TikTok in diretta dal banco di scuola

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Non vorrei essere frainteso dai lettori: non sono diffidente né contro la tecnologia, anzi, lavoro nel web e passo molte ore al giorno online.
Per questo motivo, mi sento in dovere di evidenziare alcune realtà o pericoli presenti su Internet.

Oggi voglio parlare della consapevolezza che un minore può avere nel pubblicare la propria immagine, ad esempio nei video sui social. Vedo spesso ragazze delle scuole medie che condividono foto su WhatsApp o nelle storie, magari con una mano sul volto. Anche se queste immagini possono essere viste solo da chi è presente in rubrica (se l’impostazione della privacy è attiva), lo scenario cambia se hanno un canale WhatsApp. Per chi non lo sapesse, da qualche tempo WhatsApp ha introdotto la funzione “Canali”, che consente di pubblicare contenuti visibili solo agli iscritti. Queste ragazze a volte presentano outfit o cantano canzoni, senza rendersi conto che basta un attimo per scaricare quel video e perderne completamente il controllo.

Quando parlo di consapevolezza dell’immagine, mi riferisco anche alla conoscenza minima delle funzioni di un’app o dei paradigmi basilari della navigazione web e dell’uso delle applicazioni.
È importante ricordare che, se un minore ha installato un parental control, tutte le app presenti sul telefono sono state approvate dal genitore. Quindi, anche il genitore deve avere ben chiaro quale strumento sta mettendo a disposizione del proprio figlio.

Dal punto di vista informatico, è fondamentale anche sottolineare che l’immagine condivisa online non è solo una questione di visualizzazione pubblica o privata, ma riguarda anche la sicurezza dei dati.
Le foto e i video caricati sui social possono essere raccolti e utilizzati da terzi per finalità commerciali, e in alcuni casi, persino per scopi malevoli come il furto d’identità. Le piattaforme stesse spesso traggono vantaggio da questi contenuti, utilizzandoli per personalizzare la pubblicità o per alimentare i loro algoritmi. Un altro aspetto critico è come questi algoritmi incentivino la viralità di contenuti personali, spingendo i giovani a pubblicare sempre più dettagli della propria vita senza comprendere appieno le implicazioni. È quindi importante capire il potenziale impatto di ciò che viene condiviso, soprattutto quando non è più sotto il controllo dell’utente.

Inoltre, le piattaforme social hanno una responsabilità significativa nella protezione dei minori.
Anche se ci sono linee guida e regolamenti, la loro applicazione può essere insufficiente, e troppo spesso i minori riescono a eludere i controlli. È cruciale che le aziende tecnologiche sviluppino meccanismi più efficaci per monitorare e limitare l’accesso dei giovani a determinati contenuti o funzionalità pericolose, oltre a promuovere un uso consapevole e responsabile delle loro piattaforme.

Detto questo, vorrei concentrarmi sulle live di TikTok. Per “live” si intende una trasmissione in diretta a cui possono partecipare un numero illimitato di persone, le quali possono commentare, esprimere un gradimento, oppure ricondividere la diretta sul proprio profilo e invitare amici a unirsi.

Da un punto di vista psicologico, è necessario riflettere sull’impatto emotivo e mentale che la sovraesposizione sui social può avere sui minori.
Il continuo bisogno di condividere la propria immagine e le proprie esperienze in tempo reale può influenzare negativamente lo sviluppo dell’autostima e della propria identità. I ragazzi, in particolare, possono cominciare a confondere la realtà con l’immagine di sé che proiettano online, cercando sempre di adeguarsi agli standard imposti dai social, spesso irraggiungibili. Questo porta a una dipendenza dall’approvazione degli altri, misurata in termini di like, commenti e visualizzazioni, il che può sfociare in ansia sociale o problemi legati alla percezione del proprio valore.

Un altro aspetto cruciale è il rischio che i giovani non comprendano appieno la durata e l’impatto a lungo termine delle loro azioni online. Le live, in particolare, possono sembrare momenti effimeri, ma in realtà possono essere registrate, ricondivise e manipolate da altri utenti, esponendo i ragazzi a rischi come il cyberbullismo. Questo crea una pressione sociale invisibile che può portare a comportamenti dannosi sia per il minore che per la sua rete di relazioni.

