di Lucia Izzo – Una legge volta a contrastare il bullismo, in tutte le sue forme e nei confronti di tutti i soggetti, non solo adolescenti, prevedendo una serie di misure ad hoc tra cui un rafforzamento della tutela penale, nonché la previsione di un numero verde e di un’applicazione per fornire assistenza psicologicae giuridica alle vittime di bullismo e cyberbullismo.
È quello che mira a ottenere la proposta di legge n. 1524 presentata lo scorso 23 febbraio, primo firmatario Dori (M5S), ora assegnata all’esame della II Commissione Giustizia in sede referente alla Camera, che andrebbe a modificare il codice penale, la L. n. 71/2017 e il R.D. n. 1934/1404 per rafforzare la prevenzione e il contrasto del fenomeno del bullismo e dettare misure rieducative dei minori.
Il ddl (sotto allegato) è stato adottato come testo base per il prosieguo dell’esame a seguito del rilievo dell’assegnazione in Commissione della proposta di legge C. 1834 (Meloni) vertente su identica materia.
Contrastare e prevenire bullismo e cyberbullismo
Come si legge nella relazione introduttiva, la proposta “ha l’obiettivo di favorire la precoce emersione del disagio giovanile, nonché di introdurre misure che possano adeguatamente prevenire e contrastare episodi riconducibili, in particolare, al fenomeno del bullismo in tutte le forme in cui esso si estrinseca, compreso il cosiddetto bullismo informatico o cyberbullismo”.
Poiché i dati raccolti dimostrano come il fenomeno del bullismo e della violenza in genere, soprattutto tra gli adolescenti, sia diffuso e in preoccupante crescita, si rende necessaria e urgente una particolare attenzione da parte delle famiglie, delle istituzioni, soprattutto quelle scolastiche, e di tutti gli altri attori sociali tramite la messa in opera di nuovi strumenti sul piano sia della prevenzione sia della repressione.
Secondo quanto appare dagli ultimi recenti fatti di cronaca, il fenomeno assume anche nuove forme: interessa diversi ambienti sociali anche extrascolastici e sono numerosi, ormai, gli episodi dei quali rimangono vittime anche persone adulte, tra cui gli stessi docenti. Un’altra realtà preoccupante è rappresentata dalla diffusione di comunità virtuali create tra genitori, spesso con lo scopo di scaricare sulla scuola la responsabilità degli esiti negativi dei comportamenti dei propri figli.
Si auspica che la proposta di legge possa essere d’impulso all’avvio di un percorso fattivo di crescita e di cambiamento culturale che riporti al centro il rispetto per la persona e il disprezzo per ogni forma di violenza.Bullismo e cyberbullismo tra gli atti persecutori
Bullismo e cyberbullismo tra gli atti persecutori
In primis, la proposta andrebbe a modificare l’art. 612-bis del codice penale, relativo al delitto di atti persecutori (la norma che consente di punire lo “stalking”): il ritocco inciderebbe sull’elemento oggettivo del fatto di reato estendendo l’area della punibilità anche alle condotte di aggressione attuate mediante percosse, ingiuria, diffamazione, umiliazione ed emarginazione.
Tramite la nuova formulazione della norma si andrebbero a perseguire le specifiche condotte vessatorie di bullismo per la tutela dei beni giuridici dell’incolumità fisica, psichica, dell’onore e della reputazione della vittima, oltre che della sua libertà morale.
Così facendo si fornirebbe copertura penalistica anche alle condotte riconducibili al cyberbullismoalla luce dell’aggravante prevista nel secondo comma del medesimo articolo che scatta qualora il fatto sia commesso attraverso strumenti informatici o telematici.
Modificate anche le circostanze con l’introduzione di due nuove aggravanti (quando i fatti sono commessi da tre o più persone e/o con finalità discriminatorie) e di un’attenuante per i minorenni che si siano adoperati spontaneamente ed efficacemente per elidere o attenuare le conseguenze della propria condotta illecita attraverso un fattivo impegno volto, ad esempio, a far emergere l’illecito all’interno del proprio contesto di riferimento quale la scuola, l’oratorio, la palestra o altri luoghi.Contrasto alla dispersione scolastica
Contrasto alla dispersione scolastica
Picture showing children violence at school
La proposta, ritenendo che il contrasto alla dispersione scolastica consentirebbe di intercettare anche mediante la scuola il disagio giovanile che successivamente rischia di sfociare in atteggiamenti antisociali, prevede di modificare l’art. 731 c.p., norma che attualmente punisce l’inosservanza dell’obbligo di istruzione elementare per i minori.
