Come e cosa ascoltano i nostri figli?

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Eccoci qua di nuovo ad affrontare un tema a noi caro.
Come sempre ci teniamo a precisare che siamo per la libertà di parola e di espressione, ma questo non puo’ voler dire di dare accesso completo a tutti i brani messi a disposizione in rete.
Dall’arrivo delle piattaforme digitali per ascoltare la musica come Spotify o Deezer i nostri ragazzi hanno avuto la possibilità di accedere ad un vasto repertorio di brani.
Per questo proponiamo di nuovo il tema trap e i contenuti espliciti con testi in italiano.
Deezer ha 3 tipi di filtri in modalità gratuita light, medium e hard. Purtroppo in italia non ha avuto successo.

Spotify scrive quanto segue nelle sue note legali:
“Per utilizzare il servizio gratuito, è necessario avere almeno 13 anni. Per gli abbonamenti a pagamento, l’utente deve avere la maggiore età nel territorio di residenza, oppure avere almeno 13 anni con il consenso di un genitore o tutore.”
Il problema è sempre lo stesso: come facciamo a sapere se il genitore da davvero il consenso?

Ecco il nostro suggerimento:

Gli account di posta con cui configurate i dispositivi dei vostri figli devono sottostare alle norme europee recepite dall’italia, ovvero “ Il consenso alla Privacy non puó essere sottoscritto dai minori di 16 anni.
Avete presente quella spunta che i social e i software vi chiedono all’installazione?
Bene quello è il consenso della privacy.

Perciò ricordiamo gli articoli: Facebook vietato ai minori di 16 anni e Whatsup vietato ai minori di 16 anni

Con android il genitore puo’ installare google family link e controllare le installazioni del proprio figlio, con apple ios c’è in famiglia che permette configurazioni analoghe.

“Spotify contarssegna con il tag ESPLICITO tutte le uscite  in base alle informazioni ricevute dai titolari dei diritti.

Spotify non garantisce che tutti i contenuti espliciti siano contrassegnati come tali ma almeno è possibile decidere di filtrarli tramite le impostazioni dell’app ma soltanto se:

  1. si è in possesso di un account premium
  2. lo si fa su ogni singolo device su cui è configurato l’account premium
  3. si usa Spotify sull’app per dispositivi mobili

Per filtrare i contenuti etichettati come espliciti eseguire questi passaggi:

  1. Seleziona La tua libreria  in fondo alla schermata.
  2. Seleziona Impostazioni .
  3. Seleziona Contenuti espliciti.
  4. Disattiva Consenti contenuti espliciti (grigio).
  5. I brani contrassegnati come espliciti ora appaiono in grigio. Non è possibile riprodurli e il lettore li salta.”

Avete capito bene:

volete filtrare i contenuti espliciti, che a volte non vengono neanche dichiarati o indicizzati correttamente?
€9.99 al mese perché questa funzione è consentita solo agli utenti premium ovvero a pagamento.
I tredicenni che possono installare questa app gratuitamente come letto sopra avranno accesso a tutte le canzoni qualsiasi sia il messaggio.

Per fare un esempio, ma è veramente uno tra le decine, prendiamo un disco che è uscito in questi giorni di ‘ Ketama126 in collaborazione con Tedua ‘

 

 

Questo il video di un paio di anni fa di Tedua con più di 14 milioni di visualizzazione. Andate a vedere i migliaia di commenti di ragazzini cosa scrivono…

 

Nel caso alcuni di voi volessero approfondire ecco le biografie di questi artisti rilasciate da testate molto importanti di musica.

TEDUA

KETAMA126

 

Questo è l’ultimo lavoro del Ketama126 in collaborazione con il Tedua

 

 

di seguito il testo:

 

Ah, ehi
Ah
Ehi (ehi, ah)
(Kety) ehi (brr), ah

Ho la droga che ti ammazza (bang)
Occhio alla Polizia italiana (tu, tu, tu)
Bebbo mi dice di farla (oh, oh)
Se vuoi fattura, chiedi a mamma
Ok, ok (yah)
È vero, penso sempre ai cazzi miei
Ok, ok (yah)
Il mio tatuaggio è 126 (gang gang gang)

Potevo essere un tossico morto
Invece sono un tossico ricco
A 40 anni squaglio il disco d’oro
Ma non è mica detto che ci arrivo
Tu mi dici a canna: “A stare in strada”
Io t’ho detto a canna questa lagna
Bebbo mi dice di farla
Accendo un missile siamo la NASA
Quanta merda ho visto che non scorderò più
Quanti amici ho perso che non rivedrò più
Ogni giorno il cielo è sempre un pò meno blu
Ogni notte per dormire serve di più

Il mio amico ha rischiato ma adesso mangia
Gli attrezzi del mestiere, buste in plastica e bilancia
Ho una madonna che piange sulla mia pancia
Che ne ha viste troppe, non vuole che lo rifaccia

Vogliamo amore perché amore non c’è
Love gang gang gang
Abbiamo droga perché amore non c’è
Brrr

Ho la droga che ti ammazza (bang)
Occhio alla Polizia italiana (tu, tu, tu)
Bebbo mi dice di farla (oh)
Se vuoi fattura, chiedi a mamma
Ho la droga che ti ammazza (bang)
Occhio alla Polizia italiana (tu, tu, tu)
Bebbo mi dice di farla (oh)
Se vuoi fattura, chiedi a mamma

Sporchi ricordi sporcano l’iride, sulla scena del crimine
Un quadro di Giotto, il degrado del G8, non può descrivere
Oh mettimi una cimice nell’ombelico come Neo
Spero che Dio creda a noi e non che a lui ci creda io
Uh Ryan fottimi, bambina non è mai tardi
Ho già quei ciottoli, erezione come vulcani
Ore, con in testa il suo nome
Mi augura la morte, poi vuol fare l’amore
In strada, indaga, il Jeep e la madama
Qui Ketama, e Tedua, criniera da savana
Nelle scene della tv, pippo strisce delle tigri
Sei stato avvisato fra, uomo mezzo salvato
A-mmo-niti
Tu e il tuo crew, siete puah
Vi facciamo a buah
Belzebù, nel girone con Caronte, salta su
Questo groove, il timone messo a prua
Love Bandana, non la gang tua

