La Salute non è solo fisica ma anche mentale e le istituzioni non possono e non devono sostituirsi alla volontà dei genitori, soprattutto se si parla di educazione perché la Costituzione vuole il popolo sovrano, del corpo e della mente, senza imposizioni.
Dal 2017, come C.Li.Va. ci siamo posti il desiderio e l’obiettivo di essere portatori sani di coscienza, di dare sostegno morale, legale e umano per migliaia di famiglie ormai amiche e di essere collante per la nascita di gruppi territoriali.
Siamo cresciuti, insieme, come le nostre attenzioni e la nostra sensibilità.
Un titolo di giornale “Corsi di sesso orale per bambini – Bergamo sposa il modello inglese”, si qui in Italia, non poteva passare senza nostra reazione. Abbiamo dovuto reagire.
MAI “normalizzare” errori ed ingiustizie.
Lasciando al centro della nostra obiezione il consenso informato, vi informiamo che prima di presentare ai nostri figli offerte educative NON obbligatorie sull’educazione sessuale o affettività, la scuola deve richiedere il nostro consenso informato facendo firmare ad entrambi i genitori adeguata informativa di tutto il programma specifico.
Abbiamo inviato questa lettera all’Ufficio Regionale Scolastico della Regione Toscana: la mettiamo a disposizione di tutti voi nel caso vogliate modificare l’intestazione e inviarla al vostro istituto scolastico per ricordare i vostri diritti e le normative di riferimento.
Il consenso libero ed informato va consegnato come diritto ai nostri figli, dobbiamo difenderlo e ringraziare chi col sangue lo ha scritto per noi.
Siamo di nuovo qua a parlare di fenomeni, che tanto fenomeni non sono, e che catturano sempre di piu’ il tempo libero dei nostri ragazzi. Non sappiamo se avete letto il nostro articolo sulla trap.
La nostra redazione composta da amanti della “buona” musica e da musicisti, ha ascoltato molta trap per documentarsi, rischiando di vomitare molte volte, non solo per la bassa qualità compositiva e melodica ma soprattutto per i testi e le immagini dei video.
Questo genere che sta spopolando 8/18 è davvero un po’ pericoloso se non seguito? Oppure non ci sono problemi ed è solo una moda passeggiera?
Spotify (https://it.wikipedia.org/wiki/Spotify) tra i piu’ famosi servizi di musica streaming, pone solamente una piccola scritta ‘ explicit ‘ su brani che con i loro testi toccano tematiche veramente non adatte a un pubblico giovane. Il figo è chi ha scarpe da €500 chi ha soldi in tasca ricavati con lo spaccio, chi ha orologi da €10.000 ecc…
Se i genitori facessero rispettare le regole italiane ed europee già in vigore, un servizio come spotify non si potrebbe installare prima dei 16 anni, come WhatsApp, Facebook, Instagram e tutte quelle applicazioni che richiedono l’accettazione di una policy sul trattamento dei dati personali.
Il nostro intento è di far conoscere a tutti i genitori con figli in età, alcune informazioni che potrebbero ignorare per i più disparati motivi.
Una piccola new entry nel mondo della trap music, analizziamo un attimo lei ma invitiamo ad analizzarli tutti…per capire il messaggio che puo’ passare, o il messaggio che anche solo qualche ragazzino potrebbe raccogliere per sentirsi protagonista come nei testi dei loro cantanti preferiti.
Chadia Rodriguez
20 anni prodotta niente meno che da Big Fish tra i produttori piu’ influenti e rinomati in italia, pensare solo che era il producer di Manuel Agnelli a xfactor nella categoria under (ragazzini)
” Sì, perché tutti lo vogliono senza meritarselo.(NDR il successo) Vogliamo svoltare e vogliamo farlo nel minor tempo possibile. È una corsa al successo, vedi che gli altri hanno successo e allora lo vuoi anche tu, anche se non hai voglia di costruire davvero qualcosa. Nella musica bisogna lavorare duramente e tanto, e non è escluso che tu non ne abbia mai di successo.”