Nella nuova formulazione, invece, si prevede l’obbligo dei genitori o degli esercenti la responsabilità genitoriale di impartire o far impartire ai figli l’istruzione obbligatoria. In tal modo, si estenderebbe l’ambito di applicabilità della fattispecie contravvenzionale comprendendo l’intero periodo di istruzione obbligatoria, aumentando anche la pena.
Innovando in diversi punti la legge sul cyberbullismo (n. 71/2017), si prevede che il dirigente scolastico, venuto a conoscenza in qualsiasi modo di atti di bullismo e di cyberbullismo commessi da studenti iscritti al proprio istituto scolastico, debba informare tempestivamente i genitori dei minori coinvolti o i soggetti esercenti la responsabilità genitoriale e attivare adeguate azioni di carattere educativo.
Lo stesso dirigente scolastico sarebbe altresì obbligato a trasmettere tempestivamente una segnalazione alla procura della Repubblica presso il tribunale per i minorenni. Invece, visto lo scarso utilizzo, si punta ad abrogare la norma che prevede l’ammonimento del questore.Tribunale per i minorenni e progetto di intervento educativo
Tribunale per i minorenni e progetto di intervento educativo
Modificando il R.D. n. 1404/1934, recante disposizioni sull’istituzione e sul funzionamento del tribunale per i minorenni, si vuole completamente riformulare l’articolo 25 (Misure rieducative), che attiene alle competenze amministrative del tribunale per i minorenni.
Considerato il costante abbassamento dell’età alla quale si manifestano atteggiamenti potenzialmente pericolosi per sé e per gli altri, si ritiene che la suddetta norma (applicabile anche ai minori di quattordici anni, soggetti quindi non imputabili) possa diventare uno strumento efficace per far emergere, ai primi sintomi, un disagio personale che necessita di un supporto educativo.
Il tribunale per i minorenni appare l’organo ideale per valutare queste situazioni, considerata la presenza di specialisti con competenze anche nell’ambito socio-educativo. Pertanto, in caso di segnalazione di condotte aggressive tenute da minorenni verso persone, animali o cose o lesive della dignità altrui, il Procuratore della Repubblica potrà riferire i fatti al Tribunale per i minorenni
Quest’ultimo potrà disporre, con decreto motivato, lo svolgimento di un progetto di intervento educativo con finalità rieducativa e riparativa, che favorisca percorsi di mediazione, sotto la direzione e il controllo dei servizi sociali minorili.
Rafforzare il Patto educativo di corresponsabilità
La proposta prevede modificazioni al d.P.R. n. 249/1998 recante lo statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria, al fine di introdurre espliciti riferimenti al fenomeno del bullismo nell’ambito scolastico.
Si prevedono, in particolare, uno specifico impegno della scuola per far emergere gli episodi di bullismo e cyberbullismo e strumenti per sollecitare il coinvolgimento delle famiglie in attività di formazione organizzate dagli istituti scolastici. A tale fine si punta a potenziare e valorizzare il Patto educativo di corresponsabilità, spesso percepito dalle famiglie come mero atto formale e burocratico.
Numero verde vittime bullismo e cyberbullismo
Infine la proposta di legge mira a introdurre un numero telefonico gratuito (numero verde) attivo nell’intero arco delle ventiquattr’ore, per fornire un servizio di prima assistenza psicologica e giuridica alle vittime di bullismo e cyberbullismo.
Il numero verde dovrebbe rappresentare lo strumento adeguato per consentire un intervento immediato volto a prevenire le conseguenze più gravi di tali condotte, a fornire alla vittima il supporto psicologico e un orientamento rispetto agli strumenti normativi attivabili.