Ho la droga che ti ammazza (bang)
Occhio alla Polizia italiana (tu, tu, tu)
Bebbo mi dice di farla (oh)
Se vuoi fattura, chiedi a mamma
Ok, ok (yah)
È vero, penso solo ai cazzi miei
Ok, ok (yah)
Il mio tatuaggio è 126 (gang gang gang)

 

 

Non siamo qui per commentare ma per informare.
Quello che ci fa accapponare la pelle sono i commenti dei giovanissimi che prendono queste parole con ammirazione e con grandezza di vita vissuta…

 

COME MONITORARE I COMMENTI SU YOUTUBE DI UN ACCOUNT

 

Piccola premessa:

 

I commenti sono da attribuirsi ad un id gmail ovvero alla mail con cui ci siamo iscritti al servizio.

Spesso e volentieri la mail è quella di un genitore o creata con data finta visto l’impossibilità di avere un account gmail prima dei 14 anni in italia.

Evidenziamo subito che nel primo caso il minore vedrà tutta la navigazione del genitore, sarà valido il filtro di sicurezza se scelto, e i video proposti da youtube (video correlati cioè quelli che vediamo sulla nostra destra) saranno quelli in base alla navigazione sia dell’adulto che del minore.

Esempio:

il babbo guarda video di esorcismi su youtube, il bambino che usa il tablet e va su youtube con l’account del padre tra i video proposti da youtube ci saranno gli esorcismi.
Nel caso in cui abbiate fatto una mail a vostro figlio taroccando l’età, il filtro sicurezza è disattivato di default e va attivato. Potrete monitorare tramite la cronologia cosa vede e tramite la cronologia dei commenti cosa scrive e sotto quali video.

La cosa migliore è creare un account tramite family link o in famiglia così che ogni volta che il ragazzo vorrà installare un app il sistema manderà al genitore una notifica della richiesta di installazione, il genitore potrà verificare la app, se è consigliata per l’età, se ci sono chat interne al gioco(cosa importante, visto gli ultimi casi di adescamento proprio in giochi dove ci sono chat interne al gioco) e poi cliccare accetta l’installazione per prendersi la piena responsabilità dell’avvenuta installazione dell’ app sul telefono del figlio.

 

 

Trap + Videogiochi Violenti + Balletti Erotici = Adolescenti Turbati

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Siamo di nuovo qua a parlare di fenomeni, che tanto fenomeni non sono, e che catturano sempre di piu’ il tempo libero dei nostri ragazzi. Non sappiamo se avete letto il nostro articolo sulla trap.

La nostra redazione composta da amanti della “buona” musica e da musicisti,  ha ascoltato molta trap per documentarsi, rischiando di vomitare molte volte, non solo per la bassa qualità compositiva e melodica ma soprattutto per i testi e le immagini dei video.

Questo genere che sta spopolando 8/18 è davvero un po’ pericoloso se non seguito? Oppure non ci sono problemi ed è solo una moda passeggiera?

Spotify (https://it.wikipedia.org/wiki/Spotify) tra i piu’ famosi servizi di musica streaming, pone solamente una piccola scritta ‘ explicit ‘ su brani che con i loro testi toccano tematiche veramente non adatte a un pubblico giovane. Il figo è chi ha scarpe da €500 chi ha soldi in tasca ricavati con lo spaccio, chi ha orologi da €10.000 ecc…

Se i genitori facessero rispettare le regole italiane ed europee già in vigore, un servizio come spotify non si potrebbe installare prima dei 16 anni, come WhatsApp, Facebook, Instagram e tutte quelle applicazioni che richiedono l’accettazione di una policy sul trattamento dei dati personali.

vedi anche:
Whatsapp vietato ai minori di 16 anni.
Vietata iscrizione a Facebook prima di 16 anni

Il nostro intento è di far conoscere a tutti i genitori con figli in età, alcune informazioni che potrebbero ignorare per i più disparati motivi.

Una piccola new entry nel mondo della trap music, analizziamo un attimo lei ma invitiamo ad analizzarli tutti…per capire il messaggio che puo’ passare, o il messaggio che anche solo qualche ragazzino potrebbe raccogliere per sentirsi protagonista come nei testi dei loro cantanti preferiti.

Chadia Rodriguez

20 anni prodotta niente meno che da Big Fish tra i produttori piu’ influenti e rinomati in italia, pensare solo che era il producer di Manuel Agnelli a xfactor nella categoria under (ragazzini)

dichiara in un’intervista a Rollingston:

” Sì, perché tutti lo vogliono senza meritarselo.(NDR il successo) Vogliamo svoltare e vogliamo farlo nel minor tempo possibile. È una corsa al successo, vedi che gli altri hanno successo e allora lo vuoi anche tu, anche se non hai voglia di costruire davvero qualcosa. Nella musica bisogna lavorare duramente e tanto, e non è escluso che tu non ne abbia mai di successo.”

Chadia ha 2 video molto espliciti e uno dei 2 testi non adatto certo a ragazzini:

Fumo bianco:
testo completo

 
un estratto del testo:  
…cambio sempre letto, giro l’Italia da sola
L’una di un etto mettilo in una canna sola
Fumo così non ci penso come andrà domani
Così mi dimentico che mi hai detto che mi ami
 
Bagniamo con la saliva tutte le cartine,
scopami forte fino alla fine, fumami addosso, stimolami le endorfine

Dentro una vasca con le bollicine, è una tomba da regine
L’ ultimo orgasmo, sarà quasi come morire perché….

 

Il suo Instagram per chi volesse vedere l’immagine che riflette:

https://www.instagram.com/chadiaarodriguez/

L’ultima cosa:

Lei è prodotta dalla Sony che dichieara sul suo sito:

Esce oggi, venerdì 11 gennaio, “Avere 20 anni”, l’Ep che racchiude tutti i brani di Chadia Rodriguez e che contiene anche il nuovo singolo “Sarebbe comodo” (prod. Big Fish), disponibile subito in radio e in digitale.

