Lo psichiatra infantile americano Gerard E. Nelson è riuscito a dare al rimprovero tutta la dignità di un metodo con “The one minute scolding”, la sgridata di un minuto. Ecco come rimproverare il bambino e farlo sentire amato:
1. Descrivere i fatti separati dalle emozioni: “Hai dato uno spintone al tuo amico e lui è caduto.” Sembra banale, ma si tratta di una precisazione necessaria perché il bambino può anche non capire le ragioni del rimprovero. Per lui è istintivo e naturale dare uno spintone a chi lo ha fatto arrabbiare.
2. Descrivere quello che proviamo: “Quando ti vedo picchiare gli altri, mi fai veramente irritare”.
3. Dirgli che capiamo ciò che prova: “Capisco che volevi salire subito sullo scivolo.” In tal modo il bambino si rende conto che non siamo “contro”, ma “con” lui. Non è lui a essere cattivo, ma solo il suo comportamento, ed è questo che chiediamo di cambiare.
3. Spiegare la regola infranta: “Ti ho già detto che non si picchiano gli altri”. Anche se gliel’abbiamo ripetuta mille volte, non stanchiamoci di ribadirla: le regole non fanno parte dei comportamenti innati, ma sono oggetto di apprendimento, come lo sono per noi le norme grammaticali di una lingua straniera.
4. Presentare gli svantaggi del suo comportamento: “Se continui a picchiare gli altri bambini, poi non vorranno più giocare con te”.
5. Fare una pausa: Se vediamo che stiamo perdendo il controllo, proviamo a tirare un lungo respiro e a pensare: “Questo è il mio bambino, gli voglio bene e desidero aiutarlo con tutto il cuore”. La pausa ha anche un’altra funzione: ci permette di osservare le reazioni del bambino, alle quali spesso non facciamo caso quando siamo arrabbiati.
6. Sottolineare quello che sa fare: È vero che si è comportato male, ma è altrettanto vero che in altre situazioni ci ha dimostrato di saper fare delle cose bellissime. Ed è qui che bisogna far leva per portarlo alla collaborazione: fino all’età dell’adolescenza il bambino non sa accettare un rimprovero senza mettersi sulla difensiva o perfino diventare ostile.
7. Proporre un’alternativa: “Sei arrabbiato? Vuoi dare i pugni? Puoi farlo su questo cuscino”. “Se hai voglia di buttare i sassi, fallo in riva al mare”. In questo modo, si sentirà capito e accetterà di buon grado il divieto e dirotterà l’attenzione verso ciò che gli abbiamo suggerito.
8. Dirgli che abbiamo fiducia in lui: “So che hai capito e che la prossima volta non lo farai più”. Se sente che facciamo affidamento su di lui, sarà stimolato a comportarsi meglio per non deludere le nostre aspettative. La fiducia è un motore più potente dei sensi di colpa. Un clima di fiducia e serenità dà, come logica conseguenza, un senso di sicurezza.
E se un attimo dopo il bambino ci smentisce e torna a pestare un compagno? Ripetiamo tutto da capo, tenendo fede al principio: la sgridata non deve durare più di 60 secondi.