Invito tutti voi che avete TikTok a fare delle prove di collegamento durante l’orario scolastico: troverete decine di ragazzi in diretta dalla propria classe, con decine o addirittura centinaia di persone connesse a guardarli.
A volte è facile intuire il clima di confusione che regna in classe, una situazione davvero incredibile.

Un altro problema che non va sottovalutato è il ruolo del genitore.
Come accennato, molte app richiedono il consenso dei genitori, ma non sempre questo avviene con consapevolezza. I genitori devono essere pienamente coscienti degli strumenti che mettono a disposizione dei figli e devono comprendere come questi strumenti possono influenzare la loro vita sociale e psichica. Non si tratta solo di autorizzare o meno l’installazione di un’app, ma di accompagnare i ragazzi nell’uso delle tecnologie digitali in modo informato e consapevole.

Ho salvato alcune di queste dirette (ovviamente con i volti dei minori oscurati), ma vi invito a cercare personalmente queste live durante l’orario scolastico per rendervi conto della gravità del fenomeno.

RICORDIAMO CHE LE LINEE GUIDA DI TIKTOK RISERVANO LA FUNZIONE DELLE LIVE SOLO AGLI UTENTI MAGGIORENNI.

Ten Ten Diciamo la nostra

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Benvenuti! Oggi dedichiamo qualche parola a Ten Ten, un’applicazione che sembra essere recentemente scoperta dal mainstream. È interessante notare che i commenti sugli store di app risalgono anche a quattro anni fa.

Vorrei evidenziare alcuni concetti importanti per chi ci segue. Per legge, è necessario avere almeno 14 anni per accettare il trattamento dei dati personali. Inoltre, in Italia, non è possibile avere un’email prima dei 14 anni senza un parental control, che permette di creare un’email per i minori di 14 anni. Se nel telefono di vostro figlio ci sono applicazioni di messaggistica istantanea come WhatsApp, dovreste essere voi genitori ad aver dato il consenso tramite un parental control.

State permettendo che vostro figlio/a sia profilato dalla tenera età.

È vero, questa app Ten Ten può essere considerata uno spyware, poiché richiede molti permessi per funzionare. Nei suoi termini di utilizzo, che abbiamo tradotto e letto, non nasconde che tracceranno i vostri movimenti, raccoglieranno i vostri contatti e monitoreranno l’ora in cui ricevete messaggi e da chi.

Sembra spaventoso, ma tranne che per i permessi necessari per funzionare in background, ovvero sempre attivi quando il telefono è acceso, questa raccolta dati è comune a molte app social. Immaginate se WhatsApp o Telegram leggessero automaticamente i messaggi vocali nel momento in cui li ricevete, a qualsiasi ora…

Salvano le foto dei vostri figli e le caricano su siti per maniaci

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Salve a tutti, ecco un altro articolo inedito da parte di sicurezzaminori.org.

Spesso riceviamo richieste del genere:

“Avete un video che possa far vedere a mio/a figlio/a per scoraggiarlo dall’uso dei social?”

Il nostro progetto non è rapportarci con i minori ma con i genitori e tutori di questi.

Ci sono progetti e associazioni che hanno un approccio psicologico per aiutare e recuperare casi.

Noi siamo informatici che con l’aiuto di avvocati facciamo luce su procedure tecniche per aiutare i genitori a prendersi la responsabilità delle azioni che i ragazzi compiono con i dispositivi.

Quello che non viene percepito come fondamentale è che una volta caricato un media (foto/video) in rete non è più nostro e se ne perdono le tracce e la capacità di rimuoverlo.

Le foto dei vostri bambini vengono scaricate e ricollocate in siti per pedofili e persone con tendenze morbose.

Purtroppo alcuni di questi siti sono anche in chiaro, un esempio è CutieGarden, che senza scrupolo né vergogna si palesa in chiaro con indirizzo raggiungibile da tutti.

Logicamente abbiamo fatto una segnalazione alla polizia postale.
Ma questo deve servire come monito ai genitori.

Più volte abbiamo raccontato la legge sul consenso della privacy under 14
Più’ volte vi abbiamo parlato di Pegi
Più’ volte abbiamo incoraggiato ad usare un parental control.