L’assistenza dovrà essere fornita da personale appositamente formato. Inoltre, affinché il servizio sia pienamente accessibile in ogni circostanza, si previsto di sviluppare un’applicazione informatica, installabile gratuitamente nei dispositivi mobili (come smartphone e tablet), anche con possibilità di geolocalizzazione.
Cosa è cambiato e come si è evoluta la necessità di esprimere la propria personalità con le cose che possediamo?
Guardiamo questi 2 video uno del 1986 e uno del 2018.
1986
L’intervistato chiede se deve dichiarare i prezzi di acquisto, ma la giornalista ritiene che non sia necessario…
2018
L’evoluzione dell’informazione porta su youtube a fare questi raduni e questi video hanno milioni di visualizzazioni…
Siamo di nuovo qua a parlare di fenomeni, che tanto fenomeni non sono, e che catturano sempre di piu’ il tempo libero dei nostri ragazzi. Non sappiamo se avete letto il nostro articolo sulla trap.
La nostra redazione composta da amanti della “buona” musica e da musicisti, ha ascoltato molta trap per documentarsi, rischiando di vomitare molte volte, non solo per la bassa qualità compositiva e melodica ma soprattutto per i testi e le immagini dei video.
Questo genere che sta spopolando 8/18 è davvero un po’ pericoloso se non seguito? Oppure non ci sono problemi ed è solo una moda passeggiera?
Spotify (https://it.wikipedia.org/wiki/Spotify) tra i piu’ famosi servizi di musica streaming, pone solamente una piccola scritta ‘ explicit ‘ su brani che con i loro testi toccano tematiche veramente non adatte a un pubblico giovane. Il figo è chi ha scarpe da €500 chi ha soldi in tasca ricavati con lo spaccio, chi ha orologi da €10.000 ecc…
Se i genitori facessero rispettare le regole italiane ed europee già in vigore, un servizio come spotify non si potrebbe installare prima dei 16 anni, come WhatsApp, Facebook, Instagram e tutte quelle applicazioni che richiedono l’accettazione di una policy sul trattamento dei dati personali.
Il nostro intento è di far conoscere a tutti i genitori con figli in età, alcune informazioni che potrebbero ignorare per i più disparati motivi.
Una piccola new entry nel mondo della trap music, analizziamo un attimo lei ma invitiamo ad analizzarli tutti…per capire il messaggio che puo’ passare, o il messaggio che anche solo qualche ragazzino potrebbe raccogliere per sentirsi protagonista come nei testi dei loro cantanti preferiti.
Chadia Rodriguez
20 anni prodotta niente meno che da Big Fish tra i produttori piu’ influenti e rinomati in italia, pensare solo che era il producer di Manuel Agnelli a xfactor nella categoria under (ragazzini)
” Sì, perché tutti lo vogliono senza meritarselo.(NDR il successo) Vogliamo svoltare e vogliamo farlo nel minor tempo possibile. È una corsa al successo, vedi che gli altri hanno successo e allora lo vuoi anche tu, anche se non hai voglia di costruire davvero qualcosa. Nella musica bisogna lavorare duramente e tanto, e non è escluso che tu non ne abbia mai di successo.”
Chadia ha 2 video molto espliciti e uno dei 2 testi non adatto certo a ragazzini:
un estratto del testo: …cambio sempre letto, giro l’Italia da sola L’una di un etto mettilo in una canna sola Fumo così non ci penso come andrà domani Così mi dimentico che mi hai detto che mi ami
Bagniamo con la saliva tutte le cartine, scopami forte fino alla fine, fumami addosso, stimolami le endorfine
Dentro una vasca con le bollicine, è una tomba da regine L’ ultimo orgasmo, sarà quasi come morire perché….
Il suo Instagram per chi volesse vedere l’immagine che riflette:
Lei è prodotta dalla Sony che dichieara sul suo sito:
Esce oggi, venerdì 11 gennaio, “Avere 20 anni”, l’Ep che racchiude tutti i brani di Chadia Rodriguez e che contiene anche il nuovo singolo “Sarebbe comodo” (prod. Big Fish), disponibile subito in radio e in digitale.
