Nessuno mette like alla sua foto, 15enne si uccide

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Era completamente dipendente dai social e il non avere ricevuto nemmeno un like a una foto l’ha sconvolta a tal punto da decidere di togliersi la vita.

 

 

 

Ruby Seal aveva solo 15 anni ed era convinta di non piacere alle persone. Si era chiusa nel suo mondo e trascorreva le giornate chiusa nella sua stanza di Carlisle, in Gran Bretagna. Da lì dentro si metteva in connessione con il suo mondo virtuale fatto di amici che non esistevano nella vita reale. Da lì ha lanciato diversi segnali d’aiuto a quel mondo fatto di utenti che non la conoscevano abbastanza per prendere sul serio quei messaggi.

E così, nel silenzio generale di quel mondo virtuale, Ruby ha deciso di togliersi la vita. Era il 21 febbraio 2017: a ritrovare il suo cadavere furono le sorelline più piccole, che ancora oggi convivono con quel trauma. Ora sua madre sta raccogliendo le firme da presentare per proporre una legge che banni dai social media i ragazzi di età inferiore ai 16 anni. Un’utopia alla quale Julie, 42 anni, ha deciso di non rinunciare. «Sono sicura che se i social media non fossero esistiti Ruby sarebbe ancora con noi».

Julie ha raccontato che la figlia trascorreva le ore in camera e quando lei le chiedeva di uscire la figlia si rifiutava. Così, preoccupata per quella chiusura verso il mondo, la donna aveva cambiato la password del wifi. Ma Ruby era riuscita a oltrepassare l’ostacolo: si era collegata con il 4G, finendo per far recapitare alla madre una bolletta da 200 sterline. «L’avevo rimproverata e avevamo litigato» ha raccontato Julie. Ma Ruby, ossessionata dai like, era rientrata in camera e da lì aveva iniziato a postare in modo spasmodico. Le sue foto e i suoi post su Snapchat, però, non ricevevano i “like” sperati: nella sua testa si era instaurata l’idea di non piacere a nessuno. Il peggiore dei suoi incubi era diventato realtà e, dopo aver postato quesiti della serie “cosa farei se fosse l’ultimo giorno della mia vita?”, si è tolta la vita.

«Ruby da bambina era divertente, intelligente, spiritosa – ha detto Julie – poi le cose sono cambiate quando è cresciuta. Ha cominciato ad aver paura di non piacere alla gente e queste insicurezze hanno preso sempre più piede con l’uso dei social. È facile dire “togli il telefono a tua figlia”, ma non è così facile. Anche le piattaforme dei social devono assumersi le loro responsabilità. Nessun bambino deve perdere la vita perché ha preferito vivere in una vita virtuale e non in quella reale».

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NDR

I SOCIAL E GLI INSTANT MESSAGING SONO VIETATI AI MINORI DI 16 ANNI!!!

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“YouTube spia i bambini per inondarli di pubblicità”. In arrivo maxi multa per Google

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WASHINGTON – Google ha raggiunto un accordo con la Federal Trade Commission (Ftc), l’autorità statunitense che tutela i consumatori, sulla violazione della privacy dei bambini da parte di YouTube, controllata di Mountain View.

Lo riporta il Washington Post, segnalando che Google è stata ritenuta colpevole di aver violato la legge Coppa (Children’s Online Privacy Protection Act) che vieta il tracciamento e il ‘targeting’ commerciale per gli utenti di età inferiore ai 13 anni. E’ prevista una multa milionaria.

YouTube è stata accusata di aver spiato i bambini che visitano la sua piattaforma raccogliendo i dati per mandare in streaming pubblicità mirate. Il ricorso è stato presentato da oltre 20 studi legali e associazioni dei consumatori.

Ragazzina di 16 anni si toglie la vita dopo aver postato un sondaggio su Instagram: “Devo vivere o morire?”

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Secondo quanto riportato dal Guardian la ragazzina, il cui nome non è stato reso noto, aveva pubblicato un sondaggio con una didascalia molto breve: “È molto importante, aiutatemi. Scegliete V/M”. Il 69% del suoi follower ha scelto “morte”

 

È Jamie Fullteron, inviato del Guardian a Bangkok, a riportare la notizia. Una ragazzina di 16 anni si sarebbe tolta la vita dopo aver pubblicato un sondaggio su Instagram nel quale chiedeva ai suoi follower se doveva vivere oppure suicidarsi. Secondo quanto riportato dal giornale britannico, il 69% dei follower avrebbero risposto sì e così la ragazza si è tolta la vita. Fonti di polizia dello stato di Sarawak hanno fatto sapere che la sedicenne, il cui nome non è stato reso noto, aveva postato un sondaggio con una didascalia molto breve: “È molto importante, aiutatemi. Scegliete V/M“. “Vita” o “morte”. Secondo Ramkarpal Singh, avvocato dello stato di Penang, nella Malaysia occidentale, coloro che hanno risposto “sì” dovrebbero essere indagati per istigazione al suicidio che in Malaysia è punibile con la morte se riguarda un minore: “La ragazzina sarebbe ancora viva se la maggioranza dei suoi follower l’avesse scoraggiata dal suicidarsi? Il voto ha davvero influenzato la sua decisione?”, si chiede il legale. La sedicenne avrebbe scritto su Facebook: “Voglio morire, sono stanca”. Il suo corpo sarebbe stato ritrovato in strada dal fratello.