La frase più’ frequente che ci viene detta è:
“ Ma se mio/a figlio/a è l’unico senza dispositivo, verrà emarginato”
Che dire….siamo certi che un genitore sensibile al tema dell’emarginazione, avrà anche sensibilità verso i pericoli del web e si informerà come prevenirli.
Comunque questo vale anche per i genitori che hanno la condivisione facile di foto e video, li vediamo con i figli su Tiktok, su Facebook, con profili pubblici pieni di foto con bambini in costume da bagno…ecc.
Dobbiamo dare più peso alla privacy e alla cessione dei dati.

Tutti sanno tutto. La profilazione dei minori.

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La profilazione è una cosa seria.
La profilazione è quella pratica che tutte le società di servizi utilizzano nei confronti del cliente finale.

Avviene quando si compra un’auto, quando si accetta di sottoscrivere una carta fedeltà e sopratutto per accedere ai servizi web.
Con l’arrivo dei social network si è fatta più subdola: con una spunta al momento dell’installazione dell’app, accettiamo di cedere praticamente tutti i dati che inseriamo all’interno dell’app stessa e a volte anche quelli che non inseriamo, come ad esempio i siti visitati.
L’esempio che facciamo è sempre lo stesso e riguarda un utente medio di facebook con il profilo di base ovvero PUBBLICO.
Chiameremo questo utente Caterina.
Caterina ha 16 anni (ma potrebbe avere qualsiasi età) ha un profilo pubblico su Facebook quindi è ricercabile da qualsiasi persona in ogni parte del mondo, tutti possono sapere quali libri le piacciono, quali film, a quali giochi è affezionata, possono vedere i suoi familiari, nel caso in cui lei li avesse segnalati come tali, possono vedere foto, video, amici, sapere dove è andata in vacanza l’estate scorsa e quale commento ha scritto sotto a quel post che ha condiviso, dove va in palestra, magari anche quando e chi più ne ha più ne metta…

La prima domanda è: Caterina darebbe questa mole di informazioni ad uno sconosciuto per strada o ad un ragazzo appena conosciuto alla fermata del tram?
Perché Caterina sta facendo questo: mette queste informazioni a disposizione di tutti.

Questi sono gli anni del dossieraggio fai da te, ovvero di persone che passano le serate sui profili di conoscenti per vedere cosa pubblicano, senza partecipare, senza che la persona visitata ne sia a conoscenza. Pensiamo agli anni 80/90 ad esempio, per conoscere un ragazzo o una ragazza di un’altra classe dovevamo darci da fare, mentre adesso tutti hanno la possibilità di vedere tutto di tutti. Per questo è importante impostare nelle applicazioni social (Facebook, Instagram, Tiktok ecc) o di messaging (Whatsapp, Telegram, Snapchat ecc) delle politiche adeguate (chi può accedere ai miei dati: solo io, solo amici, amici di amici, tutti).
Facciamo un esempio non poi così estremo:

Marco ha per giorni frugato nel profilo Facebook di Caterina acquisendo molte informazioni. Un giorno, fuori da scuola, riesce ad attaccare discorso con lei e le parla del suo film preferito che per coincidenza è anche quello di Caterina e poi le coincidenze si susseguono: un libro in comune e, pensate un po’, adorano entrambi la cantante Elisa! Caterina percepisce un feeling incredibile. Questo si chiama social hacking, ingegneria sociale.
Per fortuna Marco è un coetaneo, timido, che ha usato il social hacking solo per conoscere Caterina, ma … il resto del mondo? Tutte le persone che potrebbero fare lo stesso online? Tutte le persone che potrebbero fingersi un sedicenne ed avere lo stesso ascendente su Caterina?
Speriamo che questo esercizio mentale vi faccia riflettere.
Questo articolo parla di privacy, di un diritto dimenticato, di una percezione persa in cambio di servizi gratuiti e, soprattutto, di una legge inadeguata che ha abbassato a 14 anni in Italia l’età per acconsentire la cessione di questi dati.

In futuro avremo adulti che hanno ceduto i propri dati a 14 anni, se non prima con il consenso dei genitori, e che saranno profilati per tutta la vita.
Chissà, magari un giorno la società che vorrà assumerli prima obbligherà il candidato a dare l’amicizia al capo del personale. Immaginiamo: “Sig. Rossi, vediamo da una foto scattata due anni fa ad Ibiza, lei che balla sui tavoli in stato di alterazione. Aveva bevuto? Aveva assunto sostanze? È tuttora solito a simili comportamenti? Sig. Rossi, perché ha messo il like a questo post politico? Ne condivide la linea politica o altro? Gli esempi potrebbero essere infiniti.