“Sarebbe comodo” è un brano autobiografico, un brano di impatto, che prende in pancia, che descrive una vita difficile, dalle scelte non immediate, ma che hanno reso Chadia una giovane donna libera e consapevole delle proprie potenzialità.
Il video, in uscita lunedì 14, semplice e d’impatto, vede una Chadia completamente inedita, in grado di mettere a nudo anche le emozioni più intime.
Sono tutti giochi di uccisioni, di guerra, di morte. Il primo un po’ in stile teste di cuoio, il secondo un po’ cartoon e l’ultimo (gta) proprio “assurdo” dove si puo’ fare tutto quello che una mente malata puo’ pensare, e nel caso siate ingenui e non abbiate in mente queste cose…bhè…è un buon posto per apprendere!! In questo gioco si “insegna” a rubare un auto, andare nel quartiere delle prostitute per caricarle in macchina, stuprarle ucciderle con una mazza da baseball, rubargli i soldi per poi andare nel quartiere degli spacciatori ad acquistare droga o ad investire i soldi ‘ trovati ‘ in qualche losco affare.
Fortnite è un gioco vietato ai minori di 12 anni, gli altri 2 ai minori di 18.
Non dovreste permettere di farci giocare bambini piccoli.
Quello che ci chiediamo è:
cosa succede se mettiamo 2 ore nelle cuffiette musica trap a un ragazzino di 10 anni, lo facciamo giocare un paio di orette a videogiochi violenti, e magari poi esce con la sua crew di amici e si sballano con purple drink? Si cocktail di codeina….non lo sapevate?
Allora vorremo invitare tutti ad una riflessione: tutti i nostri ragazzi sono a livelli differenti, dipendenti dalla tecnologia, da cose che spesso non riusciamo a capire o neanche ad individuare…
siete voi che date accesso alla rete ai vostri figli, con la scusa che sono fuori da soli o che volete stare tranquilli.
Si considera che siamo tutti online da neanche 20 anni e mai come in questo ventennio di connessione i bambini sono sottocontrollo: li accompagnamo a scuola, li riprendiamo, li portiamo all’attività sporitiva o artistica li riportiamo a casa… quando è che è indispensabile che il minore sia connesso? La risposta è mai.
Voi quante volte chiamate vostro figlio sul cellulare? Molti conoscenti mai…ma poi usano la scusa che almeno posso chiamarlo in qualunque momento….comunque non è necessaria la connessione dati ad internet per essere reperibile con un cellulare…
Molti ragazzi, neanche rispondono ai messaggi, infatti uno sviluppatore ha realizzato una app per obbligare il figlio a rispondere:
Vorremo concludere questo articolo evidenziano il social tik tok ex musically
Piace sempre ai piu’ piccoli… ma occhio perché soprattutto alle ragazzine che spesso imparano da piccolissime come ottenere like e cuoricini da i maschietti ovvero con balletti ammiccanti e sexy
I like e i cuoricini rilasciano endorfine è palese, studiato, una realtà:
Bene ci sono dei siti che mettono a disposizione tecnologia per far modo che: dalla tua cameretta tu possa imbastire uno spettacolo erotico in cambio di soldi……
Ebbene sì nella piccola webcam del tablet che avete regalato o del portatile, si possono collegare anche 5000 persone contemporaneamente e con pochi centesimi a testa raggiungere cifre notevoli per soddisfare la richiesta dell’ “performer” che si mostrerà o soddisferà i desideri degli spettatori.
Visto la età molto giovane di alcuni performers siamo sicuri che la selezione per l’iscrizione al servizio non sia così blindata…
Necessita soltanto di una mail e di un conto paypal……
La maggior parte delle volte il primo cellulare, consegnato troppo presto, ha un sistema operativo android.
Vi vogliamo spiegare come è possibile fare un monitoraggio non troppo invasivo del dispositivo di vostro figlio.
Il minore deve avere un account google. Purtroppo e a nostro avviso senza senso, per creare un profilo ‘ figlio ‘ serve una carta di credito non prepagata, unico documento riconosciuto da google come valido per identificare una persona.
In europa è possibile avere una mail personale dal sedicesimo anno di età:
Abbiamo fatto una prova e il sistema che andremo a spiegare di parental control funziona anche per i profili +16.
