Cem ad alta frequenza: radio digitale (Dab)

Il DAB, acronimo di Digital Audio Broadcasting, è un sistema di diffusione radiofonica digitale, destinata a sostituire nel medio/lungo periodo la radio analogica.
Il sistema DAB è stato sviluppato in Europa nell´ambito del progetto denominato EUREKA ed attualmente è in fase di implementazione in diversi paesi. E´ stato inoltre adottato dall´Australia, alcuni paesi asiatici (Singapore, Taiwan, Corea del Sud, Cina e India) e americani (Canada, Messico, Paraguay) ad eccezione degli Stati Uniti, che utilizzano uno standard differente (IBOC: In Band On Channel). Le nazioni Europee dove il DAB è maggiormente diffuso sono la Gran Bretagna e la Svizzera.
Il DAB opera su tre distinte bande di trasmissione radio: VHF I, VHF III e UHF banda-L (1.452-1.490 GHz).
Rispetto alla diffusione analogica sono diversi i vantaggi apportati dal DAB: innanzitutto una migliore qualità del segnale, attraverso la riduzione delle interferenze e dei disturbi derivanti sia dalla sovrapposizione dei programmi sia dalla presenza di ostacoli nel percorso di diffusione dei segnali, tipiche della trasmissione analogica; anche in caso di debole ricezione, la garanzia della riproduzione audio o la sua totale mancanza se la ricezione è troppo debole. Inoltre una maggiore offerta di servizi all´utente grazie alla possibilità di unire al segnale audio una serie di informazioni supplementari.

Processo di formazione del segnale audio digitale
La creazione del segnale digitale è un processo che può esser scomposto in varie fasi. Una volta effettuata la conversione del segnale audio analogico in segnale digitale (ossia in serie numeriche di bit, 0 e 1), al fine di ottimizzare la qualità della trasmissione, il segnale viene sottoposto ad un processo di post-elaborazione che si può schematizzare in tre distinti passaggi.
Nella prima fase il segnale viene filtrato, in modo da eliminare i toni che non possono essere percepiti dall´udito umano, attraverso un apposito procedimento, denominato MUSICAM (Masking Pattern Adapted Universal Subband Integrated Coding And Multiplexing), che riduce fortemente la mole di dati da trasmettere mantenendo però la qualità.
Nella seconda fase il segnale viene integrato con dati aggiuntivi tipici della tecnologia digitale (testi, immagini, ecc). Oltre al segnale audio, possono infatti essere trasmesse le informazioni di testo relative ai vari brani (es. titolo, autore, anno), visualizzate dinamicamente (dynamic label) sul display del dispositivo ricevente, e dati multimediali, ad es. immagini di copertine dei CD (protocollo MOT: Multimedia Object Transfer). Possono inoltre essere aggiunti servizi di utilità che non fanno parte dei programmi radiofonici, detti NPAD (Non Programme Associated Data) . Le varie informazioni vengono inglobate in un unico flusso di dati digitali.
Nella terza fase il flusso di dati viene frazionato in piccole unità e suddiviso (“impacchettato”) in intervalli temporali, inoltre un apposito sistema di protezione contro gli errori (Protection Level) interviene a ricostruire o ricalcolare gli eventuali pacchetti mancanti o difettosi. I segnali vengono trasmessi in un unico blocco di frequenze di 1.5 MHz, in cui i singoli pacchetti vengono suddivisi fino a un massimo di 1536 frequenze portanti. La tecnica di modulazione su cui si basa la diffusione DAB è detta COFDM (Coded Orthogonal Frequency Division Multiplex) ed ha la caratteristica di essere in grado di ridurre sensibilmente le interferenze migliorando la qualità del segnale.
Negli apparati riceventi il segnale digitale viene ricomposto nella sequenza corretta ed un apposito dispositivo (Viterbi Decoder) effettua un controllo di errore prima di riconvertire il segnale stesso in formato analogico ossia in suoni percepibili dall´udito umano.