Chadia ha 2 video molto espliciti e uno dei 2 testi non adatto certo a ragazzini:
Lei è prodotta dalla Sony che dichieara sul suo sito:
Esce oggi, venerdì 11 gennaio, “Avere 20 anni”, l’Ep che racchiude tutti i brani di Chadia Rodriguez e che contiene anche il nuovo singolo “Sarebbe comodo” (prod. Big Fish), disponibile subito in radio e in digitale.
“Sarebbe comodo” è un brano autobiografico, un brano di impatto, che prende in pancia, che descrive una vita difficile, dalle scelte non immediate, ma che hanno reso Chadia una giovane donna libera e consapevole delle proprie potenzialità.
Il video, in uscita lunedì 14, semplice e d’impatto, vede una Chadia completamente inedita, in grado di mettere a nudo anche le emozioni più intime.
Sono tutti giochi di uccisioni, di guerra, di morte. Il primo un po’ in stile teste di cuoio, il secondo un po’ cartoon e l’ultimo (gta) proprio “assurdo” dove si puo’ fare tutto quello che una mente malata puo’ pensare, e nel caso siate ingenui e non abbiate in mente queste cose…bhè…è un buon posto per apprendere!! In questo gioco si “insegna” a rubare un auto, andare nel quartiere delle prostitute per caricarle in macchina, stuprarle ucciderle con una mazza da baseball, rubargli i soldi per poi andare nel quartiere degli spacciatori ad acquistare droga o ad investire i soldi ‘ trovati ‘ in qualche losco affare.
Fortnite è un gioco vietato ai minori di 12 anni, gli altri 2 ai minori di 18.
Non dovreste permettere di farci giocare bambini piccoli.
Quello che ci chiediamo è:
cosa succede se mettiamo 2 ore nelle cuffiette musica trap a un ragazzino di 10 anni, lo facciamo giocare un paio di orette a videogiochi violenti, e magari poi esce con la sua crew di amici e si sballano con purple drink? Si cocktail di codeina….non lo sapevate?
Allora vorremo invitare tutti ad una riflessione: tutti i nostri ragazzi sono a livelli differenti, dipendenti dalla tecnologia, da cose che spesso non riusciamo a capire o neanche ad individuare…
siete voi che date accesso alla rete ai vostri figli, con la scusa che sono fuori da soli o che volete stare tranquilli.
Si considera che siamo tutti online da neanche 20 anni e mai come in questo ventennio di connessione i bambini sono sottocontrollo: li accompagnamo a scuola, li riprendiamo, li portiamo all’attività sporitiva o artistica li riportiamo a casa… quando è che è indispensabile che il minore sia connesso? La risposta è mai.
Voi quante volte chiamate vostro figlio sul cellulare? Molti conoscenti mai…ma poi usano la scusa che almeno posso chiamarlo in qualunque momento….comunque non è necessaria la connessione dati ad internet per essere reperibile con un cellulare…
Molti ragazzi, neanche rispondono ai messaggi, infatti uno sviluppatore ha realizzato una app per obbligare il figlio a rispondere:
Vorremo concludere questo articolo evidenziano il social tik tok ex musically
Piace sempre ai piu’ piccoli… ma occhio perché soprattutto alle ragazzine che spesso imparano da piccolissime come ottenere like e cuoricini da i maschietti ovvero con balletti ammiccanti e sexy
I like e i cuoricini rilasciano endorfine è palese, studiato, una realtà:
Bene ci sono dei siti che mettono a disposizione tecnologia per far modo che: dalla tua cameretta tu possa imbastire uno spettacolo erotico in cambio di soldi……
Ebbene sì nella piccola webcam del tablet che avete regalato o del portatile, si possono collegare anche 5000 persone contemporaneamente e con pochi centesimi a testa raggiungere cifre notevoli per soddisfare la richiesta dell’ “performer” che si mostrerà o soddisferà i desideri degli spettatori.
