A quanta pubblicità deve sottostare un utente

Categories Controllare i Videogiochi, I genitori devono saperePosted on

Questo post vuole aiutarvi a calcolare la quantità di pubblicità che viene proposta a vostro figlio su tutte le piattaforme e giochi che utilizza. Vi siete mai soffermati a chiedervi questo? La nostra convinzione è che molti genitori non sanno cosa guardano i figli intenzionalmente, quali linguaggi vengono usati nei messaggi vocali su WhatsApp, cosa guardano non intenzionalmente (tutte le pubblicità, di cui parleremo più avanti, e i link condivisi da conoscenti o trovati in post chissà dove), e il comportamento/rapporto in generale del figlio con il suo dispositivo.

Abbiamo visto bambini passare dalle elementari alle medie cambiare totalmente appena ricevuto un cellulare (perché avere un cellulare in tasca da casa a scuola e da scuola a casa tranquillizza i genitori). Cominciano a parlare di outfit, di cash, dimostrano subito una dipendenza anomala per i videogiochi e chiedono sempre giochi con pegi più alti dell’età che hanno.
Fortnite un pegi +12 e GTA +18.

Questo post non vuole mettervi a disagio, come fanno alcuni dei nostri post, attribuendo a voi genitori la maggior parte della colpa, ma vuole evidenziare le tonnellate di immondizia pubblicitaria che subiscono questi ragazzi, che vengono monitorati e targettizzati 35 anni prima di quando hanno iniziato a targettizzare noi adulti di oggi.

Un utente subisce pubblicità quando guarda un video su YouTube, scorre la bacheca di un social, visita un sito internet importante, ma soprattutto durante tutti quei giochi gratuiti che vengono installati su tablet e telefoni. Ci sono giochi, anche innocui, in cui ad ogni singola sconfitta (anche dopo 15 secondi di partita, ma anche solo 3) parte una pubblicità da 5/15/30 secondi e non sempre quel gioco offre la possibilità, tramite l’acquisto (generalmente €1,99/3,99), di eliminare queste pubblicità. Questi giochi sono creati appositamente per far sì che la software house monetizzi tramite queste pubblicità. E la pubblicità non è sorvegliata dal pegi e potrebbe essere non adatta all’età del minore.

Abbiamo affrontato la questione della violenza nei giochi per bambini QUI 

da cui è nata una segnalazione al Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza QUI