Il ministro della gioventù e dello sport Syed Saddiq Syed Abdul Rahman ha parlato di come questa tragedia renda necessaria una discussione sulla salute mentale dei ragazzi: “Sono seriamente preoccupato riguardo allo stato di saluto mentale dei ragazzi – ha detto – è una priorità nazionale che dobbiamo affrontare con serietà“. Sono molti i dibattiti legati all’uso di Instagram da parte dei minori: negli Stati Uniti la popolare app ha lanciato una guida per i genitori, parents.instagram.com, che dovrebbe essere di aiuto nell’insegnare e nel tutelare i propri figli.

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Ragazzini giocano a fare i baby gangster per conquistare la città come in Gta per conquistare Monza : arrestati

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Monza, ragazzini giocano a fare i baby gangster per conquistare la città: arrestati
„Giocavano a fare i criminali con la Playstation, e poi cercavano di replicare quello che facevano con un joypad nella realtà. In dieci mesi (da marzo 2018 a gennaio 2019) avrebbero commesso una sfilza di reati per i quali sono accusati, a vario titolo, di tentato omicidio, rapina aggravata, lesioni, furto, minacce e spaccio. E per loro — la “compagnia del Ponte”, sei ragazzi sia maggiorenni che minorenni — sono scattate le manette nella giornata di sabato 13 aprile in seguito a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal tribunale di Monza ed eseguita dagli agenti della questura“

 

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Minorenni offrivano sesso ai compagni per copiare i compiti

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Sesso in cambio di favori tra minorenni, per ricariche telefoniche e regali ma soprattutto per poter copiare i compiti.

 

Accade nelle scuole italiane e a rivelarlo sono direttamente loro, gli studenti che, attraverso un’indagine del Telefono azzurro in collaborazione con Doxa Kids, svelano le paure e i rischi di una generazione spesso troppo poco ascoltata. Lo studio, portato avanti su un campione di 1553 adolescenti dai 12 ai 18 anni, emergono infatti dati sulla sfera sessuale decisamente fuori controllo. E non solo.

SESSO A SCUOLA – Il 10% degli intervistati infatti, alla domanda “A scuola ti è capitato di…”, ammette di aver sentito che qualcuno ha avuto rapporti sessuali a scuola in cambio di denaro o regali. E non è tutto. Il 57% conosce ragazzi che hanno avuto rapporti sessuali prima dei 14 anni , il 46% dichiara di avere amici che visitano siti pornografici e 1 su 10 si è iscritto a siti per single e per incontri. Il dato, secondo gli esperti di Telefono azzurro, è particolarmente preoccupante perchè questi siti sono riservati agli adulti e frequentati da adulti. Il minorenne quindi si ritroverà ad incontrare persone molto più grandi di lui. Il 13% utilizza app create apposta, in molti casi facendo veicolare immagini “forti”, e il 36% infatti conosce qualcuno che ha fatto sexting, inviando foto osè.

DROGA TRA I BANCHI – Il sesso a rischio, in realtà, non è l’unico problema nè quello più presente. La maggior parte degli studenti infatti, oltre il 40%, alla domanda “A scuola ti è capitato di…” racconta di aver sentito qualcuno vendere droghe e fumo. Il 13% ammette di fare uso di droghe e secondo gli esperti di Telefono Azzurro la percentuale è sottostimata, visto che il 53% conosce almeno una persona che ne fa uso. Si abbassa notevolmente l’età dei fruitori di droga: ne fa uso il 3% dei ragazzi tra gli 11 e i 14 anni. Oltre il 21% della fascia tra i 15 e i 19 anni. Sotto i 14 anni, la droga viene utilizzata soprattutto nelle discoteche, dai 15 ai 19 anni invece il luogo diventa pubblico: al parco nel 52,4% dei casi e a scuola o a casa dove, il 41% degli intervistati, racconta di aver sentito che qualcuno vendeva droga.