La soglia dei 14 anni non è piaciuta del tutto al Garante per la privacy, che avrebbe preferito mantenere il limite dei 16 anni fissato dal Gdpr. Le perplessità del Garante si fondano sul fatto che risulta alquanto incoerente il fatto di chiedere, ad esempio, il consenso dei genitori per iscrivere un 15enne in palestra mentre si lascia un 14enne libero di fare ciò che vuole nell’universo ben più complicato di Internet. Tuttavia, nell’accettare la decisione del legislatore, l’Autorità ha chiesto che l’abbassamento dell’età sia accompagnato «da programmi formativi specifici, rivolti a minorenni, che ne assicurino una sufficiente consapevolezza digitale».

Dove siano questi programmi non lo sappiamo. Abbiamo assistito a incontri nelle scuole o in Regione Toscana con la Polizia postale e nessuno, a nostro avviso, forniva nozioni utili né ai genitori né ai ragazzi.

Dobbiamo sensibilizzare i genitori, gli zii e i nonni!!!
Non è difficile installare un parental control. Non sarà fatto di nascosto, ma il ragazzo sarà avvertito.

Non nascondiamoci dietro al fatto che il compagno di banco ha il cellulare senza parental control e “..tanto potrebbero navigare con quello”. Pensate che vostro figlio, nipote da grande saprà che avete fatto il possibile per proteggerlo.
Non nascondiamoci dietro la falsa sicurezza di “Sono più tranquillo se ha un cellulare per chiamarmi se succede qualcosa” ma cosa deve succedere a 12 anni?
Non nascondiamoci dietro il “Ce l’hanno tutti e verrà emarginato”, perché se la dimensione sociale deve essere solo digitale allora che lo sia!!!
Sta a noi adulti proporre alternative: consolle portatili al posto di telefonini o tablet con parental control in casa con wifi. Ma non da soli con il web in mano non filtrato.

Cosa fareste se le prime immagini pornografiche, che oggi possono anche essere allucinantemente violente, provenissero dal bambino del banco di fronte a quelle di vostro figlio/nipote? Succederà questo.
Alcuni padri mentre parliamo fanno il paragone con la loro gioventù, ma viene da ridere…non possiamo paragonare un giornalino porno rubato ad uno zio con quello con cui potrebbero venire a contatto oggi con il web.
Ma non è solo il porno, anche i siti che collezionano esecuzioni in ambienti di guerra, immagini e video pedopornografici: basta citare “The shoa party” che è stato nelle nostre cronache.

vedi anche la legge è uguale per tutti

regolamento del garante della privacy

Il progetto sicurezzaminori.org c’è, è online a disposizione di tutti.
Diffondetelo, contattateci, fate iscrivere più persone possibili al nostro canale telegram.
Di seguito tutti i nostri contatti:

info@sicurezzaminori.org

Facebook

Canale Telegram

Cosa diciamo nelle conferenze di SicurezzaMinori

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Salve a tutti,

abbiamo pensato di raggruppare i principali concetti che divulghiamo durante gli incontri con genitori ed insegnanti che proponiamo.

Mettiamo a disposizione questo PDF.

Dentro ci saranno anche alcuni video che proiettiamo durante gli incontri.

SI RICHIAMA TUTTI GLI UTENTI ALLA MASSIMA CONDIVISIONE!!! TUTTO QUELLO CHE LEGGERETE E’ UN GRANDE SFORZO CHE IL NOSTRO GRUPPO HA FATTO METTENDO IN CAMPO PROGRAMMATORI, WEBMASTER, SISTEMISTI, PEDAGOGISTI. GRAZIE PER IL VOSTRO CONTRIBUTO.

DOWNLOAD CLICCA QUI

 

Cosa sapere prima di regalare a Natale un cellulare a un bambino.

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C’è molta differenza se sarà babbo natale o il genitore a regalare il dispositivo a Natale.
Diciamo questo perché se sarà babbo natale intuiamo che il bambino è piccolo 🙁
Se invece il ragazzo è piu’ grande, ricordiamo, che il dispositivo una volta regalato sarà giustamente visto come di proprietà e sarà poi difficile regolamentarne l’uso oppure sarà ingiusto sottrarlo per un’eventuale punizione come ha evidenziato la scrittrice e coach familiare Janell Burley Hofmann nel libro” iRules. Come educare figli iperconnessi”, lettura che consigliamo ai genitori.