“Sarebbe comodo” è un brano autobiografico, un brano di impatto, che prende in pancia, che descrive una vita difficile, dalle scelte non immediate, ma che hanno reso Chadia una giovane donna libera e consapevole delle proprie potenzialità.

Il video, in uscita lunedì 14, semplice e d’impatto, vede una Chadia completamente inedita, in grado di mettere a nudo anche le emozioni più intime.

https://www.sonymusic.it/news/esce-oggi-avere-20-anni-il-primo-ep-di-chadia-rodriguez/

 

Passiamo adesso al tema videogiochi:

 

I giochi che vanno per la maggiore cono :

COUNTER STRIKE, FORTNITEGTA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sono tutti giochi di uccisioni, di guerra, di morte. Il primo un po’ in stile teste di cuoio, il secondo un po’ cartoon e l’ultimo (gta) proprio “assurdo” dove si puo’ fare tutto quello che una mente malata puo’ pensare, e nel caso siate ingenui e non abbiate in mente queste cose…bhè…è un buon posto per apprendere!! In questo gioco si “insegna” a rubare un auto, andare nel quartiere delle prostitute per caricarle in macchina, stuprarle ucciderle con una mazza da baseball, rubargli i soldi per poi andare nel quartiere degli spacciatori ad acquistare droga o ad investire i soldi ‘ trovati ‘ in qualche losco affare.

Ricordiamo , come in questo nostro articolo,

http://www.sicurezzaminori.org/videogiochi-vietati-ai-minori/

Fortnite è un gioco vietato ai minori di 12 anni, gli altri 2 ai minori di 18.

Non dovreste permettere di farci giocare bambini piccoli.

Quello che ci chiediamo è:

cosa succede se mettiamo 2 ore nelle cuffiette musica trap a un ragazzino di 10 anni, lo facciamo giocare un paio di orette a videogiochi violenti, e magari poi esce con la sua crew di amici e si sballano con purple drink? Si cocktail di codeina….non lo sapevate?

PURPLE DRINK

PURPLE DRINK


Allora vorremo invitare tutti ad una riflessione: tutti i nostri ragazzi sono a livelli differenti, dipendenti dalla tecnologia, da cose che spesso non riusciamo a capire o neanche ad individuare…

siete voi che date accesso alla rete ai vostri figli, con la scusa che sono fuori da soli o che volete stare tranquilli.

Si considera che siamo tutti online da neanche 20 anni e mai come in questo ventennio di connessione i bambini sono sottocontrollo: li accompagnamo a scuola, li riprendiamo, li portiamo all’attività sporitiva o artistica li riportiamo a casa… quando è che è indispensabile che il minore sia connesso? La risposta è mai.

Voi quante volte chiamate vostro figlio sul cellulare? Molti conoscenti mai…ma poi usano la scusa che almeno posso chiamarlo in qualunque momento….comunque non è necessaria la connessione dati ad internet per essere reperibile con un cellulare…

Molti ragazzi, neanche rispondono ai messaggi, infatti uno sviluppatore ha realizzato una app per obbligare il figlio a rispondere:

https://www.psbprivacyesicurezza.it/padre-crea-app-che-obbliga-i-figli-a-rispondere-ai-messaggi/

Tutto questo non potrebbe generare questo ed altro?

 

– Una famiglia intera non usciva di casa da due anni perché erano totalmente schiavi del web, talmente dipendenti da non uscire più di casa.

Bimbo armato canta su Fb, identificato Polizia Postale, 13enne siciliano cresciuto in contesto difficile

 

Accoltella compagno a scuola, fermato 14enne. La vittima, finita in ospedale in codice rosso con una ferita alla spalla, è seguita da un insegnante di sostegno

– Quindicenne rapito e torturato: gli aggressori, ti diamo fuoco

– La nonna gli chiede di pulire la sua stanza, bimbo di 11 anni la uccide e si toglie la vita

la lista è lunghissima e purtroppo quotidiana…

Vorremo concludere questo articolo evidenziano il social tik tok ex musically

Piace sempre ai piu’ piccoli… ma occhio perché soprattutto alle ragazzine che spesso imparano da piccolissime come ottenere like e cuoricini da i maschietti ovvero con balletti ammiccanti e sexy

 

 

I like e i cuoricini rilasciano endorfine è palese, studiato, una realtà:

https://www.scienzenotizie.it/2016/03/07/facebook-e-twitter-creano-dipendenza-ecco-come-0214118

Bene ci sono dei siti che mettono a disposizione tecnologia per far modo che: dalla tua cameretta tu possa imbastire uno spettacolo erotico in cambio di soldi……

Ebbene sì nella piccola webcam del tablet che avete regalato o del portatile, si possono collegare anche 5000 persone contemporaneamente e con pochi centesimi a testa raggiungere cifre notevoli per soddisfare la richiesta dell’ “performer” che si mostrerà o soddisferà i desideri degli spettatori.

Visto la età molto giovane di alcuni performers siamo sicuri che la selezione per l’iscrizione al servizio non sia così blindata…

Necessita soltanto di una mail e di un conto paypal……

Uno dei tanti www.chatturbate.com

Choc in una scuola media. “Vi tagliamo la gola”. E il video finisce sui social

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Blitz dei bulli. Insulti al custode e minacce ai ragazzini alla media Masaccio. Tre minori nei guai. Perquisito anche un 11enne

 

Firenze, 24 novembre 2018 –  Un blitz nella scuola media Masaccio in «diretta» sui social. Con insulti al custode, pose da «duri». E minacce a chi ha fatto la spia sulla loro identità.

L’ultima, agghiacciante storia di bullismo arriva da viale Mazzini ed è culminata in una perquisizione, disposta dalla procura dei minori, a casa di tre ragazzini (il più piccolo ha undici anni, il più grande sedici, l’altro quindici) dove sono state trovate pistole giocattolo ma senza il tappo rosso (così da non farle sembrare finte), coltelli, cellulari di dubbia provenienza.