Visto la età molto giovane di alcuni performers siamo sicuri che la selezione per l’iscrizione al servizio non sia così blindata…
Necessita soltanto di una mail e di un conto paypal……
I 4 minorenni di Varese, in carcere per aver rinchiuso in un garage e torturato per circa tre ore e mezza un coetaneo, per estorcergli informazioni su un suo amico con cui la gang avrebbe avuto un presunto debito di droga di 40 euro lo hanno minacciato anche di tenerlo segregato “ad oltranza, fino alla morte”, di “dargli fuoco” ed anche “di tagliargli un dito”. E’ la ricostruzione della vicenda resa nota dalla Procura dei Minori di Milano che ha chiesto e ottenuto la misura cautelare per i quattro i quali, prima delle botte avrebbero “fumato marijuana”.
Da quanto accertato, il 15enne rapito, si legge nella nota, “dopo essere stato legato a una sedia con cavi di acciaio, è stato a più riprese percosso dai quattro indagati”. E stato poi “spogliato, a torso nudo e senza scarpe, gli è stata versata addosso acqua gelida e sapone liquido sugli occhi; gli è stato mostrato un coltello, la cui lama gli è stata appoggiata sulla mano immobilizzata, minacciandolo di tagliargli un dito”.
Dopo di che “alcuni colpi gli sono stati inferti (…) con un bastone ferrato”. In più, “uno dei sequestratori si è temporaneamente assentato, promettendo di ritornare con i pitbull di una parente, che sarebbero stati aizzati contro la vittima” alla quale inoltre sarebbe stato “avvicinato un accendino con una bomboletta di gas minacciando di dargli fuoco”.
“Più volte – prosegue la ricostruzione – il giovane sequestrato è stato minacciato di essere trattenuto nel garage ad oltranza, fino alla morte. Le invocazioni di aiuto sono state tacitate con la minaccia” di chiudergli “la bocca (…) con nastro adesivo, così rendendo difficoltosa anche la respirazione”.
Blitz dei bulli. Insulti al custode e minacce ai ragazzini alla media Masaccio. Tre minori nei guai. Perquisito anche un 11enne
Firenze, 24 novembre 2018 – Un blitz nella scuola media Masaccio in «diretta» sui social. Con insulti al custode, pose da «duri». E minacce a chi ha fatto la spia sulla loro identità.
L’ultima, agghiacciante storia di bullismo arriva da viale Mazzini ed è culminata in una perquisizione, disposta dalla procura dei minori, a casa di tre ragazzini (il più piccolo ha undici anni, il più grande sedici, l’altro quindici) dove sono state trovate pistole giocattolo ma senza il tappo rosso (così da non farle sembrare finte), coltelli, cellulari di dubbia provenienza.
Il blitz dei bulli risale a mercoledì scorso: scavalcando da una finestra, nell’orario di scuola, i tre, non frequentanti della Masaccio (evidentemente avevano «fatto forca» dal loro istituto) avevano deciso di andarsi a fumare una sigaretta dentro il plesso scolastico di Campo di Marte. Ma il bidello dell’istituto si è accorto della loro presenza e ha fatto per allontanarli. Ma mentre uno filmava con lo smartphone, è andata in scena un’esibizione di prepotenza che ha letteralmente impaurito i presenti, prevalentemente ragazzini di terza media.
Il blitz ha avuto anche un seguito, perché chi aveva «testimoniato» sull’identità dei tre autori dell’incursione a scuola, ha ricevuto pesantissime intimidazioni. «Ti taglio la gola», tanto per capire il tenore.
Dell’episodio è stata informata la procura minorile che ieri ha fatto scattare la perquisizione, ipotizzando il reato di minaccia aggravata. Due dei tre minori erano sconosciuti all’autorità giudiziaria minorile, uno, il più grande, invece aveva già un procedimento aperto anche se non sfociato in alcun provvedimento. I magistrati hanno anche visionato il filmato del blitz che era stato diffuso su «Instagram».
Per “digital divide” si intende (wikipedia) il divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione, in particolare personal computer e internet, e chi ne è escluso, in modo parziale o totale.
Con questo termine si intende chi non ha l’accesso alle tecnologie informatiche o perché non ha la possibilità economica, o perché si trova in paesi dove vige la censura o perché non ha le competenze necessarie.
