Recensione – Presentazione di ‘ DISCONNESSI Siamo sempre più isolati ‘

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DISCONNESSI
Siamo sempre più isolati

Come proteggere i nostri figli e le relazioni familiari nell’era digitale

Catherine Steiner-Adair
in collaborazione con Teresa H. Barker.

Link a Macrolibrarsi

Oggi siamo a recensire questo libro.
Senza indugi diciamo che tutti i genitori dovrebbero leggere questo libro.
Qualunque età abbia vostro figlio all’interno del range 0-18 puo’ trovare informazioni utili e attuali, spunti di riflessione per compiere un esame di coscienza e rivedere le politiche sull’uso della tecnologia in casa e fuori.

Una critica va mossa anche a questo libro:
anche se parla di America e le leggi sono diverse rispetto alle nostre, come sempre non viene battuta la strada normativa.
In Italia prima dei 14 anni non è permesso acconsentire al trattamento dei dati in materia di privacy.
Lo abbiamo detto in tutti i modi e in decine di articoli.
Se Non si puo’ acconsentire a questo, non si puo’ avere una mail, senza una mail non ci sono iscrizioni sui social.
Soltanto tramite un parental control un minore di 14 anni puo’ avere una mail, e il consenso alle app e ai giochi scaricati ed installati deve essere dato dall’amministratore, ovvero un genitore.
Whatsapp vietato ai minori di 16 anni?
Facebook vieta iscrizione ai minori di 16 anni?

Abbiamo estrapolato alcune frasi e concetti che vogliamo riproporre qui sotto che ci hanno interessato:

NDR: Dobbiamo riflettere attentamente alle responsabilità che decidiamo che nostro figlio debba per forza prendere e gestire in autonomia.

“Oggi sappiamo che occorrono venticinque anni perché si sviluppi completamente la corteccia prefrontale, cioè la parte del cervello che ci permette di collegare le conseguenze al comportamento(tale capacità si chiama “funzionamento esecutivo”). Nel cervello di un adolescente il funzionamento esecutivo è ancora un lavoro in corso, neuroiogicamente parlando non è ancora un tassello pienamente funzionante nel suo processo decisionale. Quindi spetta a noi farcene carico da più vecchi quali siamo e neurologicamente più saggi, almeno nell’apparenza, siamo quelli che hanno gli strumenti per pensare alle conseguenze.”

NDR: Non lasciamo i nostri bambini a navigare da soli o a decidere in autonomia se un gioco sia adatto. PARTECIPATE!

“I bambini non sono più protetti allo stesso modo’. Anzi, la cultura degli adulti li “adultizza”. A volte accade accidentalmente: il bambino “entra” in contenuti generici pensati per gli adulti (co-pertine e grafiche di eventi scioccanti, invettive e retoriche che gli adulti comprendono con una certa maturità e un contesto che al bambino mancano). Ma c’è anche tanto di intenzionale, che circola perché studiato appositamente da ricerche di mercato costosissime e voluto da interessi commerciali che individuano i bambini come consumatori e coltivano i loro appetiti consumistici, il loro “lo devo avere”, fino alle opzioni “clicca e compra” sulle App gratuite pensate per i giovanissimi e collegati con il conto corrente dei genitori.”

NDR: …Preoccupante la direzione che stanno prendendo, per fortuna non tutti…

“Definiscono la conversazione telefonica, anche quella con un amico, come “troppo intensa” o “troppo invadente”. Mi spiegano che chiamare qualcuno e avere un contatto personale diretto a voce li fa apparire in uno stato di eccessiva necessità, è troppo d’impatto, troppo aggressivo. Una conversazione al telefono o di persona viene percepita come troppo rischiosa. Non sei mai sicuro di cosa sta per dire l’altra persona e l’immediatezza del contatto ti mette in difficoltà perchè devi pensare come rispondere.”

NDR: Se ancora non lo capiscono gli scienziati addetti ai lavori…..