C’è una situazione che riguarda soprattutto i maschi (fino ad una certa età), questi vogliono fare i videogiochi, molti cellulari che abbiamo indagato di bambini non navigano neanche ma fanno solo videogiochi. Allora potrebbe essere il caso di regalare una consolle di gioco portatile. Si eviterebbe l’esposizione alle microonde e si eviterebbero i pericoli della rete.

Ma veniamo alle informazioni che dovete sapere e vi dovrete assumere la responsabilità una volta lette:
cliccate ogni link per l’approfondimento

 

 

Sicurezzaminori.org è fatta principalmente da informatici, che non vogliono assolutamente demonizzare la tecnologia o i servizi che essa ci mette a disposizione.
Pensa che ci siano solo vittime, siano questi i bullizzati, i bulli, i genitori di entrambi, chi subisce stalking o il revenge porn ecc. Noi ci siamo fissati l’obbiettivo di informare sulle cose che nessuno spiega.
Dobbiamo sviluppare un’educazione, delle regole familiari, perchè se aspettiamo la legge i nostri figli saranno degli adulti peggiori di noi.

 

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Tik Tok configuriamolo per una maggior sicurezza per i ragazzi

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Dopo richieste pervenute sul nostro sito, abbiamo deciso di realizzare un piccolo video per aiutare a configurare il social Tik Tok e per dare modo ai genitori di verificare le impostazioni dei social ai quali hanno dato il consenso ad iscriversi ai loro figli.

Sembra scontato ma non lo è: Ogni social ha delle impostazioni sulla privacy ad esempio: ‘ chi puo’ vedere le mie foto ‘ ‘ chi puo’ contattarmi ‘ ‘ la scelta tra profilo pubblico o privato ‘ ecc.

Il 29 Ottobre un’istituto italiano ha mandato questa comunicazione alle famiglie dei propri studenti.
Inutile dire che quasta comunicazione è diventata virale, piu’ di una persona l’ha condivisa con noi…
Ci è sembrato doveroso contattare l’istituto per chiedere il permesso di pubblicarla sul sito, ma purtroppo il permesso ci è stato negato.
Ecco secondo noi un brutto esempio di divulgazione.
L’istituto sarebbe dovuto essere fiero per la sensibilità dimostrata verso un argomento così importante e tramite questa comunicazione in carta intestata rendere piu’ ufficiale la problematica.

 

 

VIDEO CONFIGURAZIONE PRIVACY TIK TOK

 

 

 

 

vedi anche:

Trap + Videogiochi Violenti + Balletti Erotici = Adolescenti Turbati

Come e cosa ascoltano i nostri figli?

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Eccoci qua di nuovo ad affrontare un tema a noi caro.
Come sempre ci teniamo a precisare che siamo per la libertà di parola e di espressione, ma questo non puo’ voler dire di dare accesso completo a tutti i brani messi a disposizione in rete.
Dall’arrivo delle piattaforme digitali per ascoltare la musica come Spotify o Deezer i nostri ragazzi hanno avuto la possibilità di accedere ad un vasto repertorio di brani.
Per questo proponiamo di nuovo il tema trap e i contenuti espliciti con testi in italiano.
Deezer ha 3 tipi di filtri in modalità gratuita light, medium e hard. Purtroppo in italia non ha avuto successo.

Spotify scrive quanto segue nelle sue note legali:
“Per utilizzare il servizio gratuito, è necessario avere almeno 13 anni. Per gli abbonamenti a pagamento, l’utente deve avere la maggiore età nel territorio di residenza, oppure avere almeno 13 anni con il consenso di un genitore o tutore.”
Il problema è sempre lo stesso: come facciamo a sapere se il genitore da davvero il consenso?

Ecco il nostro suggerimento:

Gli account di posta con cui configurate i dispositivi dei vostri figli devono sottostare alle norme europee recepite dall’italia, ovvero “ Il consenso alla Privacy non puó essere sottoscritto dai minori di 16 anni.
Avete presente quella spunta che i social e i software vi chiedono all’installazione?
Bene quello è il consenso della privacy.

Perciò ricordiamo gli articoli: Facebook vietato ai minori di 16 anni e Whatsup vietato ai minori di 16 anni

Con android il genitore puo’ installare google family link e controllare le installazioni del proprio figlio, con apple ios c’è in famiglia che permette configurazioni analoghe.