Troviamo un’analogia con il termine sopra spiegato e il divisorio tecnologico che spesso è presente tra genitori e figli: a volte per limitate capacità ‘ tecniche ‘ a volte per mancanza di tempo del genitore oppure perchè si ritiene che internet non sia pericoloso.
Spesso manca la sensibilità, l’intuizione e/o la capacità di percepire i pericoli per i bambini/adolescenti.
Duranti questi anni abbiamo supportato molti adulti che si rivolgevano a noi per un consiglio circa la tutela tecnologica dei propri figli.
L’accesso ai cellulari viene consentito a bambini di età sempre più bassa. È pratica diffusa regalare un dispositivo a bambini piccoli o anche solo prestarglielo per un po’ per fare un gioco per mostrargli un video.
Noi non abbiamo mai dato un parere positivo a questo, in quanto il telefono cellulare trasmette in microonde, e abbiamo spesso affrontato sul sito tematiche tra microonde e bambini
Per quelli piu’ grandicelli abbiamo consigliato un libro e delle regole:
Abbiamo sempre consigliato di non lasciar mai soli i bambini alle prese con internet e di acquistare ed installare software professionali di parental control su dispositivi mobili e fissi:
Oggi vi vogluamo insegnare ad installare un piccolo software di ‘ white list ‘ .
Cosa si intende per white list?
Si intende la possibilità di installare una app che possa stilare una lista di siti che riteniamo attendibili affinché il nostro browser, in questo caso chrome, faccia da ‘ guardia ‘ per impedire l’accesso a siti che non figurano nella nostra lista.
Se volessimo ad esempio dare al nostro bambino, che si affaccia adesso alla navigazione, la possibilità di stare solo sul sito della Lego, metteremo nella nostra white list il sito: https://www.lego.com/it-it/
e lo faremo semplicemente andando a copiare e ad incollare l’indirizzo che troveremo nella barra degli indirizzi
foto della barra degli indirizzi.
Ma veniamo alla spiegazione di come fare.
1. apriamo il browser chrome 2. incolliamo questo indirizzo nella barra degli indirizzi :
3. premiamo il tasto verde a destra per installare l’estensione.
4.una volta aggiunta andiamo nel menù estesioni
5. Qui nelle estensioni troverete la vostra app white list manager e attiviamola.
6. Una volta attivata, sarà abilitato il pulsante ‘ opzioni estensioni ‘
e aggiungiamo tutti i siti che abbiamo deciso siano permessi, nel nostro caso il sito della Lego
chiudiamo e proviamolo subito andiamo sul sito Lego
andiamo su un sito diverso, ad esempio la Rai.it
Come potete vedere esistono mezzi per proteggere e far sì che si possa consentire l’esperienza della navigazione internet senza incappare in siti inadatti.
Logicamente questo filtro non è difficile da disattivare.
Ma prima che un bimbo possa capire dove si impostano questi parametri, un po’ di tempo passerà.
Vi ricordiamo il nostro articolo sulla ricerca protetta di google qui.
Forse non tutti sanno che esiste un filtro di sicurezza minore su google e un area dedicata a questo.
Google ha rilasciato 10 consigli per la navigazione familiare.
1. Parla con la tua famiglia della sicurezza online. Definisci in modo chiaro le regole e le aspettative della tua famiglia per quanto riguarda la tecnologia, nonché le conseguenze in caso di utilizzo improprio. E, cosa più importante, assicurati che i tuoi familiari si sentano abbastanza a proprio agio da chiedere consiglio quando devono prendere decisioni difficili. Questo può aiutarli a sentirsi sicuri mentre esplorano Internet in modo autonomo e a sapere di potersi rivolgere a te per qualsiasi domanda.
2. Utilizzate insieme la tecnologia. È un buon modo di educare alla sicurezza online e crea opportunità per affrontare gli argomenti legati alla sicurezza con la tua famiglia man mano che se ne presenta l’occasione.
3. Discuti dei siti e dei servizi online. Parla con i tuoi familiari dei tipi di siti che preferiscono visitare e di ciò che è appropriato per ciascun membro della famiglia.
