultimo per il recepimento da parte dei singoli Stati, per iscriversi al social network fondato da Mark Zuckerberg non basterà più avere tredici anni come previsto ora. Anche se è noto che si tratta di un tetto poco più che simbolico, vista la facilità (a dispetto dei controlli) di creare un profilo con la data di nascita alterata.

A prevederlo è un emendamento alla nuova direttiva sulla protezione dei dati personali, presentato la scorsa settimana. Fino ad ora quasi tutti i “pezzi grossi” del settore come per esempio Twitter, Snapchat e Google hanno fissato questo limite a 13 anni, in ottemperanza alle norme vigenti negli Stati Uniti, e per il momento continueranno a mantenerlo. Ma in Europa, nonostante la Commissione si fosse espressa per il mantenimento della soglia al livello precedente, si è deciso di innalzarla di tre anni, salvo il consenso dei genitori del minorenne o di chi ne fa le veci.

La proposta è stata depositata da Jan Albrecht, parlamentare del partito tedesco dei Verdi. Tuttavia Bruxelles ha dato la possibilità ai ventotto Paesi membri di recepire l’emendamento alle nuove norme sulla protezione dei dati personali entro due anni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale che avverrà a gennaio 2016.

Fonte

Minori e media: il 70% degli under 8 naviga con il tablet, Tv senza controlli per il 73%

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scarica qui il libro bianco

7 anni arriva il primo smartphone, ma nella fascia 6-8 anni già il 70% dei bambini ha accesso alla rete con il tablet dei genitori, spesso con scarso controllo. Oltre il 16% degli adolescenti (soprattutto maschi) ignora i rischi del sexting on line, ovvero dello scambio di immagini sessualmente esplicite sul Web. E nel 73% delle case i minori guardano la Tv senza il filtro del parental control. Sono i dati contenuti nel Libro Bianco “Media e Minori 2.0” realizzato da Agcom, l’Autorità Garante per le comunicazioni, e presentato nei giorni scorsi alla Camera. Il rapporto ha indagato le competenze digitali di bambini (6-12 anni) e adolescenti (13-17 anni), misurando il loro “attivismo” on line e cercando di cogliere il pericolo percepito dai più giovani nella loro esperienza di navigazione.

Minori in Rete, età sempre più bassa
Secondo i dati, se per i bambini l’età del primo smartphone si è abbassata a 7 anni, per gli adolescenti (fascia d’età 9-12 anni) è scesa a 10 anni. In generale, i genitori si mostrano attenti conoscitori delle abitudini di consumo online dei bambini, mentre solo l’1% dichiara di essere all’oscuro delle attività svolte dai propri figli. Agcom spiega che i bambini utilizzano Internet principalmente per attività ludiche, come cercare video, giocare con videogiochi da soli, ascoltare musica, scaricare app o programmi. L’uso di Internet viene motivato anche da necessità di studio (per il 54,7% dei genitori), anche se il dato dipende soprattutto dall’utilizzo fatto dai bambini dai 9 ai 12 anni. Quasi il 21% dei genitori, però, afferma che il proprio figlio naviga on line senza uno scopo particolare, « lasciando così sottintendere – sottolinea il rapporto – di non essere probabilmente a conoscenza di cosa i propri figli realmente facciano».

Tv senza filtri nel 73% dei casi
Secondo Agcom i genitori appaiono attenti e “sensibili” ai simboli per il parental control in Tv. L’82,4%, infatti, dichiara di aver notato programmi contrassegnati dalla segnaletica e, alla domanda sul significato attribuito ai simboli di colore giallo, l’83, 6% ha fornito la risposta corretta, ossia «che la visione del programma da parte dei minori debba essere accompagnata dagli adulti». Anche se conosciuto, però, il parental control non è utilizzato dal 73% degli intervistati. Tra le motivazioni addotte dai genitori c’è quella che «il minore non guarda la Tv senza la supervisione degli adulti», e dunque il parental control è considerato inutile (per il 46,6%), mentre altri sostengono, a torto, che i “filtri” sono disponibili solo per i canali a pagamento. Ancora, un altro 24, 5% si dichiara completamente disinteressato all’uso del parental come strumento di tutela.