“Spotify contarssegna con il tag ESPLICITO tutte le uscite  in base alle informazioni ricevute dai titolari dei diritti.

Spotify non garantisce che tutti i contenuti espliciti siano contrassegnati come tali ma almeno è possibile decidere di filtrarli tramite le impostazioni dell’app ma soltanto se:

  1. si è in possesso di un account premium
  2. lo si fa su ogni singolo device su cui è configurato l’account premium
  3. si usa Spotify sull’app per dispositivi mobili

Per filtrare i contenuti etichettati come espliciti eseguire questi passaggi:

  1. Seleziona La tua libreria  in fondo alla schermata.
  2. Seleziona Impostazioni .
  3. Seleziona Contenuti espliciti.
  4. Disattiva Consenti contenuti espliciti (grigio).
  5. I brani contrassegnati come espliciti ora appaiono in grigio. Non è possibile riprodurli e il lettore li salta.”

Avete capito bene:

volete filtrare i contenuti espliciti, che a volte non vengono neanche dichiarati o indicizzati correttamente?
€9.99 al mese perché questa funzione è consentita solo agli utenti premium ovvero a pagamento.
I tredicenni che possono installare questa app gratuitamente come letto sopra avranno accesso a tutte le canzoni qualsiasi sia il messaggio.

Per fare un esempio, ma è veramente uno tra le decine, prendiamo un disco che è uscito in questi giorni di ‘ Ketama126 in collaborazione con Tedua ‘

 

 

Questo il video di un paio di anni fa di Tedua con più di 14 milioni di visualizzazione. Andate a vedere i migliaia di commenti di ragazzini cosa scrivono…

 

Nel caso alcuni di voi volessero approfondire ecco le biografie di questi artisti rilasciate da testate molto importanti di musica.

TEDUA

KETAMA126

 

Questo è l’ultimo lavoro del Ketama126 in collaborazione con il Tedua

 

 

di seguito il testo:

 

Ah, ehi
Ah
Ehi (ehi, ah)
(Kety) ehi (brr), ah

Ho la droga che ti ammazza (bang)
Occhio alla Polizia italiana (tu, tu, tu)
Bebbo mi dice di farla (oh, oh)
Se vuoi fattura, chiedi a mamma
Ok, ok (yah)
È vero, penso sempre ai cazzi miei
Ok, ok (yah)
Il mio tatuaggio è 126 (gang gang gang)

Potevo essere un tossico morto
Invece sono un tossico ricco
A 40 anni squaglio il disco d’oro
Ma non è mica detto che ci arrivo
Tu mi dici a canna: “A stare in strada”
Io t’ho detto a canna questa lagna
Bebbo mi dice di farla
Accendo un missile siamo la NASA
Quanta merda ho visto che non scorderò più
Quanti amici ho perso che non rivedrò più
Ogni giorno il cielo è sempre un pò meno blu
Ogni notte per dormire serve di più

Il mio amico ha rischiato ma adesso mangia
Gli attrezzi del mestiere, buste in plastica e bilancia
Ho una madonna che piange sulla mia pancia
Che ne ha viste troppe, non vuole che lo rifaccia

Vogliamo amore perché amore non c’è
Love gang gang gang
Abbiamo droga perché amore non c’è
Brrr

Ho la droga che ti ammazza (bang)
Occhio alla Polizia italiana (tu, tu, tu)
Bebbo mi dice di farla (oh)
Se vuoi fattura, chiedi a mamma
Ho la droga che ti ammazza (bang)
Occhio alla Polizia italiana (tu, tu, tu)
Bebbo mi dice di farla (oh)
Se vuoi fattura, chiedi a mamma

Sporchi ricordi sporcano l’iride, sulla scena del crimine
Un quadro di Giotto, il degrado del G8, non può descrivere
Oh mettimi una cimice nell’ombelico come Neo
Spero che Dio creda a noi e non che a lui ci creda io
Uh Ryan fottimi, bambina non è mai tardi
Ho già quei ciottoli, erezione come vulcani
Ore, con in testa il suo nome
Mi augura la morte, poi vuol fare l’amore
In strada, indaga, il Jeep e la madama
Qui Ketama, e Tedua, criniera da savana
Nelle scene della tv, pippo strisce delle tigri
Sei stato avvisato fra, uomo mezzo salvato
A-mmo-niti
Tu e il tuo crew, siete puah
Vi facciamo a buah
Belzebù, nel girone con Caronte, salta su
Questo groove, il timone messo a prua
Love Bandana, non la gang tua

