Dentro ci saranno anche alcuni video che proiettiamo durante gli incontri.
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Nel 2013 Le Iene, programma televisivo di ‘ inchiesta ‘ ha intervistato il direttore dell’ istituto Ramazzini di Bologna.
L’inviato fece un’importante intervista al Dott. Morando Soffritti, direttore scientifico della Fondazione B. Ramazzini.
Guardate il servizio:
Se avete visto il video, oltre alle dovute preoccupazioni per voi e sopratutto per i vostri bimbi, potete leggere le conclusioni dello studio che nel frattempo è finito.
Credete che qualcuno abbia detto qualcosa? Hanno detto che le centinaia di ricercatori che hanno sottoscritto la pericolosità del 5G non sono da prendere in considerazione.
Firenze, 21 novembre 2018 – Dal Chiantia Firenze. Continua purtroppo a rimbalzare nelle chat degli adolescenti il video dai contenuti pedopornografici che, prima apparso in una classe della scuola secondaria di primo grado di San Casciano Val di Pesa, adesso sta circolando anche nella nostra città. Sono sotto choc i genitori di una classe terza della media Beato Angelico. «Un video terribile. Non riuscirei mai e poi mai a rivederlo», dice una mamma. Tre i minorenni protagonisti: una femmina e due maschi. E tutti ben riconoscibili in volto. Le scene, ambientate in un esterno, forse un giardino pubblico, pare che siano state girate all’estero. Nonostante le denunce alla Polizia postale e il ‘reset’ dei cellulari dei ragazzini, continuano – ahinoi, – a ‘volare’ di chat in chat. «Il video – racconta la mamma – è finito proprio nella chat di scuola di mia figlia, che di fronte a quelle immagini è rimasta malissimo».
«Tutti i ragazzini sono molto scossi. Gli incontri con la Postale però sono serviti moltissimo, perché gli studenti hanno subito avvertito noi genitori e nessuno di loro ha condiviso quei minuti osceni». Ieri la rappresentante di classe è andata alla Postale. E la stessa cosa faranno, in questi giorni, gli altri genitori. «Da parte nostra – prosegue la mamma – abbiamo fatto cancellare quei video e siamo andati subito a scuola, dove è stato attivato il percorso con la docente che di solito tiene i contatti con la Postale e che si occupa dei progetti sull’argomento». Le famiglie hanno affrontato il tema coi figli, con tutta la delicatezza del caso.
«Abbiamo ribadito quanto sia pericoloso divulgare certi contenuti e li abbiamo messi in guardia anche su quelle foto stupide che ogni tanto i ragazzini tendono a farsi», prosegue la mamma. Gli studenti, purtroppo, quelle immagini se le sono viste piombare sullo schermo e, dunque, almeno in parte le hanno viste. «Immancabilmente», sospirano i genitori. Che pensano anche ai protagonisti di quel video hot: «Si vedono così bene in viso… Com’è possibile che ragazzini dell’età dei nostri figli diventino protagonisti di filmati hard?».
È allarmante la frequenza con cui si stanno verificando simili episodi. Un fenomeno che va di pari passo con l’uso, e spesso l’abuso, di internet da parte dei giovanissimi. Tutto si propaga via chat alla velocità della luce. Per questo le scuole sono sempre più in prima linea sul versante dell’educazione ad un uso consapevole delle tecnologie.
La maggior parte delle volte il primo cellulare, consegnato troppo presto, ha un sistema operativo android.
Vi vogliamo spiegare come è possibile fare un monitoraggio non troppo invasivo del dispositivo di vostro figlio.
Il minore deve avere un account google. Purtroppo e a nostro avviso senza senso, per creare un profilo ‘ figlio ‘ serve una carta di credito non prepagata, unico documento riconosciuto da google come valido per identificare una persona.