ALLARME SICUREZZA IN CLASSE – Il 19% degli studenti, uno su 5, racconta di aver assistito a furti all’interno della scuola e il 35% dei ragazzi vorrebbe che a scuola ci fosse maggior sicurezza personale: più protezione quindi da episodi di bullismo e violenza in generale. Il 17,5% ha assitito a un episodio di violenza nei confronti di un docente e il 35% ammette di essere stato lui stesso vittima di bullismo, tra questi il 68% nel contesto scolastico. Come reagiscono i ragazzi ad episodi di bullismo? Spesso subiscono, senza reagire nè chiedere aiuto: uno su 3 ammette di aver lasciato perdere, il 22% non lo ha detto a nessuno. Il 29% racconta invece di aver reagito cercando di difendersi e 1 su 5 ha avvisato i genitori.

BEING A TEEN – Telefono azzurro, in collaborazione con la società di comunicazione Luis.it, sta realizzando un film sull’adolescenza: tutti gli studenti sono invitati quindi a inviare un cortometraggio di 5 minuti massimo, in cui raccontano la loro adoelscenza. I video migliori saranno raccolti nel film. Il video può essere inviato a beingteen@azzurro.it entro il 7 dicembre.

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Quindicenne rapito e torturato: gli aggressori, ti diamo fuoco

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I 4 minorenni di Varese, in carcere per aver rinchiuso in un garage e torturato per circa tre ore e mezza un coetaneo, per estorcergli informazioni su un suo amico con cui la gang avrebbe avuto un presunto debito di droga di 40 euro lo hanno minacciato anche di tenerlo segregato “ad oltranza, fino alla morte”, di “dargli fuoco” ed anche “di tagliargli un dito”. E’ la ricostruzione della vicenda resa nota dalla Procura dei Minori di Milano che ha chiesto e ottenuto la misura cautelare per i quattro i quali, prima delle botte avrebbero “fumato marijuana”.

Da quanto accertato, il 15enne rapito, si legge nella nota, “dopo essere stato legato a una sedia con cavi di acciaio, è stato a più riprese percosso dai quattro indagati”. E stato poi “spogliato, a torso nudo e senza scarpe, gli è stata versata addosso acqua gelida e sapone liquido sugli occhi; gli è stato mostrato un coltello, la cui lama gli è stata appoggiata sulla mano immobilizzata, minacciandolo di tagliargli un dito”.

Dopo di che “alcuni colpi gli sono stati inferti (…) con un bastone ferrato”. In più, “uno dei sequestratori si è temporaneamente assentato, promettendo di ritornare con i pitbull di una parente, che sarebbero stati aizzati contro la vittima” alla quale inoltre sarebbe stato “avvicinato un accendino con una bomboletta di gas minacciando di dargli fuoco”.
“Più volte – prosegue la ricostruzione – il giovane sequestrato è stato minacciato di essere trattenuto nel garage ad oltranza, fino alla morte. Le invocazioni di aiuto sono state tacitate con la minaccia” di chiudergli “la bocca (…) con nastro adesivo, così rendendo difficoltosa anche la respirazione”.

Choc in una scuola media. “Vi tagliamo la gola”. E il video finisce sui social

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Blitz dei bulli. Insulti al custode e minacce ai ragazzini alla media Masaccio. Tre minori nei guai. Perquisito anche un 11enne

 

Firenze, 24 novembre 2018 –  Un blitz nella scuola media Masaccio in «diretta» sui social. Con insulti al custode, pose da «duri». E minacce a chi ha fatto la spia sulla loro identità.

L’ultima, agghiacciante storia di bullismo arriva da viale Mazzini ed è culminata in una perquisizione, disposta dalla procura dei minori, a casa di tre ragazzini (il più piccolo ha undici anni, il più grande sedici, l’altro quindici) dove sono state trovate pistole giocattolo ma senza il tappo rosso (così da non farle sembrare finte), coltelli, cellulari di dubbia provenienza.

Il blitz dei bulli risale a mercoledì scorso: scavalcando da una finestra, nell’orario di scuola, i tre, non frequentanti della Masaccio (evidentemente avevano «fatto forca» dal loro istituto) avevano deciso di andarsi a fumare una sigaretta dentro il plesso scolastico di Campo di Marte. Ma il bidello dell’istituto si è accorto della loro presenza e ha fatto per allontanarli. Ma mentre uno filmava con lo smartphone, è andata in scena un’esibizione di prepotenza che ha letteralmente impaurito i presenti, prevalentemente ragazzini di terza media.

Il blitz ha avuto anche un seguito, perché chi aveva «testimoniato» sull’identità dei tre autori dell’incursione a scuola, ha ricevuto pesantissime intimidazioni. «Ti taglio la gola», tanto per capire il tenore.

Dell’episodio è stata informata la procura minorile che ieri ha fatto scattare la perquisizione, ipotizzando il reato di minaccia aggravata. Due dei tre minori erano sconosciuti all’autorità giudiziaria minorile, uno, il più grande, invece aveva già un procedimento aperto anche se non sfociato in alcun provvedimento. I magistrati hanno anche visionato il filmato del blitz che era stato diffuso su «Instagram».