Ho la droga che ti ammazza (bang)
Occhio alla Polizia italiana (tu, tu, tu)
Bebbo mi dice di farla (oh)
Se vuoi fattura, chiedi a mamma
Ok, ok (yah)
È vero, penso solo ai cazzi miei
Ok, ok (yah)
Il mio tatuaggio è 126 (gang gang gang)

 

 

Non siamo qui per commentare ma per informare.
Quello che ci fa accapponare la pelle sono i commenti dei giovanissimi che prendono queste parole con ammirazione e con grandezza di vita vissuta…

 

COME MONITORARE I COMMENTI SU YOUTUBE DI UN ACCOUNT

 

Piccola premessa:

 

I commenti sono da attribuirsi ad un id gmail ovvero alla mail con cui ci siamo iscritti al servizio.

Spesso e volentieri la mail è quella di un genitore o creata con data finta visto l’impossibilità di avere un account gmail prima dei 14 anni in italia.

Evidenziamo subito che nel primo caso il minore vedrà tutta la navigazione del genitore, sarà valido il filtro di sicurezza se scelto, e i video proposti da youtube (video correlati cioè quelli che vediamo sulla nostra destra) saranno quelli in base alla navigazione sia dell’adulto che del minore.

Esempio:

il babbo guarda video di esorcismi su youtube, il bambino che usa il tablet e va su youtube con l’account del padre tra i video proposti da youtube ci saranno gli esorcismi.
Nel caso in cui abbiate fatto una mail a vostro figlio taroccando l’età, il filtro sicurezza è disattivato di default e va attivato. Potrete monitorare tramite la cronologia cosa vede e tramite la cronologia dei commenti cosa scrive e sotto quali video.

La cosa migliore è creare un account tramite family link o in famiglia così che ogni volta che il ragazzo vorrà installare un app il sistema manderà al genitore una notifica della richiesta di installazione, il genitore potrà verificare la app, se è consigliata per l’età, se ci sono chat interne al gioco(cosa importante, visto gli ultimi casi di adescamento proprio in giochi dove ci sono chat interne al gioco) e poi cliccare accetta l’installazione per prendersi la piena responsabilità dell’avvenuta installazione dell’ app sul telefono del figlio.

 

 

Google Family Link – Parental Control –

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Google Family Link – Parental Control –

 

La maggior parte delle volte il primo cellulare, consegnato troppo presto, ha un sistema operativo android.

Vi vogliamo spiegare come è possibile fare un monitoraggio non troppo invasivo del dispositivo di vostro figlio.

Il minore deve avere un account google. Purtroppo e a nostro avviso senza senso, per creare un profilo ‘ figlio ‘ serve una carta di credito non prepagata, unico documento riconosciuto da google come valido per identificare una persona.

In europa è possibile avere una mail personale dal sedicesimo anno di età:

https://support.google.com/accounts/answer/1350409?hl=it

Abbiamo fatto una prova e il sistema che andremo a spiegare di parental control funziona anche per i profili +16.

Google mette a disposizione 2 app una da installare nel dispositivo del genitore e una da installare nel dispositivo del figlio.
Ricordiamo che l’account registrato nel telefono del figlio non puo’ essere lo stesso di quello registrato in quello del genitore, errore spesso commesso.
Questo potrebbe far accedere alla nostra mail gmail o alla nostra cronologia youtube, ecc…

L’applicazione si chiama Google Family Link, in realtà sono 2 applicazioni, una per i genitori ed è disponibile anche per ios nel app store di apple, e una per il figlio da installare nel cellulare consegnatogli.

Ad oggi questo è il link dell’applicazione per genitori che hanno un telefono android:

https://play.google.com/store/apps/details?id=com.google.android.apps.kids.familylink&hl=it

e questo è il link della relativa app per il figlio:

https://play.google.com/store/apps/details?id=com.google.android.apps.kids.familylinkhelper

Cosa è possibile controllare con questa installazione?
Dove si trova il dispositivo all’interno di una google maps
Il tempo di utilizzo del cellulare, quanti minuti è stata usata una app
Potete impostare un limite di tempo giornaliero ad esempio 1 ora, e dopo che il cellulare per qualsiasi scopo fosse stato usato raggiungerà 1 ora di utilizzo si bloccherà, impostando a zero il contatore si bloccherà all’istante.