In europa è possibile avere una mail personale dal sedicesimo anno di età:
Abbiamo fatto una prova e il sistema che andremo a spiegare di parental control funziona anche per i profili +16.
Google mette a disposizione 2 app una da installare nel dispositivo del genitore e una da installare nel dispositivo del figlio.
Ricordiamo che l’account registrato nel telefono del figlio non puo’ essere lo stesso di quello registrato in quello del genitore, errore spesso commesso.
Questo potrebbe far accedere alla nostra mail gmail o alla nostra cronologia youtube, ecc…
L’applicazione si chiama Google Family Link, in realtà sono 2 applicazioni, una per i genitori ed è disponibile anche per ios nel app store di apple, e una per il figlio da installare nel cellulare consegnatogli.
Ad oggi questo è il link dell’applicazione per genitori che hanno un telefono android:
Cosa è possibile controllare con questa installazione?
Dove si trova il dispositivo all’interno di una google maps
Il tempo di utilizzo del cellulare, quanti minuti è stata usata una app
Potete impostare un limite di tempo giornaliero ad esempio 1 ora, e dopo che il cellulare per qualsiasi scopo fosse stato usato raggiungerà 1 ora di utilizzo si bloccherà, impostando a zero il contatore si bloccherà all’istante.
Questo è il link in italiano ufficiale di google dove potrete trovare ulteriori spiegazioni e non esitate a contattarci se foste in difficoltà.
Su youtube esistono dei video fatti da dei ragazzini che insegnano come bypassare il filtro genitoriale….
Quello che possiamo dire è che youtube non è una piattaforma da bambini, esiste la versione per ragazzi che si chiama youtube kids dove si vedono solo video adatti al vostro bimbo e dove le impostazioni sono decise dal genitore.
7 anni arriva il primo smartphone, ma nella fascia 6-8 anni già il 70% dei bambini ha accesso alla rete con il tablet dei genitori, spesso con scarso controllo. Oltre il 16% degli adolescenti (soprattutto maschi) ignora i rischi del sexting on line, ovvero dello scambio di immagini sessualmente esplicite sul Web. E nel 73% delle case i minori guardano la Tv senza il filtro del parental control. Sono i dati contenuti nel Libro Bianco “Media e Minori 2.0” realizzato da Agcom, l’Autorità Garante per le comunicazioni, e presentato nei giorni scorsi alla Camera. Il rapporto ha indagato le competenze digitali di bambini (6-12 anni) e adolescenti (13-17 anni), misurando il loro “attivismo” on line e cercando di cogliere il pericolo percepito dai più giovani nella loro esperienza di navigazione.
Minori in Rete, età sempre più bassa
Secondo i dati, se per i bambini l’età del primo smartphone si è abbassata a 7 anni, per gli adolescenti (fascia d’età 9-12 anni) è scesa a 10 anni. In generale, i genitori si mostrano attenti conoscitori delle abitudini di consumo online dei bambini, mentre solo l’1% dichiara di essere all’oscuro delle attività svolte dai propri figli. Agcom spiega che i bambini utilizzano Internet principalmente per attività ludiche, come cercare video, giocare con videogiochi da soli, ascoltare musica, scaricare app o programmi. L’uso di Internet viene motivato anche da necessità di studio (per il 54,7% dei genitori), anche se il dato dipende soprattutto dall’utilizzo fatto dai bambini dai 9 ai 12 anni. Quasi il 21% dei genitori, però, afferma che il proprio figlio naviga on line senza uno scopo particolare, « lasciando così sottintendere – sottolinea il rapporto – di non essere probabilmente a conoscenza di cosa i propri figli realmente facciano».