Il blitz dei bulli risale a mercoledì scorso: scavalcando da una finestra, nell’orario di scuola, i tre, non frequentanti della Masaccio (evidentemente avevano «fatto forca» dal loro istituto) avevano deciso di andarsi a fumare una sigaretta dentro il plesso scolastico di Campo di Marte. Ma il bidello dell’istituto si è accorto della loro presenza e ha fatto per allontanarli. Ma mentre uno filmava con lo smartphone, è andata in scena un’esibizione di prepotenza che ha letteralmente impaurito i presenti, prevalentemente ragazzini di terza media.

Il blitz ha avuto anche un seguito, perché chi aveva «testimoniato» sull’identità dei tre autori dell’incursione a scuola, ha ricevuto pesantissime intimidazioni. «Ti taglio la gola», tanto per capire il tenore.

Dell’episodio è stata informata la procura minorile che ieri ha fatto scattare la perquisizione, ipotizzando il reato di minaccia aggravata. Due dei tre minori erano sconosciuti all’autorità giudiziaria minorile, uno, il più grande, invece aveva già un procedimento aperto anche se non sfociato in alcun provvedimento. I magistrati hanno anche visionato il filmato del blitz che era stato diffuso su «Instagram».

fonte

Il video hard tra ragazzini continua a circolare nelle scuole. Una mamma: “E’ terribile”

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NDR: Se un minore di anni 16 ha un software di istant messaging (snapchat, whatup, telegram, viber , ecc) o è iscritto ad un social (tiktok, facebook,istagram ecc) vuol dire che è stato autorizzato dai genitori ed affrontiamo il discorso in questo articolo ‘WhatsApp vietato agli under 16’  ed in questo Facebook, “vietata iscrizione ai minori di 16 anni”. Lo vuole Bruxelles.

Firenze, 21 novembre 2018 – Dal Chianti a Firenze. Continua purtroppo a rimbalzare nelle chat degli adolescenti il video dai contenuti pedopornografici che, prima apparso in una classe della scuola secondaria di primo grado di San Casciano Val di Pesa, adesso sta circolando anche nella nostra città. Sono sotto choc i genitori di una classe terza della media Beato Angelico. «Un video terribile. Non riuscirei mai e poi mai a rivederlo», dice una mamma. Tre i minorenni protagonisti: una femmina e due maschi. E tutti ben riconoscibili in volto. Le scene, ambientate in un esterno, forse un giardino pubblico, pare che siano state girate all’estero. Nonostante le denunce alla Polizia postale e il ‘reset’ dei cellulari dei ragazzini, continuano – ahinoi, – a ‘volare’ di chat in chat. «Il video – racconta la mamma – è finito proprio nella chat di scuola di mia figlia, che di fronte a quelle immagini è rimasta malissimo».

«Tutti i ragazzini sono molto scossi. Gli incontri con la Postale però sono serviti moltissimo, perché gli studenti hanno subito avvertito noi genitori e nessuno di loro ha condiviso quei minuti osceni». Ieri la rappresentante di classe è andata alla Postale. E la stessa cosa faranno, in questi giorni, gli altri genitori. «Da parte nostra – prosegue la mamma – abbiamo fatto cancellare quei video e siamo andati subito a scuola, dove è stato attivato il percorso con la docente che di solito tiene i contatti con la Postale e che si occupa dei progetti sull’argomento». Le famiglie hanno affrontato il tema coi figli, con tutta la delicatezza del caso.

«Abbiamo ribadito quanto sia pericoloso divulgare certi contenuti e li abbiamo messi in guardia anche su quelle foto stupide che ogni tanto i ragazzini tendono a farsi», prosegue la mamma. Gli studenti, purtroppo, quelle immagini se le sono viste piombare sullo schermo e, dunque, almeno in parte le hanno viste. «Immancabilmente», sospirano i genitori. Che pensano anche ai protagonisti di quel video hot: «Si vedono così bene in viso… Com’è possibile che ragazzini dell’età dei nostri figli diventino protagonisti di filmati hard?».

È allarmante la frequenza con cui si stanno verificando simili episodi. Un fenomeno che va di pari passo con l’uso, e spesso l’abuso, di internet da parte dei giovanissimi. Tutto si propaga via chat alla velocità della luce. Per questo le scuole sono sempre più in prima linea sul versante dell’educazione ad un uso consapevole delle tecnologie.

Elettra Gullè

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I minori possono fumare!!!

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Cosa rischia il minorenne che fuma? Possono esser vendute sigarette ad un minorenne? Come funzionano i distributori automatici?

Avete mai visto un minore di diciotto anni fumare? Certo che sì. Per strada, davanti ai locali pubblici, nei bagni delle scuole: c’è sempre un posto dove poter fumare, se mai di nascosto dagli adulti. Bene: i minorenni possono fumare. Ma è legale? Il ragazzino che compra le sigarette commette reato? E chi gliele vende? Vediamo cosa dice la legge.

Sigarette: si possono vendere ai minori?

I minorenni possono fumare? Vediamo cosa dice il nostro ordinamento. La nuova legge italiana sul tabacco [1] proibisce di vendere prodotti contenenti nicotina, tabacco o suoi derivati, nonché sigarette elettroniche nelle quali sono presenti le stesse sostanze, a chi non abbia compiuto i diciotto anni. Nello specifico, il venditore è tenuto a chiedere all’acquirente di mostrare un documento di identità, tranne nei casi in cui la maggiore età sia evidente.

La legge punisce severamente i trasgressori: chiunque vende o somministra ai minorenni i prodotti sopra indicati viene punito con una sanzione pecuniaria che va da cinquecento a tremila euro, oltre alla sospensione per quindici giorni della licenza all’esercizio dell’attività. In caso di recidiva (cioè, di ripetizione dell’illecito), la sanzione va dai mille agli ottomila euro, alla quale si aggiunge la revoca della licenza all’esercizio dell’attività.