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Il video hard tra ragazzini continua a circolare nelle scuole. Una mamma: “E’ terribile”

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NDR: Se un minore di anni 16 ha un software di istant messaging (snapchat, whatup, telegram, viber , ecc) o è iscritto ad un social (tiktok, facebook,istagram ecc) vuol dire che è stato autorizzato dai genitori ed affrontiamo il discorso in questo articolo ‘WhatsApp vietato agli under 16’  ed in questo Facebook, “vietata iscrizione ai minori di 16 anni”. Lo vuole Bruxelles.

Firenze, 21 novembre 2018 – Dal Chianti a Firenze. Continua purtroppo a rimbalzare nelle chat degli adolescenti il video dai contenuti pedopornografici che, prima apparso in una classe della scuola secondaria di primo grado di San Casciano Val di Pesa, adesso sta circolando anche nella nostra città. Sono sotto choc i genitori di una classe terza della media Beato Angelico. «Un video terribile. Non riuscirei mai e poi mai a rivederlo», dice una mamma. Tre i minorenni protagonisti: una femmina e due maschi. E tutti ben riconoscibili in volto. Le scene, ambientate in un esterno, forse un giardino pubblico, pare che siano state girate all’estero. Nonostante le denunce alla Polizia postale e il ‘reset’ dei cellulari dei ragazzini, continuano – ahinoi, – a ‘volare’ di chat in chat. «Il video – racconta la mamma – è finito proprio nella chat di scuola di mia figlia, che di fronte a quelle immagini è rimasta malissimo».

«Tutti i ragazzini sono molto scossi. Gli incontri con la Postale però sono serviti moltissimo, perché gli studenti hanno subito avvertito noi genitori e nessuno di loro ha condiviso quei minuti osceni». Ieri la rappresentante di classe è andata alla Postale. E la stessa cosa faranno, in questi giorni, gli altri genitori. «Da parte nostra – prosegue la mamma – abbiamo fatto cancellare quei video e siamo andati subito a scuola, dove è stato attivato il percorso con la docente che di solito tiene i contatti con la Postale e che si occupa dei progetti sull’argomento». Le famiglie hanno affrontato il tema coi figli, con tutta la delicatezza del caso.

«Abbiamo ribadito quanto sia pericoloso divulgare certi contenuti e li abbiamo messi in guardia anche su quelle foto stupide che ogni tanto i ragazzini tendono a farsi», prosegue la mamma. Gli studenti, purtroppo, quelle immagini se le sono viste piombare sullo schermo e, dunque, almeno in parte le hanno viste. «Immancabilmente», sospirano i genitori. Che pensano anche ai protagonisti di quel video hot: «Si vedono così bene in viso… Com’è possibile che ragazzini dell’età dei nostri figli diventino protagonisti di filmati hard?».

È allarmante la frequenza con cui si stanno verificando simili episodi. Un fenomeno che va di pari passo con l’uso, e spesso l’abuso, di internet da parte dei giovanissimi. Tutto si propaga via chat alla velocità della luce. Per questo le scuole sono sempre più in prima linea sul versante dell’educazione ad un uso consapevole delle tecnologie.

Elettra Gullè

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Sesso fra bimbi su whatsapp. Il video choc fa il giro della scuola

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Firenze, denuncia della preside. Caccia a chi l’ha diffuso sul web. L’appello della procura ai genitori: controllate il telefono dei bambini

di AMADORE AGOSTINI
Ultimo aggiornamento il 2 novembre 2018 alle 07:11

Firenze, 2 novembre 2018 – Dieci secondi che scuotono le coscienze. Quelle di chi è genitore e e di chi ha la responsabilità morale e pratica della crescita dei bambini. Un video diffuso in modo virale su WhatsApp ha fatto rabbrividire mamme, insegnanti e le stesse forze dell’ordine. In quelle immagini si vedono dieci secondi di sesso tra una bambina che avrà sì e no 10 anni e un paio di ragazzini forse di poco più grandi di lei. La piccola si vede perfettamente in viso. Sorride durante le riprese e durante il sesso come se fosse una cosa buffa. Comunque naturale.

Parla e ride tranquilla con i suoi amichetti. Il filmato, per quanto è stato possibile valutare finora, è stato girato in una località vicina al mare in provincia di Roma. Anche l’accento dei baby protagonisti infatti è schiettamente romano come il panorama sullo sfondo. Filmato  però che, volando attraverso il web, è stato visto da un ragazzo di una scuola media del Mugello, in provincia di Firenze, che ha avvertito subito la professoressa. La docente ha portato il cellulare alla direttrice didattica che ha fatto immediatamente denuncia ai carabinieri. I militari hanno trasmesso una notizia di reato alla procura dei minori di Firenze che ha aperto una inchiesta. Per il momento a carico di ignoti.

Continua…