Tv senza filtri nel 73% dei casi
Secondo Agcom i genitori appaiono attenti e “sensibili” ai simboli per il parental control in Tv. L’82,4%, infatti, dichiara di aver notato programmi contrassegnati dalla segnaletica e, alla domanda sul significato attribuito ai simboli di colore giallo, l’83, 6% ha fornito la risposta corretta, ossia «che la visione del programma da parte dei minori debba essere accompagnata dagli adulti». Anche se conosciuto, però, il parental control non è utilizzato dal 73% degli intervistati. Tra le motivazioni addotte dai genitori c’è quella che «il minore non guarda la Tv senza la supervisione degli adulti», e dunque il parental control è considerato inutile (per il 46,6%), mentre altri sostengono, a torto, che i “filtri” sono disponibili solo per i canali a pagamento. Ancora, un altro 24, 5% si dichiara completamente disinteressato all’uso del parental come strumento di tutela.
Perché non usa il parental control? (%)
Età del figlio
4-6 anni
7-12 anni
Totale
Età del figlio
4-6 anni
7-12 anni
Totale
Mio figlio non guarda mai la Tv senza un adulto
54,9
42,4
46,6
La nostra Tv non ne permette l’utilizzo
7,9
7,9
7,9
È disponibile solo per le Tv a pagamento e non per la Tv digitale terrestre non a pagamento
5,7
3,3
4,1
Non so come attivarlo
12,6
10,5
11,2
Costa troppo
0,7
0,4
0,5
Non mi interessa utilizzarlo
14,9
29,2
24,5
Altro
3,3
6,3
5,2
Totale
100,0
100,0
100,0
Fonte: Rilevazioni Censis per Agcom, elaborazioni Agcom
Sexting, per il 16% degli adolescenti è solo «uno scherzo»
Sul fronte degli adolescenti fra i 13 e 17 anni – che mostrano un utilizzo molto intenso dello smartphone tanto da essere considerati “always on”, cioè sempre collegati- il rapporto mette in luce dati preoccupanti riguardo al fenomeno del sexting, evidenziando una diversa percezione del rischio tra ragazzi e ragazze. Il 16,2% dei maschi ed il 9,5% delle femmine lo giudicano infatti come uno scherzo tra amici, ed il 10,7 % dei maschi ed il 5,9% delle femmine come un modo per sedurre qualcuno e per lanciare segnali di interesse. Sembrerebbe quindi, sottolinea Agcom, «che il genere femminile abbia più consapevolezza della pericolosità del sexting e delle conseguenze che da esso ne potrebbero scaturire».
Con quali dispositivi suo figlio/sua figlia accede ad Internet? (%)
Età del figlio
6-8 anni
9-12 anni
Totale
Età del figlio
6-8 anni
9-12 anni
Totale
Personal computer fisso o portatile
56,0
73,0
67,7
Smartphone personale
14,0
53,7
41,3
Smartphone di altre persone
50,3
48,0
48,7
Tablet
70,5
68,5
69,1
Smart Tv
26,5
20,2
22,2
Lettore multimediale
12,5
13,5
13,2
Console videogiochi
32,3
36,2
35,0
Nota: Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte
Fonte: Rilevazioni Censis per Agcom, elaborazioni Agcom
«Bilanciare opportunità media e tutela»
Secondo il presidente dell’Agcom, Angelo Cardani è necessario «trovare un bilanciamento tra i rischi di un uso improprio del web e le sue opportunità di apprendimento e di allargamento delle conoscenze nelle dieta mediatica dei giovani». «I rischi – ha sottolineato Cardani durante la presentazione del Libro Bianco – sono una lista infinita, dal cyberbullismo a tutto ciò che attiene all’uso improprio della sfera sessuale che abita a vedere i rapporti in maniera distorta». Secondo il presidente è sui nuovi media che va focalizzata l’attenzione, altri media, come la televisione, «hanno strumenti di regolazioni più facili da gestire».
Jean Twenge, autore e professore di psicologia alla San Diego State Unitersity, sostiene che l’utilizzo degli smartphone sta avendo un impatto radicale sul comportamento e sulla salute mentale degli adolescenti.