Perché non usa il parental control? (%)

Sexting, per il 16% degli adolescenti è solo «uno scherzo»
Sul fronte degli adolescenti fra i 13 e 17 anni – che mostrano un utilizzo molto intenso dello smartphone tanto da essere considerati “always on”, cioè sempre collegati- il rapporto mette in luce dati preoccupanti riguardo al fenomeno del sexting, evidenziando una diversa percezione del rischio tra ragazzi e ragazze. Il 16,2% dei maschi ed il 9,5% delle femmine lo giudicano infatti come uno scherzo tra amici, ed il 10,7 % dei maschi ed il 5,9% delle femmine come un modo per sedurre qualcuno e per lanciare segnali di interesse. Sembrerebbe quindi, sottolinea Agcom, «che il genere femminile abbia più consapevolezza della pericolosità del sexting e delle conseguenze che da esso ne potrebbero scaturire».

Con quali dispositivi suo figlio/sua figlia accede ad Internet? (%)

«Bilanciare opportunità media e tutela»
Secondo il presidente dell’Agcom, Angelo Cardani è necessario «trovare un bilanciamento tra i rischi di un uso improprio del web e le sue opportunità di apprendimento e di allargamento delle conoscenze nelle dieta mediatica dei giovani». «I rischi – ha sottolineato Cardani durante la presentazione del Libro Bianco – sono una lista infinita, dal cyberbullismo a tutto ciò che attiene all’uso improprio della sfera sessuale che abita a vedere i rapporti in maniera distorta». Secondo il presidente è sui nuovi media che va focalizzata l’attenzione, altri media, come la televisione, «hanno strumenti di regolazioni più facili da gestire».

Fonte

 

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Un modo per tutelare la salute dei minori è sicuramente quello di ritardare il più possibile il loro rapporto/contatto con il cellulare o tablet.

Se ciò ci appare impossibile, abbiamo cura quanto meno di farlo utilizzare ai minori solo per il tempo necessario e preferibilmente scollegato da wi-fi e privo di sim card.

Janell Burley Hofmann, autrice del libro “I Rules – Come educare figli iperconnessi – Il decalogo che ha ispirato migliaia di genitori” (Giunti Editore) mostra ai genitori come gestire il rapporto tra minori e dispositivi elettronici, suggerendo per esempio, che il cellulare per quanto bello e costoso possa essere, non andrebbe mai regalato ma solamente dato in prestito in modo da poterlo togliere in caso di  punizione; oppure che si dovrebbero dare al minore degli orari di utilizzo, e così via altri utili consigli ad esclusiva tutela del minore stesso.

Al giorno d’oggi dinanzi ad un tecnologia così invasiva risulta impossibile ed anacronistico per un genitore pensare di poter avere sotto controllo qualsiasi attività del proprio figlio laddove a ciò non si accompagni una attenzione non solo personale ma anche a sua volta tecnologica. Il rischio che il minore possa agire di nascosto comprandosi un cellulare o una sim card sono infatti molto alti e purtroppo la normativa al riguardo non tutela il minorenne e quindi non aiuta i genitori nel proprio ruolo di controllo e aiuto.

Si guardi ad esempio la sim card e la possibilità di suo acquisto per un minore. Ognuno di noi a logica è portato a pensare che la sim non possa essere acquistata da un minore poiché da un punto di vista legale tale acquisto comporta un contratto e il minore non è capace (capacità in senso tecnico) di stipulare alcun contratto non avendo ancora raggiunto i 18 anni di età. A tale impossibilità dovrebbe seguire certamente il divieto da parte dei rivenditori di cederla se l’acquirente è appunto un minore.