Questo è il link in italiano ufficiale di google dove potrete trovare ulteriori spiegazioni e non esitate a contattarci se foste in difficoltà.

https://families.google.com/intl/it/familylink/

Su youtube esistono dei video fatti da dei ragazzini che insegnano come bypassare il filtro genitoriale….
Quello che possiamo dire è che youtube non è una piattaforma da bambini, esiste la versione per ragazzi che si chiama youtube kids dove si vedono solo video adatti al vostro bimbo e dove le impostazioni sono decise dal genitore.

Come bloccare o proteggere la navigazione internet ai bambini

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Per “digital divide” si intende (wikipedia) il divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione, in particolare personal computer e internet, e chi ne è escluso, in modo parziale o totale.

Con questo termine si intende chi non ha l’accesso alle tecnologie informatiche o perché non ha la possibilità economica, o perché si trova in paesi dove vige la censura o perché non ha le competenze necessarie.

Troviamo un’analogia con il termine sopra spiegato e il divisorio tecnologico che spesso è presente tra genitori e figli: a volte per limitate capacità ‘ tecniche ‘ a volte per mancanza di tempo del genitore oppure perchè si ritiene che internet non sia pericoloso.

Spesso manca la sensibilità, l’intuizione e/o la capacità di percepire i pericoli per i bambini/adolescenti.

Duranti questi anni abbiamo supportato molti adulti che si rivolgevano a noi per un consiglio circa la tutela tecnologica dei propri figli.

L’accesso ai cellulari viene consentito a bambini di età sempre più bassa. È pratica diffusa regalare un dispositivo a bambini piccoli o anche solo prestarglielo per un po’ per fare un gioco per mostrargli un video.

Noi non abbiamo mai dato un parere positivo a questo, in quanto il telefono cellulare trasmette in microonde, e abbiamo spesso affrontato sul sito tematiche tra microonde e bambini

Per quelli piu’ grandicelli abbiamo consigliato un libro e delle regole:

Abbiamo sempre consigliato di non lasciar mai soli i bambini alle prese con internet e di acquistare ed installare software professionali di parental control su dispositivi mobili e fissi:
Oggi vi vogluamo insegnare ad installare un piccolo software di ‘ white list ‘ .

Cosa si intende per white list?

Si intende la possibilità di installare una app che possa stilare una lista di siti che riteniamo attendibili affinché il nostro browser, in questo caso chrome, faccia da ‘ guardia ‘ per impedire l’accesso a siti che non figurano nella nostra lista.

Se volessimo ad esempio dare al nostro bambino, che si affaccia adesso alla navigazione, la possibilità di stare solo sul sito della Lego, metteremo nella nostra white list il sito: https://www.lego.com/it-it/

e lo faremo semplicemente andando a copiare e ad incollare l’indirizzo che troveremo nella barra degli indirizzi

foto della barra degli indirizzi.

Ma veniamo alla spiegazione di come fare.

1. apriamo il browser chrome
2. incolliamo questo indirizzo nella barra degli indirizzi :
https://chrome.google.com/webstore/detail/whitelist-manager/pocjkchlmhkjafdpmkklknmjhokobgmh?hl=it

3. premiamo il tasto verde a destra per installare l’estensione.

 

 

 

 

 

 

 4.una volta aggiunta andiamo nel menù estesioni

 

 

 

 

 

 

 

 

5. Qui nelle estensioni troverete la vostra app white list manager e attiviamola.

 

6. Una volta attivata, sarà abilitato il pulsante ‘ opzioni estensioni

 

 

 

 

 

 

 

 

e aggiungiamo tutti i siti che abbiamo deciso siano permessi, nel nostro caso il sito della Lego

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

chiudiamo e proviamolo subito andiamo sul sito Lego

 

andiamo su un sito diverso, ad esempio la Rai.it

 

 

 

 

 

 

 

Come potete vedere esistono mezzi per proteggere e far sì che si possa consentire l’esperienza della navigazione internet senza incappare in siti inadatti.
Logicamente questo filtro non è difficile da disattivare.
Ma prima che un bimbo possa capire dove si impostano questi parametri, un po’ di tempo passerà.
Vi ricordiamo il nostro articolo sulla ricerca protetta di google qui.