Il diritto del minore ad essere tutelato da immagini e video non adatti.

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Questo diritto troppo spesso negato è quello che ci ha spinto a creare questo progetto (sicurezzaminori.org).
Negli incontri con i genitori, con gli insegnanti o nei nostri articoli è sempre presente una vena triste/polemica riguardante la tutela da immagini e video non adatte ai minori.
Non dobbiamo pensare subito a materiale pornografico altro enorme problema già affrontato, e che potrebbe minare la concezione di sesso, sessualità e/o di amore che andranno a formarsi nel ragazzo, bensì a materiale che potrebbe sembrare innoquo, agli occhi di un genitore non consapevole o addirittura goliardico o ironico.
Abbiamo fatto un articolo che mostra le similitudini tra il reato di abbandono di minore e l’abbandono di un minore nel web. LINK ARTICOLO
Come qualcuno saprà è la persona o la società che pubblica il video su Youtube che ha la possibilità di impostare l’età a cui sarà accessibile il video.
Perciò come spiegato già infinite volte: non è possibile acconsentire al trattamento dei dati personali prima dell’età di 14 anni in Italia senza un parental control correttamente configurato, prima di questa età non è possibile avere una mail, senza mail non si puo’ inizializzare nè un cellulare nè iscriversi a nessun servizio social o di messaging.
La responsabilità civile della navigazione del minore è sempre del genitore.
Ci siamo imbattuti in un paradosso, ovvero moltissimi video su Youtube che insegnano come aggirare il blocco dell’età di Youtube. Curioso che queste piattaforme che salgono alle cronache per non definirsi editori e non pagare le tasse come editori ma poi effettuano censure come se fossero editori e con la loro tecnologia futuristica non riescono a monitorare che proprio sulla loro piattaforma vengono pubblicati video su come aggirare il blocco dell’età….e sotto questi video commenti e discussioni su altri modi e servizi terzi che si possono usare per aggirare questi blocchi.
Evidenziamo che le decine di servizi web che permettono di scaricare un video da Youtube sul proprio cellulare, lo fanno senza interessarsi dell’età di chi lo richiede.

Un ultimo esempio scelto per il concatenamento di video e personaggi coinvolti.
Vogliamo provare a dimostrare come sia facile per un ragazzo tramite, in questo caso, Youtube + Tik Tok, poter fare una ricerca tra i vari personaggi ed atterrare in posti non consoni.

Il nostro collegamento è Francesco Nozzolino + Rosario Muniz + Andrea Diprè.

Nozzolino tramite Tik Tok invita ad un evento i suoi followers in compagnia di Rosario Muniz

Qui possiamo vedere Rosario Muniz con Andrea Diprè

In fine uno dei tanti video di Andrea Diprè

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Tutti sanno tutto. La profilazione dei minori.

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La profilazione è una cosa seria.
La profilazione è quella pratica che tutte le società di servizi utilizzano nei confronti del cliente finale.

Avviene quando si compra un’auto, quando si accetta di sottoscrivere una carta fedeltà e sopratutto per accedere ai servizi web.
Con l’arrivo dei social network si è fatta più subdola: con una spunta al momento dell’installazione dell’app, accettiamo di cedere praticamente tutti i dati che inseriamo all’interno dell’app stessa e a volte anche quelli che non inseriamo, come ad esempio i siti visitati.
L’esempio che facciamo è sempre lo stesso e riguarda un utente medio di facebook con il profilo di base ovvero PUBBLICO.
Chiameremo questo utente Caterina.
Caterina ha 16 anni (ma potrebbe avere qualsiasi età) ha un profilo pubblico su Facebook quindi è ricercabile da qualsiasi persona in ogni parte del mondo, tutti possono sapere quali libri le piacciono, quali film, a quali giochi è affezionata, possono vedere i suoi familiari, nel caso in cui lei li avesse segnalati come tali, possono vedere foto, video, amici, sapere dove è andata in vacanza l’estate scorsa e quale commento ha scritto sotto a quel post che ha condiviso, dove va in palestra, magari anche quando e chi più ne ha più ne metta…

La prima domanda è: Caterina darebbe questa mole di informazioni ad uno sconosciuto per strada o ad un ragazzo appena conosciuto alla fermata del tram?
Perché Caterina sta facendo questo: mette queste informazioni a disposizione di tutti.