Google mette a disposizione 2 app una da installare nel dispositivo del genitore e una da installare nel dispositivo del figlio.
Ricordiamo che l’account registrato nel telefono del figlio non puo’ essere lo stesso di quello registrato in quello del genitore, errore spesso commesso.
Questo potrebbe far accedere alla nostra mail gmail o alla nostra cronologia youtube, ecc…
L’applicazione si chiama Google Family Link, in realtà sono 2 applicazioni, una per i genitori ed è disponibile anche per ios nel app store di apple, e una per il figlio da installare nel cellulare consegnatogli.
Ad oggi questo è il link dell’applicazione per genitori che hanno un telefono android:
Cosa è possibile controllare con questa installazione?
Dove si trova il dispositivo all’interno di una google maps
Il tempo di utilizzo del cellulare, quanti minuti è stata usata una app
Potete impostare un limite di tempo giornaliero ad esempio 1 ora, e dopo che il cellulare per qualsiasi scopo fosse stato usato raggiungerà 1 ora di utilizzo si bloccherà, impostando a zero il contatore si bloccherà all’istante.
Questo è il link in italiano ufficiale di google dove potrete trovare ulteriori spiegazioni e non esitate a contattarci se foste in difficoltà.
Su youtube esistono dei video fatti da dei ragazzini che insegnano come bypassare il filtro genitoriale….
Quello che possiamo dire è che youtube non è una piattaforma da bambini, esiste la versione per ragazzi che si chiama youtube kids dove si vedono solo video adatti al vostro bimbo e dove le impostazioni sono decise dal genitore.
Nello slang americano il termine “trap” indica il luogo in cui avviene lo spaccio di droga. L’impressione, ascoltando una base trap, è quella di un ritmo più dilatato e privo del tradizionale andamento incalzante del rap. Si fa presto ad associare questa caratteristica a un immaginario sensoriale alterato dalle sostanze stupefacenti.
Potete fare questo esperimento: se avete un figlio tra gli 8 e i 16 anni chiedetegli se conosce uno tra questi artisti: Sfera Ebbasta, Dark Polo Gang, Ghali, Tedua.
La riflessione che vogliamo fare è sui testi di queste canzoni, che, se ascoltati da orecchie adolescenti, inesperte e incapaci di effettuare confronti, possono essere veramente nocivi. Un genitore può usare questi testi come spunto per creare un confronto o un momento di spiegazione su tematiche delicate, se l’età e la maturità del ragazzo lo permette, dato che è sempre difficile parlare di droga, sesso, violenza, guerra.
Trascriviamo un testo a caso tra tanti:
“ Nella tomba mi voglio portare soldi ed erba ma prima di andarci voglio uscire dalla merda Spiegarti com’è che vivo non credo che serva Hai presente un grammo? Pensa ad una serra
Panico si afferra al serra-manico rapido Sali sulla sella e scappiamo nel traffico più in fretta della gazzella, poi abbandoniamo il mezzo al primo angolo”…..
A metà degli anni 80’ se qualche ragazzino voleva venire a contatto con delle immagini violente poteva guardare Arancia meccanica o I guerrieri della notte, film che poi sono rimasti nella storia del Cinema. Ed erano comunque film. Adesso la violenza è servita in tutti i momenti, ad esempio attraverso videogiochi vietati ai minori, ma i genitori ignorano il PEGI del gioco, che è l’età alla quale è vietata la vendita. Giochi come GTA (pegi +18) o Call of Duty (pegi +16 o +18 dipende dalla versione), Fortnite (+12) sono ricchi di violenza, uccisioni e pertanto consigliamo veramente di vagliare l’eventualità di non far giocare i vostri bambini a giochi fuori dal Pegi di pertinenza.
Purtroppo, come abbiamo denunciato al Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, sulla piattaforma Apple store nei giochi pegi +4 è vengono pubblicizzati giochi + 12.
Consigliamo inoltre di non far giocare bambini 0/12 con i cellulari se non in modalità aereo, perchè le microonde dei cellulari sono dannose per i cervelli protetti da ossa della testa non sviluppate dei piccoli.