4. Proteggi le password. Aiuta la tua famiglia a capire come impostare password sicure online. Ricorda ai tuoi familiari di non divulgare le password, tranne magari a un adulto fidato, ad esempio un genitore. Assicurati che si ricordino sempre di uscire dai propri account online quando utilizzano computer pubblici a scuola, in un Internet café o in biblioteca.
5. Utilizza le impostazioni di privacy e i controlli di condivisione. Esistono molti siti per condividere opinioni, foto, video, aggiornamenti di stato e non solo. Molti di questi servizi offrono controlli e impostazioni di privacy che ti aiutano a decidere chi può vedere i tuoi contenuti prima di pubblicarli. Parla con i tuoi familiari di ciò che è opportuno o meno condividere pubblicamente. Aiutali a rispettare la privacy degli altri non divulgando i dati personali di familiari e amici e non identificando gli utenti per nome nei contenuti condivisi pubblicamente.
6. Controlla i limiti di età. Molti servizi online, tra cui Google, prevedono limiti di età che definiscono chi può usufruire dei relativi servizi. Ad esempio, devi rispettare requisiti d’età per disporre di un account Google, mentre l’utilizzo di alcuni prodotti Google è limitato agli utenti dai 18 anni in su. Controlla sempre i termini e le condizioni di utilizzo di un sito web prima di consentire ai tuoi figli di creare un nuovo account e chiarisci con loro le eventuali regole della tua famiglia per quanto riguarda i siti e i servizi che possono utilizzare.
7. Educa la tua famiglia a comunicare in modo responsabile. Ecco una buona regola pratica: se una cosa ti sembra inappropriata da dire di persona, non inviarla tramite SMS, email, messaggio immediato e non pubblicarla come commento sulla pagina di un utente. Discuti di come ciò che dici online potrebbe fare sentire gli altri e individua linee guida per la tua famiglia su quale tipo di comunicazione è appropriato.
8. Confrontati con altri adulti. Estendi la conversazione ad amici, insegnanti, consulenti, educatori e alla tua famiglia allargata. Gli altri genitori e professionisti che lavorano a contatto con i ragazzi possono essere un’utile risorsa per aiutarti a decidere ciò che è giusto per la tua famiglia, soprattutto se hai a che fare con un’area tecnologica con cui hai poca dimestichezza.
9. Proteggi il tuo computer e la tua identità. Utilizza software antivirus e aggiornalo regolarmente, a meno che utilizzi un Chromebook, che non ha bisogno di software antivirus. Discuti con la tua famiglia dei tipi di informazioni personali (come il codice fiscale, il numero di telefono o l’indirizzo di casa) che non è opportuno pubblicare online. Insegna ai tuoi familiari a non accettare file o aprire allegati email provenienti da sconosciuti.
10. Sii costante. La sicurezza non è statica: la tecnologia è in costante evoluzione, così come le esigenze della tua famiglia. Assicurati di instaurare un dialogo costante. Ridefinisci le regole di base della tua famiglia, controlla i progressi di ciascuno e pianifica del tempo da dedicare al confronto a intervalli regolari.
Il Ministero della salutein questo opuscolo racconta alla popolazione i rischi da ingestione, da contatto e le pene per i costruttori che si muovono attorno agli ftalati.
Dove si trovano gli ftalati
Gli ftalati – si legge sul Guardian – sono ampiamente utilizzati nei contenitori alimentari, nelle pavimentazioni, nei saponi per le mani e negli shampoo. E, prima della messa al bando, erano contenuti anche in alcuni prodotti per l’infanzia. Ma non solo. Gli ftalati li ingeriamo anche. Attraverso i panini e i sandwich, ad esempio, ma solo se consumati in un fast-food, ristorante o tavola calda. Questo spiegherebbe perché gli adolescenti che mangiano fuori hanno fino al 55% di ftalati nel corpo rispetto ai coetanei che mangiano a casa. Nell’elenco figirano anche latte intero, panna e carne (soprattutto quella grassa e il pollame) a causa dell’uso estensivo di queste sostanze iniziato negli scorsi decenni che ha contaminato il suolo e dunque anche il mangime per gli animali. A rischio anche margarina e oli da cucina.