Questi sono gli anni del dossieraggio fai da te, ovvero di persone che passano le serate sui profili di conoscenti per vedere cosa pubblicano, senza partecipare, senza che la persona visitata ne sia a conoscenza. Pensiamo agli anni 80/90 ad esempio, per conoscere un ragazzo o una ragazza di un’altra classe dovevamo darci da fare, mentre adesso tutti hanno la possibilità di vedere tutto di tutti. Per questo è importante impostare nelle applicazioni social (Facebook, Instagram, Tiktok ecc) o di messaging (Whatsapp, Telegram, Snapchat ecc) delle politiche adeguate (chi può accedere ai miei dati: solo io, solo amici, amici di amici, tutti).
Facciamo un esempio non poi così estremo:

Marco ha per giorni frugato nel profilo Facebook di Caterina acquisendo molte informazioni. Un giorno, fuori da scuola, riesce ad attaccare discorso con lei e le parla del suo film preferito che per coincidenza è anche quello di Caterina e poi le coincidenze si susseguono: un libro in comune e, pensate un po’, adorano entrambi la cantante Elisa! Caterina percepisce un feeling incredibile. Questo si chiama social hacking, ingegneria sociale.
Per fortuna Marco è un coetaneo, timido, che ha usato il social hacking solo per conoscere Caterina, ma … il resto del mondo? Tutte le persone che potrebbero fare lo stesso online? Tutte le persone che potrebbero fingersi un sedicenne ed avere lo stesso ascendente su Caterina?
Speriamo che questo esercizio mentale vi faccia riflettere.
Questo articolo parla di privacy, di un diritto dimenticato, di una percezione persa in cambio di servizi gratuiti e, soprattutto, di una legge inadeguata che ha abbassato a 14 anni in Italia l’età per acconsentire la cessione di questi dati.

In futuro avremo adulti che hanno ceduto i propri dati a 14 anni, se non prima con il consenso dei genitori, e che saranno profilati per tutta la vita.
Chissà, magari un giorno la società che vorrà assumerli prima obbligherà il candidato a dare l’amicizia al capo del personale. Immaginiamo: “Sig. Rossi, vediamo da una foto scattata due anni fa ad Ibiza, lei che balla sui tavoli in stato di alterazione. Aveva bevuto? Aveva assunto sostanze? È tuttora solito a simili comportamenti? Sig. Rossi, perché ha messo il like a questo post politico? Ne condivide la linea politica o altro? Gli esempi potrebbero essere infiniti.

La soglia dei 14 anni non è piaciuta del tutto al Garante per la privacy, che avrebbe preferito mantenere il limite dei 16 anni fissato dal Gdpr. Le perplessità del Garante si fondano sul fatto che risulta alquanto incoerente il fatto di chiedere, ad esempio, il consenso dei genitori per iscrivere un 15enne in palestra mentre si lascia un 14enne libero di fare ciò che vuole nell’universo ben più complicato di Internet. Tuttavia, nell’accettare la decisione del legislatore, l’Autorità ha chiesto che l’abbassamento dell’età sia accompagnato «da programmi formativi specifici, rivolti a minorenni, che ne assicurino una sufficiente consapevolezza digitale».

Dove siano questi programmi non lo sappiamo. Abbiamo assistito a incontri nelle scuole o in Regione Toscana con la Polizia postale e nessuno, a nostro avviso, forniva nozioni utili né ai genitori né ai ragazzi.

Dobbiamo sensibilizzare i genitori, gli zii e i nonni!!!
Non è difficile installare un parental control. Non sarà fatto di nascosto, ma il ragazzo sarà avvertito.

Non nascondiamoci dietro al fatto che il compagno di banco ha il cellulare senza parental control e “..tanto potrebbero navigare con quello”. Pensate che vostro figlio, nipote da grande saprà che avete fatto il possibile per proteggerlo.
Non nascondiamoci dietro la falsa sicurezza di “Sono più tranquillo se ha un cellulare per chiamarmi se succede qualcosa” ma cosa deve succedere a 12 anni?
Non nascondiamoci dietro il “Ce l’hanno tutti e verrà emarginato”, perché se la dimensione sociale deve essere solo digitale allora che lo sia!!!
Sta a noi adulti proporre alternative: consolle portatili al posto di telefonini o tablet con parental control in casa con wifi. Ma non da soli con il web in mano non filtrato.

Cosa fareste se le prime immagini pornografiche, che oggi possono anche essere allucinantemente violente, provenissero dal bambino del banco di fronte a quelle di vostro figlio/nipote? Succederà questo.
Alcuni padri mentre parliamo fanno il paragone con la loro gioventù, ma viene da ridere…non possiamo paragonare un giornalino porno rubato ad uno zio con quello con cui potrebbero venire a contatto oggi con il web.
Ma non è solo il porno, anche i siti che collezionano esecuzioni in ambienti di guerra, immagini e video pedopornografici: basta citare “The shoa party” che è stato nelle nostre cronache.

vedi anche la legge è uguale per tutti

regolamento del garante della privacy

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