Dispositivo di sicurezza anti abbandono di neonato

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Anche la tecnologia digitale aiuta a proteggere i piccoli
in automobile.

Un imprevedibile black out della mente che, in
condizioni di stress o per il poco sonno, può avere conseguenze irrimediabili. Parliamo di sicurezza dei bambini in auto e in particolare dei numerosi casi, riportati dalle cronache soprattutto estive, di piccoli lasciati per ore in auto dal genitore. Una dimenticanza provocata da un “corto circuito” mentale che gli esperti chiamano amnesia dissociativa, dagli effetti a volte fatali. Per prevenire fatti simili, la normativa italiana ha approvato una legge che dal 1° luglio prossimo impone l’uso di nuovi dispositivi tecnologici di supporto ai genitori.
Uno di questi è Tippy, uno strumento anti-abban-dono realizzato da Digicom: si tratta di un cuscinetto “intelligente” da posizionare sulla seduta del seggiolino auto del bimbo, che si connette al cellulare del genitore grazie a una App scaricata sullo smartphone per avvisarlo con un allarme sonoro se si allontana lasciando il piccolo all’interno dell’auto. Se il genitore non risponde all’allarme entro un certo tempo, il sistema invia un sms ai numeri telefonici d’emergenza preimpostati con le coordinate geografiche dell’auto, creando una vera e propria rete di soccorso immediata.
Ormai da tempo in vigore, ma mai scontate, le regole sull’uso dei seggiolini per il trasporto dei bambini in auto, obbligatori dalla nascita fino ai 36 chili di peso del bambino. Fino ai 9 chili di peso e ai 15 mesi di età il seggiolino deve essere del gruppo 0 o 0+ e va posizionato al contrario rispetto al senso di marcia. Dai 9 chili in su invece i seggiolini si suddividono nei gruppi 1-2-3 per bambini dal peso 9-36 chili e 2-3 per bambini dai 15 ai 36 chili, e vanno posizionati nel senso di marcia.
Non solo in auto
Per la sicurezza dei bambini risulta fondamentale anche l’uso del casco per la bicicletta, sia nel caso che il piccolo sia un passeggero sia nel caso conduca lui stesso la bicicletta o il monopattino, oggi di moda, anche nella versione “tecnologica” dell’overboard. Nel 2017 la Francia ha fatto da apripista approvando una legge sull’obbligo del casco in bicicletta sotto i 12 anni.

Ad ispirare il legislatore uno studio del Consiglio nazionale della sicurezza stradale francese dal quale emerge che «indossare un casco ridurrebbe il rischio di ferite alla testa, sia nel caso di caduta accidentale che di collisione con un veicolo. L’uso del casco diminuisce il rischio di lesioni serie del 70% e di lesioni minori del 31%, oltre a ridurre del 28% il pericolo di cicatrici al viso. La parte neurologica della ricerca evidenzia che indossarlo abbassa drasticamente il numero di casi di perdita di coscienza, tanto che procedendo a velocità prossima a 10 km/h il rischio passa dal 98% in caso di testa nuda allo 0,1% peri bambini protetti».

Letizia Coppetti