Donne in gravidanza, bambini e adolescenti sono i più vulnerabili agli effetti tossici di questa sostanza che va a danneggiare il sistema endocrino, spiega Julia Varshavsky, della Berkeley e tra gli autori dello studio. Come evitarli? Secondo uno studio pubblicato da Environmental Health Perspectives, è possibile ridurre il livello di esposizione agli ftalati così come al Bps (bisfenolo A) senza grandi sforzi semplicemente evitando il più possibile i cibi confezionati. E poi, consumando alimenti freschi sfusi, lasciando sugli scaffali quelli confezionati in contenitori di plastica o di latta. Scegliendo anche cosmetici e detergenti con buon Inci. Mentre per i bambini bisogna prediligere giocattoli in legno o altri materiali naturali. Per il ministero della Salute, infatti, tra i prodotti più a rischio, ci sono infatti:
Bambole (soprattutto quelle con abiti scintillanti)
Maschere di carnevale
Animali di plastica
Macchinine
Giochi da bagno
Giochi gonfiabili
Giochi da spiaggia
Gomme e altri articoli di cancelleria
Questo videodocumentario ha una parte dedicata agli ftalati e cita ricerche dove si riscontano malattie come autismo, danni ad organi genitali e molto ancora, consigliata la visione.
7 anni arriva il primo smartphone, ma nella fascia 6-8 anni già il 70% dei bambini ha accesso alla rete con il tablet dei genitori, spesso con scarso controllo. Oltre il 16% degli adolescenti (soprattutto maschi) ignora i rischi del sexting on line, ovvero dello scambio di immagini sessualmente esplicite sul Web. E nel 73% delle case i minori guardano la Tv senza il filtro del parental control. Sono i dati contenuti nel Libro Bianco “Media e Minori 2.0” realizzato da Agcom, l’Autorità Garante per le comunicazioni, e presentato nei giorni scorsi alla Camera. Il rapporto ha indagato le competenze digitali di bambini (6-12 anni) e adolescenti (13-17 anni), misurando il loro “attivismo” on line e cercando di cogliere il pericolo percepito dai più giovani nella loro esperienza di navigazione.
Minori in Rete, età sempre più bassa
Secondo i dati, se per i bambini l’età del primo smartphone si è abbassata a 7 anni, per gli adolescenti (fascia d’età 9-12 anni) è scesa a 10 anni. In generale, i genitori si mostrano attenti conoscitori delle abitudini di consumo online dei bambini, mentre solo l’1% dichiara di essere all’oscuro delle attività svolte dai propri figli. Agcom spiega che i bambini utilizzano Internet principalmente per attività ludiche, come cercare video, giocare con videogiochi da soli, ascoltare musica, scaricare app o programmi. L’uso di Internet viene motivato anche da necessità di studio (per il 54,7% dei genitori), anche se il dato dipende soprattutto dall’utilizzo fatto dai bambini dai 9 ai 12 anni. Quasi il 21% dei genitori, però, afferma che il proprio figlio naviga on line senza uno scopo particolare, « lasciando così sottintendere – sottolinea il rapporto – di non essere probabilmente a conoscenza di cosa i propri figli realmente facciano».
Tv senza filtri nel 73% dei casi
Secondo Agcom i genitori appaiono attenti e “sensibili” ai simboli per il parental control in Tv. L’82,4%, infatti, dichiara di aver notato programmi contrassegnati dalla segnaletica e, alla domanda sul significato attribuito ai simboli di colore giallo, l’83, 6% ha fornito la risposta corretta, ossia «che la visione del programma da parte dei minori debba essere accompagnata dagli adulti». Anche se conosciuto, però, il parental control non è utilizzato dal 73% degli intervistati. Tra le motivazioni addotte dai genitori c’è quella che «il minore non guarda la Tv senza la supervisione degli adulti», e dunque il parental control è considerato inutile (per il 46,6%), mentre altri sostengono, a torto, che i “filtri” sono disponibili solo per i canali a pagamento. Ancora, un altro 24, 5% si dichiara completamente disinteressato all’uso del parental come strumento di tutela.