Il divieto di vendere sigarette ai minorenni si estende, ovviamente, anche ai distributori automatici. Questi, se vendono al pubblico sigarette, sigari, sigarette elettroniche, contenitori di liquido di ricarica contenenti nicotina oppure altri prodotti ove sia presente tabacco o nicotina, devono essere muniti di un sistema automatico di rilevamento dell’età. Normalmente, questo obbligo viene assolto mediante l’acquisizione dei dati contenuti dalla tessera del codice fiscale (= tessera sanitaria).

Sempre secondo la legge, i distributori devono essere sottoposti regolarmente a verifica da parte dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.

L’attuale normativa, quindi, vieta la vendita ai minori dei prodotti a base di nicotina o tabacco. Solo per una curiosità giuridica, si pensi che il testo di legge in vigore fino al 2012 limitava il divieto solamente ai minori di sedici anni.

Sigarette: i minori possono fumarle?

Da quanto detto nel paragrafo che precede si evince facilmente che in Italia non c’è un divieto di fumare per i minori di diciotto anni. Dunque, i minorenni possono fumare. Il problema è dei rivenditori, i quali non possono vendere sigaretti o prodotti contenente tabacco o nicotina ai minori. In buona sostanza, vige lo stesso divieto che c’è anche nel campo degli alcolici.

Il codice penale punisce con l’arresto fino a un anno l’esercente un esercizio commerciale (bar, pub, pizzeria, ristorante, ecc.) che somministra, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, bevande alcooliche a un minore degli anni sedici. La stessa pena si applica a chi vende alcolici attraverso distributori automatici che non consentano la rilevazione dei dati anagrafici dell’utilizzatore mediante sistemi di lettura ottica dei documenti, a meno che non sia presente sul posto personale incaricato di effettuare il controllo dei suddetti dati [2].

Per la fascia non ricompresa nella norma sopra esposta (cioè tra i sedici e i diciotto anni) la legge italiana ha previsto una mera sanzione amministrativa, consistente nel pagamento di una pena pecuniaria da duecento a mille euro [3].

Cosa rischia il minorenne che fuma?

Se il venditore di sigarette o di prodotti contenenti nicotina o tabacco che esercita la sua attività anche nei riguardi dei minori di diciotto anni incorre in una sanzione amministrativa e nella sospensione (o addirittura revoca) della licenza, il minorenne che acquista questi prodotti non rischia nulla.

Quindi, possiamo dire che i minorenni possono fumare senza alcun rischio, se non quello di rovinarsi la salute, considerati gli effetti cancerogeni delle sigarette. Dal punto di vista legale, però, il minore di diciotto anni che fuma una sigaretta non può essere sanzionato, a meno che non fumi in luoghi protetti dalla legge.

In Italia, infatti, è vietato per chiunque (maggiorenne o minorenne) fumare in alcuni posti, tra i quali rientrano: i pressi di università ospedaliere o presidi ospedalieri, di istituti di ricerca scientifica di cura pediatrica; le pertinenze esterne (terrazze o balconi) dei reparti di ginecologia e ostetricia, nonché di neonatologia e pedriatria delle università ospedaliere, dei presidi ospedalieri e degli istituti di ricerca e cura a carattere scientifico.

note

[1] D. lgs. 6/2016 del 12.01.2016.

[2] Art. 689 cod. pen.

[3] Art. 7, D.L. 158/2012.

fonte

Gioco d’azzardo: attenzione ai minori e al ‘ticket redemption’

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Non solo gli adulti, ma anche i più piccoli sono a rischio dipendenza dal gioco d’azzardo. A rivelarlo è l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma che oggi ha presentato la ricerca della Caritas di Roma su adolescenti e gioco d’azzardo.

Tra le cause principali che avvicinano i minorenni, tra i 13 e i 17 anni, al gioco d’azzardo ci sono app e siti dedicati, facilmente accessibili dai più giovani. Proprio per riconoscere e gestire il problema della dipendenza, l’Ospedale ha redatto una guida utile soprattutto a genitori ed insegnanti che “spesso non sono in grado di riconoscere i segnali lanciati dai giovani a rischio”. Ma non solo, per ricevere il sostegno e l’aiuto degli specialisti di Neuropsichiatria Infantile del Bambino Gesù è attivo un indirizzo e-mail dedicato: iogioco@opbg.net. Come le altre dipendenze, anche quella da gioco è caratterizzata da quattro elementi ricorrenti: il craving (il desiderio improvviso e incontrollabile di giocare), l’astinenza, l’assuefazione ed il gambling, ovvero la tendenza a sovrastimare la propria abilità di calcolo delle probabilità e a sottostimare l’esborso economico che porterà ad una vincita. La dipendenza da gioco d’azzardo – spiegano gli specialisti del Bambino Gesù – deriva da una complessa interazione tra fattori biologici, psicologici e ambientali che varia da persona a persona. Dal punto d

i vista biologico, nei giocatori d’azzardo i circuiti cerebrali che guidano il comportamento subiscono una sorta di “inganno”, iniziando a rispondere come se l’azione del gioco fosse necessaria alla sopravvivenza. Il tratto psicologico che maggiormente predispone allo sviluppo delle dipendenze è la scarsa capacità di autocontrollo (caratteristica distintiva dell’adolescenza), mentre i principali fattori di rischio ambientali sono rappresentati dal contesto socio-economico in cui i ragazzi vivono, dall’esposizione a eventi stressanti e dalla familiarità con le dipendenze e con altre patologie psichiatriche.