Ritornando alla TRAP, ci sono artisti che girano video con auto della Polizia italiana mentre fumano spinelli seduti sul tetto dell’auto, istigando l’adolescente al disprezzo delle Forze dell’ordine.
Ragazzi che nei loro video inseriscono immagini con portabagagli delle auto pieni di contanti, rolex da 30.000€, droga, festini in posti fatiscenti o extralusso, dove il messaggio principale è: soldi facili e droga.
Negli ultimi mesi le cronache danno continuamente notizia di comportamenti violenti nelle scuole da parte degli studenti: professori contusi, denunce, sospensioni.
Siamo certi che l’aggressività, il non essere in grado di valutare i gesti di offesa o difesa, o l’incapacità di sopportare una frustrazione non siano anche il risultato del mix di tutti questi stimoli negativi che gli adolescenti subiscono? A tal proposito vi proponiamo una riflessione sulla scuola, sui giovani e sulla società del filosofo Umberto Galimberti.
Lo psichiatra infantile americano Gerard E. Nelson è riuscito a dare al rimprovero tutta la dignità di un metodo con “The one minute scolding”, la sgridata di un minuto. Ecco come rimproverare il bambino e farlo sentire amato:
1. Descrivere i fatti separati dalle emozioni: “Hai dato uno spintone al tuo amico e lui è caduto.” Sembra banale, ma si tratta di una precisazione necessaria perché il bambino può anche non capire le ragioni del rimprovero. Per lui è istintivo e naturale dare uno spintone a chi lo ha fatto arrabbiare.
2. Descrivere quello che proviamo: “Quando ti vedo picchiare gli altri, mi fai veramente irritare”.
3. Dirgli che capiamo ciò che prova: “Capisco che volevi salire subito sullo scivolo.” In tal modo il bambino si rende conto che non siamo “contro”, ma “con” lui. Non è lui a essere cattivo, ma solo il suo comportamento, ed è questo che chiediamo di cambiare.
3. Spiegare la regola infranta: “Ti ho già detto che non si picchiano gli altri”. Anche se gliel’abbiamo ripetuta mille volte, non stanchiamoci di ribadirla: le regole non fanno parte dei comportamenti innati, ma sono oggetto di apprendimento, come lo sono per noi le norme grammaticali di una lingua straniera.
4. Presentare gli svantaggi del suo comportamento: “Se continui a picchiare gli altri bambini, poi non vorranno più giocare con te”.
5. Fare una pausa: Se vediamo che stiamo perdendo il controllo, proviamo a tirare un lungo respiro e a pensare: “Questo è il mio bambino, gli voglio bene e desidero aiutarlo con tutto il cuore”. La pausa ha anche un’altra funzione: ci permette di osservare le reazioni del bambino, alle quali spesso non facciamo caso quando siamo arrabbiati.
6. Sottolineare quello che sa fare: È vero che si è comportato male, ma è altrettanto vero che in altre situazioni ci ha dimostrato di saper fare delle cose bellissime. Ed è qui che bisogna far leva per portarlo alla collaborazione: fino all’età dell’adolescenza il bambino non sa accettare un rimprovero senza mettersi sulla difensiva o perfino diventare ostile.
7. Proporre un’alternativa: “Sei arrabbiato? Vuoi dare i pugni? Puoi farlo su questo cuscino”. “Se hai voglia di buttare i sassi, fallo in riva al mare”. In questo modo, si sentirà capito e accetterà di buon grado il divieto e dirotterà l’attenzione verso ciò che gli abbiamo suggerito.
8. Dirgli che abbiamo fiducia in lui: “So che hai capito e che la prossima volta non lo farai più”. Se sente che facciamo affidamento su di lui, sarà stimolato a comportarsi meglio per non deludere le nostre aspettative. La fiducia è un motore più potente dei sensi di colpa. Un clima di fiducia e serenità dà, come logica conseguenza, un senso di sicurezza.
E se un attimo dopo il bambino ci smentisce e torna a pestare un compagno? Ripetiamo tutto da capo, tenendo fede al principio: la sgridata non deve durare più di 60 secondi.