Il professore scrive che la diffusione degli smartphone ha cambiato radicalmente ogni aspetto della vita di un adolescente, dalla natura delle loro interazioni sociali, fino alla loro salute mentale: “I tassi di depressione e suicidi tra i teenager sono in aumento dal 2011. Non è una esagerazione descrivere la iGen come quella sull’orlo della peggiore crisi di salute mentale da decenni a questa parte. Gran parte di questo deterioramento può essere ricollegato agli smartphone”.
Lungi dall’essere la solita lamentela generalizzata sugli adolescenti e sul troppo utilizzo dello smartphone, il dottor Twenge ha pubblicato diversi dati a conferma delle sue argomentazioni tutte pubblicate sul The Atlantic, la rivista controllata da Laurene Powell Jobs. Il professore ha condotto uno studio su oltre 5.000 ragazzi degli Stati Uniti e ha scoperto che tre su quattro hanno un iPhone:
Per colpa degli smartphone, gli adolescenti trascorrono molto meno tempo con i loro amici, sempre meno ragazzi hanno la patente di guida. Fanno meno incontri romantici, fanno meno sesso, hanno meno sonno e hanno maggiori probabilità di sentirsi sono. Gli adolescenti trascorrono almeno tre ore al giorno sui dispositivi elettronici e questo ha portato al 35% in più di probabilità di rischi relativi ai suicidi o alla volontà di farlo.
I sintomi depressivi nei ragazzi sono aumentati del 21% dal 2012 al 2015, mentre nelle ragazze la percentuale arriva al 50%. Tra le ragazze abbiamo assistito anche ad un aumento preoccupante di suicidi, soprattutto nella fascia di età tra i 12 e i 14 anni.
Chiaramente lo smartphone non è l’unico fattore, ma di sicuro fa parte di quelli più importanti che portano a queste conseguenze. Sono cambiati gli stili di comportamento dei genitori, così come i programmi scolastici e la cultura in generale. Ma l’ascesa su un doppio filo di smartphone e social network è l’elemento che più di tutti ha provocato questo cambiamento. Un terremoto di grandezza tale da poter dire che in psicologia non abbiamo mai assistito ad un cambiamento così pronunciato nei comportamenti di una generazione. Ci sono prove convincenti che i dispositivi elettronici stanno avendo profondi effetti sulla vita degli adolescenti.
E non è vero che parte di questi nuovi comportamenti sono dettati dal fatto che oggi i ragazzi crescono più velocemente. Monitorando una serie di comportamenti come bere, incontrarsi con un partner o trascorrere del tempo senza genitori, si scopre che oggi i ragazzi di 18 anni agiscono come quelli di 15 e quelli di 15 come quelli di 13. L’infanzia ora si estende fino al liceo.
Una delle ironie della vita di questa iGen è che, malgrado passino più tempo sotto lo stesso tetto dei genitori, sono molto più lontani dai loro padri e dalle loro madri rispetto agli adolescenti di qualche anno fa. Ci sono famiglie in cui il dialogo è pari a zero, dove i ragazzi rispondono con semplici “OK”, “tutto bene” e basta. Poi ritornano a posare gli occhi sul display dello smartphone e non prestano attenzione alla loro famiglia. Anche nel periodo estivo, quando i ragazzi tendono ad uscire di più, il tempo viene trascorso per la maggior parte sullo smartphone, magari su Snapchat o Facebook.
Oggi, gli adolescenti vanno meno alle feste e si incontrano per poco tempo con le altre persone, ma quando si riuniscono documentano tutto sui social network, spesso senza godersi realmente il momento. Per questo, gli adolescenti che vedono le foto su Facebook – e magari non sono stati invitati alla festa – si sentono più esclusi e più soli. Per questo, negli ultimi anni è aumentato anche il tasso di solitudine tra i ragazzi.
Secondo Twenge, la situazione è molto grave e i genitori devono rendersene conto prima che sia troppo tardi.