Tralasciando il discorso relativo al fatto che spesso i minori riescono comunque ad ottenere una sim, magari perché in casa ve ne è una che si pensa inutilizzata o perché qualche fratello maggiorenne di qualche amico ha provveduto in tal senso, si riporta qui di seguito un estratto dalle FAQ del sito di TELECOM ITALIA S.p.A (http://www.tim.it/tariffe/ricaricabile/tim-young-nuovi-clienti):

“È possibile attivare la TIM YOUNG per i minori di 18 anni?

Sì, perché è possibile avere una SIM intestata a proprio nome se hai compiuto almeno 12 anni, recandoti presso un Negozio TIM con un valido documento di identità. Se hai meno di 15 anni, devi essere accompagnato da un genitore o tutore.”

Da una prima lettura si ricava che compiuti i 15 anni, il minore può acquistare e intestarsi una sim card unicamente munito di valido documento di identità e ciò appunto anche ad insaputa dei genitori.

Essendo questo un fenomeno storicamente nuovo, non sempre per un genitore è facile comprendere cosa voglia dire avere un figlio minorenne con una sim card che usa “di nascosto”, senza alcun limite.

Con tale semplice acquisto il minore ha infatti la possibilità di connettersi a qualsiasi sito o social come esempio a siti pornografici che potrebbero deviarne lo sviluppo psicosessuale, o a siti dove con una webcam è possibile spogliarsi e/o fare quello che l’interlocutore, spesso adulto, chiede in cambio di soldi virtuali, di ricariche telefoniche o per semplice divertimento. Oppure, come spesso succede, il minore si crea un profilo sui social e sotto falso o inventato nome compie atti di cyberbullismo a danno di altri o altre azioni pensando di non avere conseguenze. Lo stesso sito Youtube per esempio, non dispone di filtri sulla pubblicità e quindi, mentre il minore sta guardano un cartone animato ben può passare un banner di un videogioco di guerra dove si spara ai nemici e si uccide. Si pensi altresì che proprio in siti come Youtube sono presenti video non censurati con decapitazioni, torture ecc.

Come ben si può vedere da questo ridottissimo elenco effettuato solo a titolo di esempio, i rischi sono enormi, spesso devastanti proprio per lo sviluppo psicofisico del minore e quindi con effetti prolungati nel tempo ed anche, come si legge purtroppo sempre più spesso sul giornale, tragici in cui l’unica vera vittima inconsapevole è il minore stesso, l’adulto di domani.

Sempre da un punto di vista legale si tenga altresì presente che l’attività di guida e controllo da parte di un genitore costituisce un dovere per quest’ultimo e che comportamenti omissivi dell’adulto in tal senso sono sanzionati dalla legge.

Si osservi a titolo di esempio l’art. 147 del codice civile intitolato “Doveri verso i figli” il quale dice che Il matrimonio (dovere estensibile a qualsiasi genitore anche non sposato) impone ad ambedue i coniugi l’obbligo di mantenere, istruire, educare e assistere moralmente i figli….”, nonché l’art 2048 il quale specifica che “Il padre e la madre, o il tutore sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei figli minori […] o delle persone soggette alla tutela”. 

Ciò detto, un metodo che può sicuramente se non evitare comunque arginare tutti questi rischi è quello di installare sul dispositivo elettronico uno dei cosiddetti software di parental control che impediscono l’accesso a determinati siti o social.

Qui di seguito alcuni software tra i più conosciuti e utilizzati: NETNANNY, WITIGO.

Altri software chiamati “di sorveglianza”, riescono a raggiungere lo stesso obiettivo poiché riescono a captare tutto ciò che il dispositivo, cellulare, tablet, pc, ecc, scrive ed in tal modo può essere preso in remoto il pieno controllo del dispositivo oggetto di sorveglianza, compresa la posizione gps, i testi delle chat, le rubriche, ecc.

Tra questi quelli più conosciuti che segnaliamo sono: SPYMASTERPRO, MSPYITALY.

Avv. Guelfo Salani