Fondamentale per poter prevenire il fenomeno è il ruolo della famiglia e della scuola. Genitori e insegnanti dovranno essere in grado di carpire i segnali di una possibile dipendenza, come il continuo interesse per il gioco, le ridotte capacità di controllo, il disinteresse per lo studio, il calo del rendimento scolastico o la presenza di ansia, irritabilità, o aggressività. Per affrontare il problema – spiegano gli specialisti -, “genitori e insegnanti dovranno informare e sensibilizzare i ragazzi rispetto al fenomeno, aiutandoli a comprendere i pericoli, anche molto gravi, della dipendenza, ma senza utilizzare toni proibizionistici e giudicanti”. Uscire dal vortice del gioco d’azzardo comunque si può. Spesso con percorsi terapeutici molto lunghi e complessi, basati su incontri di psicoterapia individuali, familiari o di gruppo.

Link ad articoli correlati di testate giornalistiche:

il fatto quotidiano

la stampa

 

Inchiesta delle Iene

Si legge da molte parti: “ Il fenomeno della TRAP “ ma che cosa è la trap?

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Nello slang americano il termine “trap” indica il luogo in cui avviene lo spaccio di droga. L’impressione, ascoltando una base trap, è quella di un ritmo più dilatato e privo del tradizionale andamento incalzante del rap. Si fa presto ad associare questa caratteristica a un immaginario sensoriale alterato dalle sostanze stupefacenti.

https://tg24.sky.it/intrattenimento/2018/01/17/musica-trap.html

Potete fare questo esperimento: se avete un figlio tra gli 8 e i 16 anni chiedetegli se conosce uno tra questi artisti: Sfera Ebbasta, Dark Polo Gang, Ghali, Tedua.

Per una breve descrizione su questi artisti.


La riflessione che vogliamo fare è sui testi di queste canzoni, che, se ascoltati da orecchie adolescenti, inesperte e incapaci di effettuare confronti, possono essere veramente nocivi.
Un genitore può usare questi testi come spunto per creare un confronto o un momento di spiegazione su tematiche delicate, se l’età e la maturità del ragazzo lo permette, dato che è sempre difficile parlare di droga, sesso, violenza, guerra.


Trascriviamo un testo a caso tra tanti:

“ Nella tomba mi voglio portare soldi ed erba
ma prima di andarci voglio uscire dalla merda
Spiegarti com’è che vivo non credo che serva
Hai presente un grammo? Pensa ad una serra

Panico si afferra al serra-manico rapido
Sali sulla sella e scappiamo nel traffico
più in fretta della gazzella, poi abbandoniamo il mezzo al primo angolo”…..


A metà degli anni 80’ se qualche ragazzino voleva venire a contatto con delle immagini violente poteva guardare Arancia meccanica o I guerrieri della notte, film che poi sono rimasti nella storia del Cinema. Ed erano comunque film.
Adesso la violenza è servita in tutti i momenti, ad esempio attraverso videogiochi vietati ai minori, ma i genitori ignorano il PEGI del gioco, che è l’età alla quale è vietata la vendita. Giochi come GTA (pegi +18) o Call of Duty (pegi +16 o +18 dipende dalla versione), Fortnite (+12) sono ricchi di violenza, uccisioni e pertanto consigliamo veramente di vagliare l’eventualità di non far giocare i vostri bambini a giochi fuori dal Pegi di pertinenza.

Purtroppo, come abbiamo denunciato al Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, sulla piattaforma Apple store nei giochi pegi +4  è vengono pubblicizzati giochi + 12.

Leggi l’articolo che abbiamo pubblicato a riguardo.

Consigliamo inoltre di non far giocare bambini 0/12 con i cellulari se non in modalità aereo, perchè le microonde dei cellulari sono dannose per i cervelli protetti da ossa della testa non sviluppate dei piccoli.

Ritornando alla TRAP,  ci sono artisti che girano video con auto della Polizia italiana mentre fumano spinelli seduti sul tetto dell’auto, istigando l’adolescente al disprezzo delle Forze dell’ordine.

Ragazzi che nei loro video  inseriscono immagini con portabagagli delle auto pieni di contanti,  rolex da 30.000€, droga, festini in posti fatiscenti o extralusso, dove il messaggio principale è: soldi facili e droga.

Negli ultimi mesi le cronache danno continuamente notizia di comportamenti violenti nelle scuole da parte degli studenti: professori contusi, denunce,  sospensioni.

Siamo certi che l’aggressività, il non essere in grado di valutare i gesti di offesa o difesa, o l’incapacità di sopportare una frustrazione non siano anche il risultato del mix di tutti questi stimoli negativi che gli adolescenti subiscono? 
A tal proposito vi proponiamo una riflessione sulla scuola, sui giovani e sulla società del  filosofo Umberto Galimberti.

Dai genitori che non “rispettano le regole” all’hate speech, ai nuovi giochi crudeli dei cyberbulli

Categories I genitori devono saperePosted on

Nonostante ci sia il divieto di iscrizione ai social network prima dei 13 anni di età, i bambini si aggirano fin da piccolissimi sulle diverse piattaforme social attraverso lo smartphone o il tablet dei genitori e quasi 8 adolescenti su 10 (il 78%) dagli 11 ai 13 anni, hanno almeno un profilo personale approvato dai genitori.

Permettendogli l’accesso nonostante il divieto, i primi ad infrangere le regole sono proprio i genitori. Inoltre, la maggior parte di loro, non legge neanche gli standard della comunità e il “codice di comportamento” prima di iscriversi ad un social network. 

Da quanto emerge dai report annuale presentato dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza su un campione di 11.500 adolescenti dagli 11 ai 19 anni su tutto il territorio nazionale, il vero problema dei ragazzi oggi, sono le chat di messaggistica istantanea, i gruppi su WhatsApp, utilizzati in modo improprio sin dalle scuole elementari, non solo dai genitori, ma anche dai bambini, diventati terreno fertile per i baby cyberbulli che agiscono indisturbati sotto gli occhi ciechi dei genitori, ignari di ciò che accade all’interno dei loro telefoni.

Non ci dobbiamo, quindi, stupire se dagli 11 ai 13 anni di età, 1 adolescente su 10 subisce cyberbullismo, rispetto all’ 8,5% dai 14 ai 19 anni. Le femmine sono ancora le vittime predilette dai cyberbulli (70%) che sono per oltre il 60% di sesso maschile.