Età del figlio
4-6 anni
7-12 anni
Totale
Età del figlio
4-6 anni
7-12 anni
Totale
Mio figlio non guarda mai la Tv senza un adulto
54,9
42,4
46,6
La nostra Tv non ne permette l’utilizzo
7,9
7,9
7,9
È disponibile solo per le Tv a pagamento e non per la Tv digitale terrestre non a pagamento
5,7
3,3
4,1
Non so come attivarlo
12,6
10,5
11,2
Costa troppo
0,7
0,4
0,5
Non mi interessa utilizzarlo
14,9
29,2
24,5
Altro
3,3
6,3
5,2
Totale
100,0
100,0
100,0
Fonte: Rilevazioni Censis per Agcom, elaborazioni Agcom
Sexting, per il 16% degli adolescenti è solo «uno scherzo»
Sul fronte degli adolescenti fra i 13 e 17 anni – che mostrano un utilizzo molto intenso dello smartphone tanto da essere considerati “always on”, cioè sempre collegati- il rapporto mette in luce dati preoccupanti riguardo al fenomeno del sexting, evidenziando una diversa percezione del rischio tra ragazzi e ragazze. Il 16,2% dei maschi ed il 9,5% delle femmine lo giudicano infatti come uno scherzo tra amici, ed il 10,7 % dei maschi ed il 5,9% delle femmine come un modo per sedurre qualcuno e per lanciare segnali di interesse. Sembrerebbe quindi, sottolinea Agcom, «che il genere femminile abbia più consapevolezza della pericolosità del sexting e delle conseguenze che da esso ne potrebbero scaturire».
Età del figlio
6-8 anni
9-12 anni
Totale
Età del figlio
6-8 anni
9-12 anni
Totale
Personal computer fisso o portatile
56,0
73,0
67,7
Smartphone personale
14,0
53,7
41,3
Smartphone di altre persone
50,3
48,0
48,7
Tablet
70,5
68,5
69,1
Smart Tv
26,5
20,2
22,2
Lettore multimediale
12,5
13,5
13,2
Console videogiochi
32,3
36,2
35,0
Nota: Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte
Fonte: Rilevazioni Censis per Agcom, elaborazioni Agcom
«Bilanciare opportunità media e tutela»
Secondo il presidente dell’Agcom, Angelo Cardani è necessario «trovare un bilanciamento tra i rischi di un uso improprio del web e le sue opportunità di apprendimento e di allargamento delle conoscenze nelle dieta mediatica dei giovani». «I rischi – ha sottolineato Cardani durante la presentazione del Libro Bianco – sono una lista infinita, dal cyberbullismo a tutto ciò che attiene all’uso improprio della sfera sessuale che abita a vedere i rapporti in maniera distorta». Secondo il presidente è sui nuovi media che va focalizzata l’attenzione, altri media, come la televisione, «hanno strumenti di regolazioni più facili da gestire».
Solo il 17% dei genitori italiani si accorge del peso eccessivo dei propri figli, mentre il 98% non lo considera un problema medico.
A rivelarlo è un’indagine di Altroconsumo su ventimila famiglie con figli under 10. Un dato allarmante che fotografa come spesso dietro un rapporto sbagliato con il cibo dei bambini ci siano non solo stili di vita scorretti adottati in famiglia, ma anche una sottovalutazione del fenomeno da parte di mamme e papà.
Ma quali sono le abitudini e i comportamenti sbagliati che possono indurre i bambini a mangiare in modo eccessivo? Scopriamoli insieme.
1. SALTARE LA COLAZIONE
La colazione è fondamentale per non arrivare troppo affamati al pasto successivo e mangiare di più nell’arco dell’intera giornata. L’ideale è condividerla con tutta la famiglia a tavola, ma se al mattino vai di fretta «prepara la sera prima dei piccoli contenitori con frutta già tagliata: tuo figlio potrà consumarla mentre si reca a scuola», è il suggerimento di Paola Salgarelli, biologa nutrizionista e specialista in Scienze dell’alimentazione.