“Ma non capiamo ancora pienamente ciò che quello schermo ipnotizzante o quella “zona tecnologica” significano per il cervello infantile né la loro correlazione con la futura salute psicologica o l’insana predisposizione alle dipendenze, alle droghe e il bisogno di questi stimoli più oltre nella vita. Sappiamo che i bambini che guardano la tv ne vogliono vedere sempre di più e i piccoli che usano i videogiochi spesso hanno difficoltà a smettere di loro volontà.”

NDR: Dobbiamo riuscire a ricostruire l’intimità familiare e che non è un diritto assoluto essere connessi H24.

“Quando arrivano a casa, i loro social network sono già passati all’attività successiva e loro anche, sempre collegati con i coetanei sugli argomenti più di moda. I bambini non vengono più a casa da scuola; portano la scuola, e anche una comunità ancora più ampia, a casa con loro. “

NDR: Partecipare, conoscere, interessarsi a quello che fanno i nostri figli.

“Quindi, se siete in dubbio siate prudenti, Solo voi conoscete la sensibilità di vostro figlio o fin dove può spingersi a emulare il contenuto culturale che vi pare non appropriato per la sua età. Fate attenzione, fatevi un’idea dello sviluppo raggiunto da vostro figlio e in quel contesto scegliete di esporlo a ciò che sentite appropriato per lui.”

NDR: Qualunque esse siano delle regole ci devono essere.

“Devi stare al computer in una stanza aperta. Ho il diritto di sapere quali compiti ti vengono assegnati. Non puoi stare in camera tua con la porta chiusa. Non puoi portare il computer a letto. Non puoi eliminare la videata quando passo io. Noi abbiamo un codice di condotta e ci aspettiamo che tu lo rispetti: non essere maleducato, non mentire, non mettere in imbarazzo altre persone, non far finta di essere chi non sei, non andare, in siti dove non ti è permesso andare. Non postare immagini che non piacerebbero alla nonna. Non fare nulla che io non approverei. “

NDR: Non precludiamo il dialogo di persona, neanche per futilità.

“Anche se un adolescente volesse comunicare sfumature emotive i vincoli di spazio e i cicli di risposte rapide dei messaggi come mezzo remano sicuramente contro. Messaggiare ci dà la scusa per eludere la gestione della complessità umana della comunicazione.”

“Per oltre venticinque anni sono stata in trincea con gli adolescenti e il ritornello era sempre quello: «Mi dispiace mamma e papà, non ci pensavo. Dai, non ci stavo pensando!». Ragazze e ragazzi, in lacrime nel mio studio per qualche grosso guaio in cui si erano cacciati. Non importa dove vivono, quale tipo di scuola frequentano, quali sono i loro voti o i loro interessi, sono ì loro genitori. È il cervello degli adolescenti che è così. “

“Per quanto possa essere grave la situazione, abbiamo tutti questa possibilità con i nostri figli. Ognuno può ascoltare, elaborare, crescere e avvicinarsi all’altro. Anche voi volete che vostro figlio sappia che sarà sempre al sicuro quando vi mostrerà o vi dirà qualsiasi cosa e che non perderete mai il controllo.”

“Ogni membro della vostra famiglia ha il suo modo di relazionarsi unico, il suo temperamento, il suo modo di calmarsi, il suo personale senso dell’umorismo, i modi di essere creativo, le vulnerabilità e i bisogni. E sono ciò che induce un bambino a litigare con un altro. Ciò che per uno può rappresentare una sfida, per un altro può essere insostenibile. Ciò che per qualcuno risulta musica, per qualcun altro può essere come un gessetto che stride sulla lavagna. E così via. Più noi comprendiamo e apprezziamo in modo sincero ogni membro della nostra famiglia, più sicura e forte la nostra famiglia sarà per ognuno di loro. Per i genitori si tratta di amare e crescere i figli che avete, non quelli che pensate avreste dovuto avere o che vi auguravate di avere. Essere una famiglia non significa che siamo tutti uguali, che tutti amiamo leggere, fare sport o escursioni. Potrebbe essere così, ma non createvi aspettative, e non premete in quel senso. In una famiglia sostenibile, alle persone è permesso essere ciò che sono.”