Cyberbullismo e sexting, il vero problema è il cyberbullismo sessuale

I problemi legati alla rete non ruotano solo intorno al cyberbullismo, fin dagli 11 anni di età la tendenza degli adolescenti è quella di scattarsi selfie intimi e senza vestiti ed inviare le immagini o i video nelle chat, fenomeno che prende il nome di SEXTING. Ciò che allarma è l’età dei ragazzi coinvolti, sempre più bassa, sono infatti il 6% dei preadolescenti dagli 11 ai 13 anni, di cui il 70% sono ragazze, che praticano il sexting e circa 1 adolescente su 10, dai 14 ai 19 anni.

Questo scambio di immagini con contenuti intimi ha favorito l’incremento del cyberbullismo di tipo sessuale, che racchiude il 33% degli episodi di cyberbullismo.

Nell’ambito delle violenze a sfondo sessuale o comunque legate all’abuso dei sentimenti, si sta diffondendo un fenomeno ormai mediatico che si chiama “Pull a pig” o “inganna il maiale”. Funziona così: un ragazzo, in genere quello più ricercato del gruppo, deve fare lo spavaldo davanti agli amici, avvicinare una ragazza, considerata poco avvenente, appunto un maiale o comunque lontana dai canoni di bellezza tradizionali, con lo scopo di farle credere di essere interessato a lei, conquistarla, a volte addirittura arrivando a consumare l’atto sessuale, per poi umiliarla, anche pubblicamente, dicendole che si trattava solo di uno scherzo.

Condivisori e commentatori uccidono più dei cyberbulli

Il vero problema del cyberbullismo, coloro che creano in assoluto più danni alla vittima, non sono solo i cyberbulli ma i “condivisori” e i “commentatori” come li definisco nel report dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza. Sono coloro che alimentano la viralità, che rinforzano le violenze che una persona subisce, che rincarano la dose e creano quel peso eccessivo da reggere da un punto di vista psicologico, spesso fatale.

È, infatti, su coloro che condividono e che commentano in maniera cattiva e dispregiativa che si deve lavorare, sono loro che alimentano il problema, lo rendono pubblico e visibile e sono complici dei cyberbulli, degli odiatori.

Le parole fanno più male delle botte, le condivisioni uccidono, creano ansia, depressione, disturbi alimentari e portano le vittima a farsi intenzionalmente del male come dimostrano i dati per cui per oltre il 50% di coloro che subiscono violenze digitali si autolesiona. 

Il 4% degli adolescenti dai 14 ai 19 anni e un 5% dagli 11 ai 13 anni ha filmato o fotografato un coetaneo mentre qualcuno gli faceva del male, senza intervenire, pur di fare un filmato e magari renderlo poi virale. 3 adolescenti su 10, vengono esclusi intenzionalmente dai gruppi WhatsApp. Se si viene esclusi, è un gruppo intero che esclude, che è consenziente, che non fa niente per evitarlo e per salvare la vittima ed è quindi altrettanto colpevole, come coloro che commentano con faccine e parole pungenti . Quello che fa più male alle vittime è che tutti sanno e nessuno interviene, anzi, invece di lasciare il problema in sordina, lo alimentano e lo rendono pubblico e virale. I commentatori e i condivisori non si sentono responsabili e colpevoli in quanto non agiscono in prima persona, non capendo di esserlo quanto un cyberbullo.

L’Hate Speech in adolescenza e il profilo dei giovani haters

Uno dei problemi più dilaganti in rete è l’Hate Speech, fenomeno che racchiude tutti quei discorsi, commenti, messaggi e parole cariche di odio che vengono indirizzate gratuitamente verso altre persone, nascosti dietro uno schermo e a volte anche dall’anonimato. Gli haters sono in forte crescita anche tra gli adolescenti, parliamo di un 22%, oltre 2 su 10, di ragazzi tra i 14 e i 19 anni, di cui il 53% sono maschi, che intenzionalmente commentano in maniera negativa e aggressiva foto, video, immagini, con lo scopo di offendere l’altro. È importante sottolineare che oggi non si può più parlare di fenomeni scissi gli uno dagli altri, si deve analizzare e avere chiara la rete della rete, perché è tutto interconnesso.

L’Hate Speech e il cyberbullismo vanno di pari passo in rete, tant’è che il 64% degli “odiatori” mette anche in atto comportamenti di cyberbullismo. 

Questi ragazzi, soprattutto i più violenti, sono completamente senza controllo da parte degli adulti, il 90% degli haters dichiara, infatti, che i genitori non controllano mai il loro telefono e le loro attività online.


L’odio in rete, soprattutto quando è sommato al cyberbullismo, assume proporzioni importanti e diventa piuttosto grave perché va ad intaccare nel profondo l’autostima dei ragazzi vittime di questa violenza gratuita.


La relazione tra problemi legati all’umore e l’uso improprio dei social, infatti, è molto importante, è estremamente complesso reggere il confronto costante e continuativo con gli altri, soprattutto quando si viene presi di mira e non ci si capacita della motivazione che spinge un coetaneo ad essere così cattivo e privo di sensibilità nei confronti di un altro adolescente.

di Maura Manca, presidente Osservatorio Nazionale Adolescenza

L’articolo è stato pubblicato sull’Osservatorio Cyberbullismo di Repubblica.it in data 25 ottobre 2017:

http://osservatorio-cyberbullismo.blogautore.repubblica.it/2017/10/25/dai-genitori-che-non-rispettano-le-regole-allhate-speech-ai-nuovi-giochi-crudeli-dei-cyberbulli/

Minori e media: il 70% degli under 8 naviga con il tablet, Tv senza controlli per il 73%

Categories Controllare i VideogiochiPosted on

scarica qui il libro bianco

7 anni arriva il primo smartphone, ma nella fascia 6-8 anni già il 70% dei bambini ha accesso alla rete con il tablet dei genitori, spesso con scarso controllo. Oltre il 16% degli adolescenti (soprattutto maschi) ignora i rischi del sexting on line, ovvero dello scambio di immagini sessualmente esplicite sul Web. E nel 73% delle case i minori guardano la Tv senza il filtro del parental control. Sono i dati contenuti nel Libro Bianco “Media e Minori 2.0” realizzato da Agcom, l’Autorità Garante per le comunicazioni, e presentato nei giorni scorsi alla Camera. Il rapporto ha indagato le competenze digitali di bambini (6-12 anni) e adolescenti (13-17 anni), misurando il loro “attivismo” on line e cercando di cogliere il pericolo percepito dai più giovani nella loro esperienza di navigazione.