2. MANGIARE DAVANTI A TV E TABLET
Meglio evitare le distrazioni a tavola, una regola che non dovrebbe valere solo per i più piccoli, ma anche per gli adulti di casa. Consumare i pasti davanti a tablet, PC e altri apparecchi digitali può essere dannoso. «Favorisce l’obesità e riduce la capacità di controllare consapevolmente la quantità di cibo che si mangia. Non permette di assaporare a pieno la qualità e la bontà di ciò che si sta consumando», spiega la nutrizionista. Inoltre, aggiunge la psicologa Schiralli, «rende difficile distinguere il pieno dal vuoto, la fame dalla sazietà, avviando un processo di disconoscimento delle sensazioni fisiche e delle emozioni».
3. SCEGLIERE FUORI ORARIO SNACK IPERCALORICI
«A metà mattina e a metà pomeriggio è molto importante spezzare il digiuno con uno spuntino che permetta al piccolo di arrivare non troppo affamato ai pasti principali e che, allo stesso tempo, non rovini l’appetito per il pranzo o per la cena», spiega la dottoressa Salgarelli. Da evitare cibi elaborati e ricchi di grassi. Spazio, invece, alla frutta.
4. MANGIARE SPESSO AL FAST FOOD
Soprattutto se il bambino è in sovrappeso è bene limitare il consumo di pasti preparati industrialmente. Meglio evitare hamburger, patatine, salse e altri cibi da fast food. «Si tratta di alimenti ricchi di grassi saturi, sale e zuccheri, colesterolo, carboidrati raffinati e altre sostanze dannose», spiega la nutrizionista. «Attenzione, poi, alle bevande zuccherate. Il consumo eccessivo di zuccheri semplici risulta essere una delle prime cause dell’obesità infantile. Questo perché gli zuccheri in eccesso, guidati dall’azione dell’insulina, vengono immagazzinati sotto forma di grassi all’interno dei tessuti adiposi».
5. FARE POCO MOVIMENTO
Bando alla pigrizia. Anche svolgere una disciplina sportiva può essere di aiuto per rieducare il piccolo a una sana e corretta alimentazione. «L’attività fisica, se fatta in maniera costante, permette di ottenere progressivamente un innalzamento del metabolismo basale che fa sì che l’organismo consumi di più, anche a riposo», afferma la nutrizionista. «Questo vale per grandi e piccini. Nei piccoli in sovrappeso questo meccanismo permette di contenere l’aumento di peso senza particolari sacrifici a tavola».
6. DIRE AL PICCOLO CHE MANGIA TROPPO
Mortificare un bambino che mangia troppo, umiliarlo o ridicolizzarlo, così come sgridarlo, non serve, anzi, si potrebbe ottenere l’effetto contrario. «Meglio cercare di capire cosa il bambino stia cercando di comunicare con questo atteggiamento, dedicare del tempo per stare insieme, giocare e condividere emozioni insieme a lui», suggerisce la psicologa. «Ripetere al bambino cosa è meglio fare o non fare a proposito del cibo si rivela sempre un pessimo metodo educativo. Occorre armarsi di pazienza ed educare il proprio bambino ad accettare gli alimenti sani, magari facendo la spesa insieme e coinvolgendolo nella cucina».
7. RIPETERE CHE UN CIBO DI CUI È GHIOTTO FA INGRASSARE
È sbagliato ripetere all’infinito a tuo figlio che un cibo di cui va matto fa ingrassare. «Occorre semplicemente non comprare quell’alimento» dice la psicologa Schiralli. «Ai bambini non va spiegato sempre tutto. Come potrebbe capire la differenza tra zuccheri semplici e composti? Cosa potrebbe capire di colesterolo? Insomma: se ci avventurassimo a convincere un bambino con questi argomenti di biologia molecolare, lui capirebbe soltanto che abbiamo una grande difficoltà a dire “no”. E quindi insisterà fino allo sfinimento. Cercate, invece, di non chiedere al bambino cosa vuole mangiare e non fornite menù alternativi»..
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