Minori in Rete, età sempre più bassa
Secondo i dati, se per i bambini l’età del primo smartphone si è abbassata a 7 anni, per gli adolescenti (fascia d’età 9-12 anni) è scesa a 10 anni. In generale, i genitori si mostrano attenti conoscitori delle abitudini di consumo online dei bambini, mentre solo l’1% dichiara di essere all’oscuro delle attività svolte dai propri figli. Agcom spiega che i bambini utilizzano Internet principalmente per attività ludiche, come cercare video, giocare con videogiochi da soli, ascoltare musica, scaricare app o programmi. L’uso di Internet viene motivato anche da necessità di studio (per il 54,7% dei genitori), anche se il dato dipende soprattutto dall’utilizzo fatto dai bambini dai 9 ai 12 anni. Quasi il 21% dei genitori, però, afferma che il proprio figlio naviga on line senza uno scopo particolare, « lasciando così sottintendere – sottolinea il rapporto – di non essere probabilmente a conoscenza di cosa i propri figli realmente facciano».

Tv senza filtri nel 73% dei casi
Secondo Agcom i genitori appaiono attenti e “sensibili” ai simboli per il parental control in Tv. L’82,4%, infatti, dichiara di aver notato programmi contrassegnati dalla segnaletica e, alla domanda sul significato attribuito ai simboli di colore giallo, l’83, 6% ha fornito la risposta corretta, ossia «che la visione del programma da parte dei minori debba essere accompagnata dagli adulti». Anche se conosciuto, però, il parental control non è utilizzato dal 73% degli intervistati. Tra le motivazioni addotte dai genitori c’è quella che «il minore non guarda la Tv senza la supervisione degli adulti», e dunque il parental control è considerato inutile (per il 46,6%), mentre altri sostengono, a torto, che i “filtri” sono disponibili solo per i canali a pagamento. Ancora, un altro 24, 5% si dichiara completamente disinteressato all’uso del parental come strumento di tutela.

Perché non usa il parental control? (%)

Sexting, per il 16% degli adolescenti è solo «uno scherzo»
Sul fronte degli adolescenti fra i 13 e 17 anni – che mostrano un utilizzo molto intenso dello smartphone tanto da essere considerati “always on”, cioè sempre collegati- il rapporto mette in luce dati preoccupanti riguardo al fenomeno del sexting, evidenziando una diversa percezione del rischio tra ragazzi e ragazze. Il 16,2% dei maschi ed il 9,5% delle femmine lo giudicano infatti come uno scherzo tra amici, ed il 10,7 % dei maschi ed il 5,9% delle femmine come un modo per sedurre qualcuno e per lanciare segnali di interesse. Sembrerebbe quindi, sottolinea Agcom, «che il genere femminile abbia più consapevolezza della pericolosità del sexting e delle conseguenze che da esso ne potrebbero scaturire».

Con quali dispositivi suo figlio/sua figlia accede ad Internet? (%)

«Bilanciare opportunità media e tutela»
Secondo il presidente dell’Agcom, Angelo Cardani è necessario «trovare un bilanciamento tra i rischi di un uso improprio del web e le sue opportunità di apprendimento e di allargamento delle conoscenze nelle dieta mediatica dei giovani». «I rischi – ha sottolineato Cardani durante la presentazione del Libro Bianco – sono una lista infinita, dal cyberbullismo a tutto ciò che attiene all’uso improprio della sfera sessuale che abita a vedere i rapporti in maniera distorta». Secondo il presidente è sui nuovi media che va focalizzata l’attenzione, altri media, come la televisione, «hanno strumenti di regolazioni più facili da gestire».

Fonte

 

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Vietato postare foto di figli minori sui social se un genitore è contrario

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E” lecito o no postare le foto dei figli minorenni su Facebook o altri social network? Una sentenza del tribunale di Mantova, fa chiarezza al riguardo.

 

Non si possono pubblicare le foto dei figli minorenni sui social se uno dei genitori non è d’accordo. Uno dei genitori può chiedere e ottenere dal giudice di inibire la pubblicazione delle immagini e di far cancellare quelle già pubblicate.

“L’inserimento di foto di minori sui social network costituisce comportamento potenzialmente pregiudizievole per essi – ha spiegato il giudice – in quanto ciò determina la diffusione delle immagini fra un numero indeterminato di persone, conosciute e non, le quali possono essere malintenzionate e avvicinarsi ai bambini dopo averli visti più volte in foto online”.

Il caso preso in esame dal Tribunale è quello di una coppia separata con due figli molto piccoli (tre anni e mezzo e un anno e mezzo), affidati alla mamma. Quest’ultima si era impegnata a non pubblicare le foto dei bimbi sui social e a rimuovere quelle già online. Ma non lo ha fatto.

Così l’ex marito ha deciso di fare ricorso. Il tribunale ha stabilito che la madre ha torto: il suo comportamento non solo contravviene ad un accordo col padre, ma viola il diritto all’immagine e alla riservatezza dei bambini, e anche la convenzione di New York sui diritti del fanciullo.

Come spiegato dal giudice, un ulteriore pericolo legato alla pubblicazione sui social network di foto di minori – oltre alla diffusione delle immagini fra un numero indeterminato di persone – è quello costituito dalla “condotta di soggetti che ‘taggano’ le foto online dei minori e, con procedimenti di fotomontaggio, ne traggono materiale pedopornografico da far circolare tra i pedofili, come ripetutamente evidenziato dagli organi di polizia”..